domenica 31 ottobre 2010

Blake & Mortimer.




Stavo pensando che 
Ugo Tognazzi
e Raimondo Vianello, da giovani, c'avevano proprio la faccia giusta per interpretare al cinema Blake e Mortimer.

Sembra invece che il regista spagnolo Álex de la Iglesia, a cui è stato affidato qualche tempo fa il compito di portare al cinema i personaggi del fumetto creato da Edgar P. Jacobs, abbia scelto... il Dottor House e Jack Bauer.


martedì 26 ottobre 2010

Un piccolo gesto concreto.

Come credo sappia già chi legge ciò che scrivo qui e altrove, è grande l'attesa che si sta creando dentro e fuori del fumettomondo attorno al lancio della serie tv di The Walking Dead e, di conseguenza, alla proiezione in anteprima dell'episodio 1 a Lucca lunedì prossimo.
Questo farà sì che per quella che è la serie di maggior successo del catalogo saldaPress (ma, più in generale, di maggior successo tra le serie e fumetti che si pubblicano oggi in libreria) la prossima fiera di Lucca sarà un momento di grande visibilità mediatica e di forte attenzione da parte del pubblico.

A Lucca, però, il nuovo episodio a fumetti di The Walking Dead (il volume 7), seppure attesissimo non sarà in vendita.

E questo, ci tengo a sottolinearlo, per rispetto delle librerie che vendono i nostri prodotti e che, facendo ciò, ci permettono di continuare a pubblicarli.
Per rispetto di una professionalità che, nell'idea che ho io di mercato editoriale maturo e che sta alla base del lavoro di saldaPress, prevede che gli editori pubblichino, i distributori distribuiscano e i librai vendano al pubblico

Senza tanti discorsi, sappiate che coordinare la pubblicazione di un libro con un evento mediatico come il lancio di una serie tv, se pur di vitale importanza, non è facile.
Una pagina pubblicitaria all'interno del volume, un bollino adesivo sulla copertina e una proiezione in anteprima a cui presenziare come editore, da fuori possono sembrare fesserie ma, quando si tratta di coordinare diverse persone e uffici (di qua e di là dell'Oceano) che devono autorizzare ciò che si va a fare, credetemi, anche la più piccola fesserie si mangia un sacco di tempo.

E così, per tanti motivi che è qui inutile elencare, il volume 7 di TWD, anche se editorialmente chiuso da diverse settimane, avrebbe potuto raggiungere il distributore solo giovedì (cioè dopodomani), ovvero in tempo per portarlo in fiera e venderlo nel suo stand, ma non in tempo per farlo avere prima della fiera anche alle fumetterie che lo avevano già ordinato da mesi.

Per questo, come editore, ho appena fatto una scelta: comunicare al mio distributore che non gli manderò The Walking Dead vol. 7 insieme al resto dei volumi arretrati che mi ha ordinato ma che, invece, glielo farò avere solo la settimana prossima, così da poterlo poi distribuire alle librerie dopo la fiera di Lucca.

Personalmente credo che il problema dei tre distributori che, nelle fiere, investono così tante energie a fare concorrenza alle librerie vendendo le novità direttamente al pubblico, non sia un problema da poco (soprattutto, per me, problema di forma mentis), così come ritengo da tempo un problema non da poco quello di un'editoria libraria a fumetti praticamente appiattita su un unico evento fieristico come quello di Lucca (su cui infatti, per far cassa, concentra la maggior parte delle sue uscite).
Sono problemi importanti e, se me lo chiedete, vi rispondo che questa scelta fatta su TWD non li risolverà di certo.

Però è un segno.

Perché The Walking Dead  è un prodotto editoriale che vende molto bene, perché la fiera di Lucca cade nel momento di maggior visibilità dato dalla serie televisiva e perché sono convinto che se in questi anni il titolo è piano piano cresciuto fino ad arrivare al successo di pubblico che ha oggi è anche merito del lavoro fatto dai librai che lo hanno acquistato e consigliato ai propri clienti.
E, quando arriva il momento di raccogliere i frutti del lavoro fatto, per me non si deve mai dimenticare chi ci ha dato una mano a raggiungere i nostri obiettivi.

Come sa bene chi segue quello che scrivo in giro per la rete, i miei rapporti con i librai sono spesso stati burrascosi e più volte mi sono trovato ad essere critico nei confronti di certe scelte di alcuni di loro – o di associazioni che ne rappresentano altri – in cui, personalmente, leggevo segni di una chiusura mentale e di poca fiducia del proprio interlocutore.

Ma, in parallelo a questo, mentre saldaPress si preoccupava di produrre buoni libri che le librerie potessero vendere bene, credo di essere sempre stato onesto nelle mie scelte editoriali, di avere sempre accettato il confronto dialettico e di aver sempre sottolineato che l'esistenza in Italia di una rete di librerie dedicata al fumetto, pur con tutti i suoi limiti strutturali, sia qualcosa da tutelare e da far crescere lavorando tutti insieme, editori, librai e distributori.

Le librerie di fumetto sono una risorsa per editori e distributori e, in questo momento di grave crisi del mercato, è importante fare gesti concreti nella direzione del consolidamento e della protezione di questo canale di vendita che – io non me lo dimentico mai – paga tutto ciò che fa entrare nei propri negozi, che lo venda o meno.

Gesti concreti come, appunto, quello che abbiamo scelto di fare noi oggi con TWD, una presa di posizione che significa che, al di là di tutte le chiacchiere che si possono fare, noi di saldaPress nella rete delle librerie e nell'impegno delle persone che ci lavorano ci crediamo.

mercoledì 20 ottobre 2010

Nella vita basta aspettare.

Ecco che ORA mi spiego meglio il perché di tante lisciatine di ComicUs e soprattutto degli amministratori del suo forum al cagnolino Cliff e ai suoi padroni (nonché le bastonate per chiunque provasse anche solo a sollevare dei dubbi sull'opacità di certi aspetti della cosa).

Per citare a braccio David Mamet:
- Sono i soldi che fanno girare il mondo.
- Ma non era l'amore che lo faceva girare?
- Sì, l'amore per i soldi.

lunedì 18 ottobre 2010

E ora qualcosa di completamente diverso.

Adoro le giornate in cui per caso scopro qualcosa.
Tipo che qualcuno sta lavorando al terzo capitolo delle avventure dei Ghostbusters.
Speriamo che concretizzino l'idea per il personaggio di Bill Murray.

sabato 16 ottobre 2010

Giorgio, please...

"Andrea G. Ciccarelli, Direttore editoriale di Saldapress, interviene sull'evento dicendo: "qualcosina in più dal programma vi confesso che me l'aspettavo". Tutte le critiche di Ciccarelli potete leggerle QUI."

Vedi Giorgio, come ti dicevo, il "come" si scrive di qualcosa è importante quasi quanto il "cosa" si scrive.
Ed è questo che, di base, per me rende poco condivisibili le opinioni che esprimi su Fumetto d'Autore: tu del "come" te ne freghi.
Tu e Bottero siete convinti che a Lucca andrà in scena un attacco al vostro lavoro da parte di qualcuno che non ha neppure le carte in regola per parlare di diritti e doveri e, su questa base, reagite in una maniera che trovo così scomposta da rasentare a volte la tenerezza.

Io non scrivo solo che dal programma della conferenza di Lucca mi aspettavo qualcosa di più e soprattutto QUI (ma anche QUI) non scrivo solo critiche.
E, sì, ci vuole onestà intellettuale ad usare i virgolettati.

giovedì 14 ottobre 2010

La rivoluzione in mano ai lanciatori di coriandoli.

La riassumo in due righe: a riguardo degli Stati Generali del fumetto a Lucca mi tocca dare ragione a quello che scrive QUI Alessandro Bottero.

Detto questo, come si dice, "piuttosto che niente, è meglio piuttosto" e ognuno organizza quello che gli pare come gli pare ed è bravo lui/loro che l'ha/hanno organizzato (io non ne sarei stato capace).

Ma, nello specifico:

- piaccia o non piaccia, Fumetto d'Autore, pur con voce critica e un po' inculenta (aggettivo reggiano che non credo serva tradurre), è stato l'unico sito d'informazione fumettistica a riportare puntualmente quello che succedeva intorno a questo evento (e quindi, come scrive Bottero, contribuendo a tenerlo al centro dell'attenzione del mondo del fumetto on-line). Dove stavano tutti gli altri? Probabilmente a guardare Happy Days in tv.

- si è partiti con delle premesse (labili, va detto, ma comunque vitali) e, a leggere il programma della tavola rotonda, sembra che si andrà a parare dalle parti del finale di 8 e 1/2 di Fellini: tutti in scena (tranne distributori ed editori che però, se vogliono, possono partecipare. Come? Alzando la mano e parlando dalla platea? Mmm...)

- 3 ore per tutta quella gente? Rischia di diventare una puntata lunga de "La sai l'ultima".

- Milazzo, l'avv. Pellegrino e Toninelli li avrei rimandati a una seconda data del tour (guadagnando così 30 minuti per gli altri relatori)

- l'appunto di Bottero su AFUI non fa una piega (pur essendo il proverbiale segreto di Pulcinella, AFUI non rivela le sue cifre, quindi ve le rivelo io: come iscritti non raggiungono il 10% delle fumetterie. Liberi di smentirmi, se volete)

- trovo un po' limitativo che le ipotesi di mercato siano rappresentate dalla rivista Pic-nic e dalla sua seppur interessante idea editoriale.

Posso dire la mia da uomo di sinistra un po' naif?
Ma, benedetti giovini (VECCHIO uomo di sinistra un po' naif) che avete organizzato questa tavola rotonda, ma perché quelle tre ore lucchesi non ve le siete prese per urlare al cielo che ne avete le palle piene di questo e di quello e pure di quell'altro, cioè dando una forma concreta a tutto quello che è stato scritto on-line in tutti questi mesi?

Urlare. Così: AAAAAAARGHHHH!!!!! Per tre ore. Come una grande performance lucchese.

Perché tutta questa volontà a rientrare nei ranghi ancora prima che arrivi qualcuno a dirvi di farlo?
Avevate l'occasione per mettere in piedi qualcosa di vivo, di vitale, di dimostrare con i fatti che qualcosa di nuovo può nascere anche quando non si sa bene ancora cosa questo qualcosa sia. Di andare a verificare se un laboratorio per un'idea futura di editoria che comprendesse anche voi fosse ancora possibile.

E invece?

Invece ve ne venite fuori con questa scaletta che voi stessi, se anni fa l'aveste letta su un programma lucchese, l'avreste evitata come la morte. Roba da uno che che c'ha il fisico da lanciatore di coriandoli, non da uno che cercano di soffocarlo e lui non vuole morire.
Praticamente vi riunite per sancire che per tanti motivi non c'è più un futuro perché probabilmente qualcuno se l'è bellamente fottuto (analisi da cui poi, magari, avendo altre 3 ore, forse sarà possibile tirare fuori una sintesi): cazzo, concedetevi di essere un po' punk!
Per una volta provate a vedere che cosa succede rovesciando il tavolo invece di mettervi in fila per prendere la matita e il metro di carta dell'Ikea!

Come scrissi QUI, la mia fiducia nell'iniziativa l'ho riposta a priori e continuo a credere che, se da quelle 3 ore di confronto ne verrà fuori qualcosa, questo qualcosa lo si potrà giudicare solo dopo.
Però, nonostante ciò, qualcosina in più dal programma vi confesso che me l'aspettavo.

ps (x Giorgio): se proprio vuoi citare questo mio pezzo a supporto dell'idea tua e di Fumetto d'Autore che gli Stati Generali del Fumetto non servono a un cazzo e, alla fine, sono solo un pretesto per sfanculare le piccole case editrici come Cagliostro Press e Bottero Edizioni, potresti intitolare il pezzo "Andrea Ciccarelli si fa trapiantare un terzo gomito e, dalla sua casa di Montecarlo comprata coi soldi di Panini, lo mostra sul web in diretta planetaria. E poi, visto che è lì, parla anche degli Stati Generali del fumetto a Lucca"?

ps2: Vittorio Fabi è un coglionazzo, ma questo posso dirglielo solo io e pochi altri che gli vogliamo bene e che abbiamo assistito a diatribe fumettistico-culturali con protagonista Vittorio che voi umani non potete nemmeno immaginare. Per cui tutti gli altri, Di Virgilio compreso, alzarsi e pedalare.

mercoledì 13 ottobre 2010

Note in margine a una foto di due giovani artisti.


Non conosco Michele Ulisse né so di che cosa si occupa nella vita e neppure se, in questo qualcosa di cui si occupa, ha in qualche modo a che fare Alan Ford.
So solo che condivido al 100% quello che scrive QUI e che, nonostante lo condivida, provo una grande tristezza se ci ripenso riguardando la foto là sopra di Magnus e Bunker da giovani: di vita ce n'è una sola e bisognerebbe sempre cercare di invecchiare diventando persone migliori di quelle che eravamo un tempo.
Detto questo, io a Bunker, in virtù di tanti bei ricordi legati ad Alan Ford, continuo a volergli un gran bene.

Il capitalismo è come i troll: rigenera.

Sembra che Matt Groening non abbia affatto apprezzato la decisione di Fox di spostare la produzione dei Simpson in Corea (del Nord? Del Sud? Boh?) e pare che dare l'incarico al noto graffittaro situazionista Bansky di interpretare a suo modo la celebre "sofa gag" della sigla del cartone animato sia stato il suo modo per esprimere tale disappunto.

E Fox?
Beh, loro sono capitalisti seri: l'hanno mandata in onda e hanno lasciato che tutti i grafomani della blogosfera – il sottoscritto e i suoi 5 lettori e 1/2 compresi – se la rimbalzassero.



(per il mio cine-guru: se per te il Nolan di Inception è espressione di un pensiero cinematografico fascista, questo come me lo chiami?)

martedì 12 ottobre 2010

Habemus Sky!


E così, con 29 euro al mese (più un centone una tantum richiesto per adattare l'impianto satellitare del condominio) quell'elettrodomestico a forma di televisore che ho in casa torna ad avere una sua funzione: cinema, informazione e una vagonata di documentari da stancarsi di avere i ghepardi in casa.

Era inevitabile che succedesse visto che mi ero rotto di scaricare e masterizzare le serie tv che mi interessavano e che comunque, in chiaro, ormai sono anni che non esiste più nulla che valga la pena di vedere senza provare un profondo imbarazzo (e, come dice Marco, ormai la tv che trasmette il programma che vuole lei quando vuole lei e tu ti devi adattare è un anacronismo).

E poi, come ci ha tenuto a sottolineare il giovinastro che mi è venuto ad installare l'ambaradano, adesso posso anche andare a fare pipì e mettere in pausa quello che sto guardando (evidentemente i miei capelli bianchi devono avergli fatto pensare che i problemi di prostata sono ormai alla porta).

Ora Sky non è certamente la panacea di tutti i mali e immagino che nel giro di due settimane scomparirà l'effetto "Ma io quando mai riuscirò a vedere tutto questo?" (semplice: mai, perché la maggior parte è roba che non mi interessa ora come non mi interessava prima), però fatto sta che adesso, accendendo la tv, qualcosa che mi tenga compagnia per il tempo della colazione lo trovo sempre (oltre ad aver risolto pure il problema del prossimo passaggio al digitale terrestre).
Linda comunque ha già pronosticato che, con l'arrivo in casa di Sky, si smetterà automaticamente di guardare la tv in chiaro (e ci credo: pure i canali in chiaro via parabola si vedono meglio che con la classica antenna piena di disturbi). Speriamo che non si smetta anche di fare altro.

Poi, ovvio, l'incentivo all'abbonamento è stata la messa in onda da novembre su Fox della serie tv di The Walking Dead e la possibilità di ammortizzare l'investimento grazie al periodo di convalescenza che mi aspetta nei prossimi mesi (e in cui immagino che la tv mi farà abbastanza compagnia).

Detto questo, i porno a 10 euro restano comunque fuori mercato.

sabato 9 ottobre 2010

Note in margine al kit stampa.

Stavo guardando il kit stampa che AMC ha spedito per promuovere The Walking Dead (QUI).
Ricco e abbondante e pure un po' tamarro. Però ricco e abbondante.

Chiaro, AMC vive di quello che produce (e quindi devono fare promozione al loro lavoro) e con The Walking Dead, grazie anche all'accordone distributivo con Fox, stanno tentando il grande salto.
Quindi incuriosire e colpire l'attenzione di chi fa informazione è d'obbligo.

Poi mi è venuto in mente che anche da noi, in un paese dove ormai è chiaro anche ai muri che non esisterà mai una vera concorrenza televisiva,  serie di grande successo come"Il peccato e la vergogna" oppure "La leggenda del bandito del campione" avranno avuto un kit stampa.

E allora, non so perché, ma automaticamente mi è venuto in mente il giornalista di turno che apre la sua busta proveniente da Ares Film* o dalla Red Film* e dentro ci trova questo:

* provateli a cercare on-line questi colossi dell'intrattenimento televisivo. Così, tanto per capire che concezione dell'immagine hanno entità produttive come queste che riescono a vivere e prosperare solo in un mercato dove vige la logica imprenditoriale del pesce in barile.

venerdì 8 ottobre 2010

Torregaveta.

Basta continuare a sbertucciarsi il cervello su Obama, Rolling Stone e la sinistra italiana che tanto non c'è più.
Una bella canzone d'antàn del maestro Tony Tammaro, dedicata a tutti quelli che si amano di tanto amore. Mentre vi scorrono nelle orecchie le note, ognuno pensa al suo di amore tutto per intero che io penso al mio 1/2.

giovedì 7 ottobre 2010

Note in margine a Obama su Rolling Stone.


Negli USA il Presidente Obama sceglie un'intervista a Rolling Stone (questa) per mobilitare la sua base un po' disillusa (soprattutto quella giovane e progressista, vista la scelta del giornale) in vista del voto di medio termine del prossimo 2 novembre.
L'intervista del giornalista Jann S. Wenner e tutt'altro che "mi capisci, mi capisci, gomitino, gomitino" (ci sono praticamente tutte le domande più scomode su cui la base di Obama morde il freno) e le risposte di Obama sono contenute in oltre 20 cartelle di risposte mai evasive.
Su Rolling Stone.

Fermo restando che qui da noi, a sinistra, un equivalente di Obama non ce l'abbiamo (e nemmeno, in edicola, un equivalente di Rolling Stone), ipotizzando che questo leader ci fosse, quale magazine sceglierebbe per parlare ai suoi elettori disillusi per provare a convincerli che ha ancora senso andare a votare il suo programma?

Ci si potrebbe porre la stessa domanda per un leader di destra (quindi al Governo come Obama) ma, capitemi, se proprio devo buttare del tempo, preferisco buttarlo a sinistra.

martedì 5 ottobre 2010

Nota in margine ad Altroquando (a).


Altroquando è una nota libreria di fumetto di Palermo gestita dal simpatico – e competente, mi sento di aggiungere, avendoci scambiato quattro chiacchiere un paio di anni fa – Salvatore Rizzuto.
Copio dal blog della libreria: "AltroQuando è la prima fumetteria di Palermo. La trovate in via Vittorio Emanuele 143, la strada che i palermitani conoscono come il Cassaro. Una bottega dell'impossibile, che resiste dal 1991, tra fumetti, editoria alternativa, controcultura, arti sperimentali, cultura LGBT, musica etnica e indipendente... E tanto altro... tanto quando..."

Qualche giorno fa il buon Salvatore si è visto piombare in negozio nientepopdimeno che... la Digos.

"E per che cosa?", chiederete voi, miei affezionati 5 lettori e 1/2.

Fuori dal negozio, Salvatore aveva esposto uno striscione con su scritto "I love Milingo", riferendosi al noto Monsignore scomunicato dalla Chiesa. Secondo la Digos, visto che il Papa era in visita a Palermo e che il corteo papale sarebbe passato proprio davanti al negozio, quello striscione andava sequestrato.
Di più: visto che la libreria ospitava la mostra satirica "La papamobile del futuro", anche la locandina della mostra andava sequestrata. E così è stato.

Dunque, ecco qua la Digos che piomba dentro Altroquando filmata da Salvatore:



E, a seguire, Salvatore che racconta che cosa è successo:



Ora, a parte le considerazioni sulla cazzimm' con  cui gli intraprendenti agenti compiono il loro dovere (con una mimica in stile Alex l'Ariete, tanto per citare un classico del cinema italiano di tutti i tempi), io direi che, a questo punto, visto come si stanno mettendo le cose tra lo Stato Italiano e quello Vaticano e ricollegandomi al post precedente a questo, istituzionalizzare il "buongiono" proposto da Ren ci starebbe eccome.
Dopotutto, se noi deleghiamo ad un nostro diritto di cittadini in favore della sensibilità vaticana (come dice giustamente anche Salvatore nell'intervista: ci avevano detto tutto sulla circolazione e le transenne per la visita del Papa a Palermo ma si erano dimenticati di dirci che, per quel giorno, sul percorso del corteo papale era sospeso l'articolo 21 della Costituzione), allora avremo pure diritto di chiedere qualcosa in cambio.

Detto questo, massima solidarietà a Salvatore (e, a seguire, un'altra riflessione parallela che mi ha fatto venire in mente tutta questa vicenda).

lunedì 4 ottobre 2010

Nel dubbio, cita Ren.

"Nei reality Mediaset mandano a casa le persone non per l’imbarazzo che suscitano, ma perché dicono la bestemmia che indigna il retto – nel senso di anale – popolo italiano. Bene, il Primo Ministro Berlusconi ha raccontato alla Protezione Civile, davanti alle telecamere, una barzelletta che finisce con “...rco Dio”, e tutti giù a ridere. Ma i cattolici che lo votano hanno obiettato qualcosa? E il Vaticano ha forse protestato? Quindi è ufficiale: d’ora in poi potremo salutare gli amici del PDL con un “Buongiorno, ...rco Dio!”, e sarà subito un gran divertimento!"