giovedì 26 febbraio 2009

Ich Bin T-Rex!

Con il rischio di dare un'impressione sbagliatissima sulle mie idee politiche (soprattutto visto che sul salda-blog dedicato agli zombie sto inanellando un post dietro l'altro sugli zombie nazisti), vi segnalo questo gioiellino: 4 minuti di durata, realizzato in 5 giorni spendendo 20 dollari o poco più e con protagonisti… DINOSAURI NAZISTI!

So che Dave mi capisce se scrivo che è il film che vorrei aver girato io.

Signore e signori, Rise and Fall of the Nazi Dinosaurs:

mercoledì 25 febbraio 2009

Comunicazione coordinata.

Il ragionamento è di una semplicità disarmante:

io >> saldapress >> "Z" >> zombie >> blog

E lo schema è anche comodamente invertibile.

Miracoli dell'ipertesto…

venerdì 20 febbraio 2009

Quando non si possono più dare cattivi esempi.

Fabio Licari, sul mensile Fumo di China, tiene una rubrica intitolata "Il suggerimento".
Lì, in 20 righe contenute in un box, Licari analizza qualcosa (di solito una storia, il lavoro di un autore o una linea editoriale) e poi dispensa un suo consiglio.

Questo mese il consiglio è dedicato al nostro Oudeis e, con esso, al buon Carmine Di Giandomenico che ne è l'autore.

Vi ricopio qui la parte finale del "consiglio" di Licari:

"Ma la storia? La storia, accidenti, non c'è: pare invece di assistere a deliri personali dell'autore. Non si capisce l'inizio, lo svolgimento e la fine. Per non ricadere nell'inganno post-moebiusiano, urge sceneggiatore. Poi nessuno fermerà Di Giandomenico.".

Ma… ma… Licari, sveglia!
Lo sceneggiatore c'è!
Ce ne sono addirittura due: uno e Carmine e l'altro si chiama… Omero.
Conosce Omero? Ha scritto solo un paio di libri ma secondo me è bravino (e ha anche suggerito l'introduzione di Oudeis, se ne è accorto?).
Poi, volendo, potrei anche spiegarle per filo e per segno di che cosa parla la storia che LEI non ha capito (perché generalizzare? Magari è solo un suo limite, no?), indicarle dove inizia e dove finisce e -e qui sì sono d'accordo con lei- dove si innestano i deliri dell'autore che però, secondo me, sono parte integrante della storia.

E forse, davvero, nessuno fermerà Di Giandomenico, ma non tanto perché ha dimostrato di essere un grande disegnatore come suggerisce anche lei, quanto perché Carmine, a differenza di tanti altri autori, ha ancora il coraggio e la voglia di mettersi in gioco anche in un progetto strutturato e complesso com'è in realtà Oudeis.

Ovviamente Licari si fa per parlare, ma stavolta accetti lei il mio di consiglio e provi a rileggere i due libri di Oudeis con mente più aperta.

giovedì 19 febbraio 2009

Z wants you!

Su Mega 140 (nelle fumetterie già da qualche giorno) potete leggere una breve intervista al sottoscritto incentrata sul lancio di "Z", la nuova collana targata saldaPres dedicata al la più grande (e credo anche la prima) collana italiana dedicata alla narrativa a fumetti, illustrata e scritta a tema zombie.
È il progetto editoriale su cui qui alla base-saldatori abbiamo lavorato di più negli scorsi mesi e crediamo proprio che nei prossimi farà parlare parecchio di sè.

La copertina che abbiamo affidato ai ragazzi di Mega è quella di uno degli albi della nostra collana, Raise the Dead), e la firma il bravissimo Arthur Suydam (sì, lo stesso delle copertine di Marvel Zombies).

Io se fossi Gaber.



Visto il titolo che ho scelto per il mio blog, mi sembra giusto iniziare da qui. Ossia da Giorgio Gaber.

Sono ormai un paio di mesi, che ogni lunedì ripeto una specie di rituale.
Al mattino passo in edicola e acquisto il nuovo CD della raccolta completa del teatro canzone di Giorgio Gaber.
Il CD (che poi è sempre doppio) transita brevemente in studio e, alla sera, finisce in auto dove, durante la settimana, verrà ascoltato un pezzettino per volta nei tragitti casa-studio-casa.
Una settimana per ascoltarlo tutto dall'inizio alla fine (sì, ok, intervallato anche da altro) e poi, la settimana dopo, via un altro.

Fa un certo effetto seguire in ordine cronologico e con questo ritmo settimanale l'evoluzione del pensiero di Gaber, con ogni doppio CD che ne racconta una tappa fondamentale.
Mentre il racconto si snoda, da un CD a un altro, da uno spettacolo all'altro, passano gli anni, emergono nuove osservazioni e il punto di vista di Gaber ci fa vedere un'Italia che cambia, che muta, che fa suoi nuovi comportamenti e nuove nevrosi.

È come seguire l'opera omnia di un pensatore che osserva e racconta un paese e i suoi abitanti (e qui l'effetto per me è doppiamente straniante: mi racconta il mio Paese in un momento storico in cui io non avevo ancora un pensiero critico e di cui, quindi, ho solo ricordi acritici), solo che invece che leggere un libro o vedere un documentario, me lo ascolto seduto in macchina mentre guido.

La domanda a me sorge spontanea: morto Gaber, chi c'è oggi nel mondo della cultura che sta facendo un'operazione del genere?
Fra 30 anni, quale sarà il racconto da seguire in uscite settimanali per capire quello che oggi sta succedendo a questo Paese?

Penso spesso al fatto che non essersi riusciti a confrontare con il pensiero critico di Gaber (meglio: espresso da Gaber), averlo prima accolto come un portavoce e poi espulso e rimosso come un corpo estraneo, sia stato uno dei primi punti di rottura del pensiero di sinistra nel nostro Paese. Un punto di rottura che, visto oggi in prospettiva, si è rivelato un punto di non ritorno.

L'altro giorno, mentre guidavo, stavo riflettendo sul fatto che se gli americani, nei loro film e fumetti, possono scegliere come "spiriti guida" Elvis e John Wayne, un racconto fantastico italiano potrebbe fare lo stesso con Gaber e Pasolini.
Il pensiero successivo è stato un'immagine dello sguardo di disappunto di Alessandro Bilotta se e quando avesse letto questa cosa.

ps: curiosa e non voluta la somiglianza (nell'impostazione di massima) dell'immagine nella testata di questo blog con quella della copertina del disco del 1985 di Gaber.