lunedì 29 novembre 2010

Nota in margine al socialismo reale.

Avete presente l'ossessione di Berlusconi per i comunisti, quel suo infilarli in ogni discorso che fa?

"Secondo i documenti svelati da Wikileaks, il premier italiano Silvio Berlusconi è visto (NDR: dall'incaricata d'affari americana a Roma Elizabeth Dibble) con scarsa fiducia, se non con aperto sospetto, per i suoi rapporti con Vladimir Putin, di cui viene definito il "portavoce in Europa". I rapporti americani parlano di rapporti sempre più stretti tra i due leader, conditi da "regali sontuosi" e da "contratti energetici lucrativi"."

Occhio Silvio che l'inconscio è sempre più veloce di noi.

venerdì 26 novembre 2010

Problemi? Opportunità! (part 2)

Uno dei principi su cui ultimamente cerco di far ruotare la mia vita è quello per cui, se i problemi sono inevitabili, bisogna imparare a vedere le opportunità che si nascondono al loro interno.
Niente di particolarmente illuminante – è la base del pensiero creativo, in fondo – ma spesso aiuta a non farsi schiacciare da ciò che succede e, anzi, ad utilizzarne l'energia come leva per il cambiamento.

L'arrivo di Amazon in Italia, sebbene da tempo annunciato, ha fatto gridare molti alla fine del mondo imminente.
Una parte di questi, il sistema distributivo librario (Messaggerie), come abbiamo visto si straccia le vesti ma, nello stesso tempo, fa comodamente affari con Amazon. E quindi questo lo mettiamo da parte (nota a margine: forse il vero problema ci sarà quando Amazon Italia entrerà a pieno regime, ovvero comincerà a coprire molte più categorie merceologiche di quelle che copre ora. Amazon, negli USA, copre poco più del 8% del mercato librario e quindi mi immagino quali saranno qui le sue performance. Per intenderci, con un lavoro di anni mi pare che IBS, seppur in costante crescita, arrivi al 6% del mercato librario italiano).

Ma un'altra parte, visto che qui ci occupiamo di fumetti, sono le fumetterie, che, all'apertura di Amazon e alla sue offerte di lancio (PROBLEMA) hanno reagito con un lungo e ininterrotto ululato.
Lettori contenti di potersi far piovere comodamente a casa fumetti scontatissimi e venditori di fumetti spaventati dai portafogli svuotati dei loro clienti.

Indicato il problema, dove sta l'opportunità?
L'opportunità, cari venditori di fumetti, è usare questo mese il 30% di sconto di Amazon (e la sua celerità per i prodotti in pronta consegna) per accontentare quei clienti che sono stanchi di aspettare mesi per alcuni prodotti ordinati (che magari, nelle rete di vendita delle fumetterie sono esauriti ma sono ancora disponibili in quella della varia). Ci perdete qualche punto percentuale, dovete pagare sull'unghia ma avete fatto una vendita e accontentato un cliente.

Ma la vera opportunità è far leva sul fatto che, come spiegato nel post precdente, la più grande libreria del mondo oggi non ha accesso a quelle migliaia di titoli a fumetti a cui voi avete accesso.
Comunicarlo. Far girare la voce. Gridarlo forte e chiaro. Renderlo il centro del piano di comunicazione di quella che oggi è l'unica associazione che riunisce i gestori di fumetterie italiane (AFUI) e che invece, in questo momento, sembra muta di fronte a questa situazione.

Oggi – credo ancora per poco, perché gli editori li devono vendere i libri che stampano – le fumetterie (e i tre distributori Alastor, Pan e Starshop) hanno in mano un quasi monopolio sulla distribuzione della produzione libraria di fumetto in Italia ed è ora il momento di farlo fruttare questo quasi monopolio, smettendo di urlare alla luna (Amazon oggi non costituisce un problema per il mercato del fumetto in Italia) e mettendo invece velocemente in piedi una comunicazione che evidenzi l'unicità del canale di vendita delle fumetterie.

In parallelo, oggi, con l'arrivo di nuove forze in campo come Amazon, è tempo che i rallentamenti (in alcuni casi veri e propri blocchi) della rete di vendita delle fumetterie, smettano: se Amazon mi consegna un libro in 24 ore, non può più esistere che la fumetteria non sappia dire al cliente quando il libro ordinato arriverà perché il distributore X nicchia sull'ordine del distributore Y.
In questo momento, per permettere acquisti rapidi che soddisfino la clientela e generino liquidità nelle casse delle fumetterie, sarebbe bene che tutti potessero acquistare tutto da tutti.
Ma se Pan e Starshop non sono in grado di staccare la loro attività distributiva dagli ordini di scuderia del proprio editore di riferimento (che ovviamente vorrà sempre privilegiare il prodotto Panini e Starcomics rispetto a tutti gli altri), allora è tempo che ognuno pubblicizzi e venda solo i propri prodotti.
Che, comunque sia, sono unici.

Oggi tutti i libri a fumetti si possono trovare solo in fumetteria. Fatelo sapere in giro.
È una situazione che non durerà ancora a lungo. Approfittatene.

giovedì 25 novembre 2010

Problemi? Opportunità! (part 1)

Patapìm e patapàm, giusto in tempo per il Natale (periodo in cui, si sa, gli italiani si scoprono acquirenti compulsivi di libri e grandi consumatori di cinema), Amazon sbarca finalmente nel nostro Belpaese.

Aggressiva come il vero Capitalismo le impone di essere (e infatti lo scrivo con la "C" maiuscola), l'Amazzone si presenta con un bel 30% di sconto su tutti i libri dell'universo per un mese che fa gridare a molti "dumping!!!!!"
Non paga di ciò, ci schiaffa un'offerta per cui se paghi 10 euro, per un anno non paghi più le spese di spedizione sui tuoi acquisti (e comunque se spendi 19 euro, la consegna è gratis lo stesso).
Anche Alberto Ottieri, capo supremo di Messaggerie (e quindi anche del vero competitor di Amazon: IBS), sulle pagine del Resto del Carlino che leggo al bar aspettando i fusilli al pesto, si lamenta del colpo sotto la cintola. Non si fa. Si affonda il mercato e si mettono in ginocchio le librerie che, nei piccoli centri sono un risorsa culturale, dice lui.

Siccome sono Andrea G. Ciccarelli e pubblico libri, è ovvio che la prima cosa che faccio è andare a vedere se dentro il panierino di Amazon ci sono anche i miei di libri.
E ci sono.
Tutto il catalogo saldaPress. Scontato del 30%, ovviamente.

Ora il problema è che io ad Amazon i miei libri non glieli ho dati.
E nemmeno il mio distributore glieli ha dati.

E allora chi glieli ha dati?
Semplice, cari i miei 5 lettori e 1/2: nessuno.
Perché... non ce li hanno.

Andiamo con ordine e limitiamo il discorso a ciò che mi interessa: i fumetti.
I libri del catalogo saldaPress (che sono libri a fumetti) su Amazon risultano tutti ordinabili ma, per la maggior parte, la disponibilità che ne ha Amazon è di... ZERO COPIE.
Quindi sono solo prenotabili.

Di alcuni (Uomo tigre 1 e 2, The Walking Dead 1, Twisted Toyfare 1, Liberty Meadows 1 e Re in Incognito) la disponibilità che ne ha Amazon è di... UNA COPIA (Solo 1 copia rimasta... Ordina presto!).
E, mentre giro per il sito amazzonico, in questo scopro che come editore siamo in buona compagnia: libri su libri a fumetti sono presentati con la loro bella immaginetta ma la loro disponibilità presso Amazon è di... ZERO COPIE.

Ora, ve lo immaginate un immenso magazzino con 1 copia di tutti quei libri a fumetti, appoggiata sugli scaffali in attesa che il fumettofilo di turno la richieda e se la porti a casa?
È un'immagine molto struggente ma, capirete anche voi, un po' fuori dal mondo.

Quali sono i libri saldaPress che Amazon ha disponibili in una copia?
I 6 elencati sopra che, guarda caso, sono quelli che nel corso dell'ultimo anno saldaPress ha distribuito nel circuito della varia tramite Pegasus/Alastor che si appoggia a De Agostini che si appoggia a... Messaggerie (cioè gli stessi che qualche riga sopra si strappavano le vesti per l'arrivo di Amazon in Italia).

E secondo voi di quei titoli Amazon ne ha davvero una copia per?
Ma manco per niente: è Messaggerie che ne ha qualche copia e, se voi la ordinate ad Amazon, Amazon la chiede a Messaggerie che, se gliene è rimasta ancora qualcuna, gliela da.
Fine del giro.
Gli altri, quelli a zero copie, sono solo codici ISBN che Amazon ha pescato e che ha incollato sul proprio sito.

Tradotto:

1. quella che dovrebbe essere la più grande libreria del mondo, per ciò che riguarda i fumetti, oggi è come la libreria Mondadori sotto casa vostra: tolti i soliti Tex, ManaraDylan Dog o Lupo Alberto, degli altri 30 libri a fumetti che un giorno un agente librario con la cravatta ha presentato al libraio assonnato mostrandoglieli una scheda che ha suscitato nel libraio la reazione standard ("Che è? Un fumetto? Vabbè, mandamene una copia anche di quello che tanto se non lo vendo te lo rimando indietro"), di qui 30 libri Amazon in casa non ne ha nemmeno una copia, nemmeno sullo scaffale in alto messo di costa. Però se lo volete ve lo ordina.
E ripeto: stiamo parlando della minima percentuale di libri a fumetti (ossia di quelli che girano sul circuito della libreria di varia), non di tutto quello che in forma di libro a fumetti esce oggi in Italia.

2. se oggi andate su IBS è acquistate una copia di The Walking Dead con il 20% di sconto, IBS, se ha esaurito il suo magazzino, contatta il saldaeditore che gli spedisce la copia richiesta e voi avete il libro che volevate.
Stessa cosa se entrate in una fumetteria: se Pan o Starshop non si mettono di mezzo, voi ordinate la vostra copia di The Walking Dead, la copia vi arriva in casella alla prossima consegna e di solito il venditore di fumetti vi fa il 10% di sconto.
Se invece, allettati dal 30% di sconto, la copia la ordinate ad Amazon, oggi come oggi l'ordine nasce e muore lì e a Natale niente zombie per voi.

Ma il titolo del post è "Problemi? Opportunità!". A che cosa mi riferisco?
Ve ne parlo al prossimo post.

Per adesso dico solo che, partendo da ciò che ho scritto qui, tirerò benevolmente le orecchie ad AFUI (cioè l'unica associazione di categoria dei rivenditori di fumetti in Italia, quindi la tirata d'orecchie se la beccano loro. Ma, chiariamoci, la tirata d'orecchi non è solo per loro).

Romanzo criminale 2.


Seconda stagione di Romanzo Criminale su Sky.
Non ho visto la prima. Mi guardo lo stesso il primo episodio.

Trama: quarcuno ha steso er Libbanese. Nun lo doveva da fa'. E Mo' so cazzi.

Mentre sullo schermo scorre questa osannata serie televisiva dove, nelle scene notturne, la luce 2 volte su 3 è dall'alto e radente, con una resa fredda e verdastra creata in postproduzione e, soprattutto, tutto è "aoh", "anvedi", "anfatti" e "anfame", ripenso a I soprano e, improvvisamente, quello che sta andando in onda mi appare così... buffotto.
Forse migliore rispetto all'offerta televisiva nostrana. Ma comunque buffotto.

(che poi qualche sospetto poteva sorgere già ascoltando la caratura di questo brano musicale)



(... e non riesco a decidere se, nel panorama musicale italiano, siano più buffotti  Le Vibrazioni o i Negramaro)

venerdì 19 novembre 2010

Manca un pezzo del ragionamento.

Tutto il fumettomondo italiano (con a capo i gestori delle fumetterie) si sta appassionando da mesi al tema "Che fine hanno fatto gli arretrati Planeta?" (che ovviamente appassiona perché si porta dietro la domanda "Ma Planeta che accidenti vuol fare in Italia?" che sembra tanto una di quelle domande che, in una coppia che si è ormai sfasciata ed è arrivata davanti al terapista, uno dei due partner pone all'altro).
Comunque stiano le cose con Planeta in Italia – e, come cantava Battisti, "lo scopriremo solo vivendo" – dopo una serie di interviste al buon Pasquale Saviano di Alastor QUI e QUI, sull'argomento interviene anche il Botterone nazionale QUI.

Ora, io ho letto tutto ma, da parte mia, resta ancora una domanda: ma questi arretrati di cui si parla tanto, fisicamente esistono o no?

Ovvero, se il primo ordine dall'Italia di Alastor è 100, in Spagna Planeta stampa 100 e quelli manda?
Oppure stampa 200 e 100 ne manda e altri 100 se ne tiene là?
E, in questo caso, non vale il ragionamento fatto altrove, ovvero che il fermo del magazzino è un danno per chi per quella merce ha già pagato (ossia l'editore, Planeta)?
Vorrebbe ciò dire che, mese dopo mese, i magazzini spagnoli di Planeta si stanno riempiendo di libri a fumetti in attesa di giorni migliori in cui venderli?
Oppure, più semplicemente il primo ordine è semplicemente l'unico ordine e il successivo è ristampa (e, si sa, per ristampare ci vogliono i numeri)?

Non sembra anche a voi che manchi un pezzo del ragionamento?

(Divagando: quella là in alto è ovviamente un'immagine, tratta da I predatori dell'arca perduta, del magazzino in cui, alla fine del film, va a finire l'Arca dell'Alleanza. Leggendo sul web, ho scoperto che Lucas & Spielberg non si sono inventati niente e che l'FBI americana ha davvero un magazzino così. Questo:



Leggete QUI se vi interessa saperne di più. Forse dentro ci sono anche i cofanetti perduti di Preacher...)

(Scherzetto: anche l'immagine sopra è presa da Indiana Jones, quello del 2008 però).

martedì 9 novembre 2010

Vecchi ruderi.

È il colmo che la crisi di questo Governo possa finire per ruotare sul crollo della casa dei Gladiatori di Pompei. È come se si scoprisse che il Titanic è affondato per un rubinetto che perdeva.

È il colmo ed è ipocrisia allo stato puro (ovvero l'elemento principale della politica italiana odierna) perché basta andare a Pompei per rendersi conto di persona che il problema non è l'incuria di questo Governo ma, piuttosto, di questo Governo e di buona parte di quelli che l'hanno preceduto.
La sfiga di Bondi è di essere lui (e la sua inettitudine) al Ministero della Cultura quando il muro è venuto giù. Ma con Bondi sono colpevoli tutti quelli che l'hanno preceduto su quella poltrona, perché non è da oggi che su Pompei ci piove, non è da oggi che Pompei viene giù un pezzettino per volta e non è da oggi che un patrimonio come quello di Pompei (patrimonio culturale ed economico) è in mano a gente che non ha la benché minima idea di come sfruttarlo e quindi, piuttosto che iniziare da qualche parte (che non si può non tenere conto che quell'area archeologica è enorme), sceglie di restare immobile.

E poi, parlando di vecchi ruderi, io direi che è ampliamente ora di smettere di intervistare la moglie di Almirante. Donna Assunta, come sono soliti chiamarla i giornalisti con quel retrogusto che sa sempre un po' di Ventennio (anche se in realtà si chiama Raffaella...).
Ma cosa avrà da dire una come la vedova di Giorgio Almirante che, nella vita, ha fatto così tanto e contato così tanto che, alla fine, è per tutti solo la vedova di Giorgio Almirante?
Niente. E infatti quando la intervistano di solito dice coglionate prive di qualsiasi interesse che sono seconde solo a quelle della Santanché (una professionista in materia).
Almeno il marito, come ci ricordò anche il grande Paz, aveva il demerito di aver firmato nel 1938 Il Manifesto della razza e di aver collaborato dal 1938 al 1942 alla rivista La difesa della Razza.
Ma lei? Un tubo.

E invece i giornalisti italiani sono ancora lì a chiedere il parere alla vedova di Almirante.
Ma cazzo, se sentite tutta questa esigenza di parlare con il caro estinto, munitevi di tavolino a tre gambe e mettetevi in contatto direttamente con lui!

venerdì 5 novembre 2010

"Dietro le escort c'è la mafia".

Silvio, l'inconscio ti ha fregato: qualsiasi psicologo ti direbbe che questa affermazione è una palese ammissione di responsabilità (o di autoaccusa).

E, probabilmente, quando quella notte hai telefonato in Questura, inconsciamente era per costituirti.

Brutto lavoro di lifting a parte, credo che Groddeck potrebbe dire molto su quell'occhio che ti si sta piano piano chiudendo mentre l'altro resta spalancato.

mercoledì 3 novembre 2010

That's screenwriting!

Signori sceneggiatori, leggete e imparate: questo è cinema.
Una sceneggiatura già pronta da girare, con dialoghi che non ne avevamo di così belli e scintillanti dai tempi gloriosi di Risi e Monicelli.

Racconta Nadia Macrì che il presidente restò male per una sua battuta.
"Mi chiese, "cosa fa lei nella vita?". Gli risposi: "Presidente, cosa vuole che faccio, le marchette".
Allora lui fece uscire l'altra ragazza e mi riprese: "Questo lei non deve dirlo"".
Quel giorno Nadia aveva bevuto un po' troppo, è lei stessa ad ammetterlo: "Ero ubriaca. Dopo la mia risposta lui si arrabbiò. Mi disse che io parlo troppo".

Applausi per il sano pragmatismo emiliano!

Che cos'è la fiducia?

Sergio Bonelli parla delle miniserie pubblicate dalla sua casa editrice.
Rifletto sul concetto di fiducia che Bonelli esprime ma anche su quello di "maturità del pubblico" su cui è difficile essere d'accordo.

martedì 2 novembre 2010

E la tavola rotonda a Lucca?

E quindi?

Tanto sbraitare e, a 24 ore dall'ormai famosa tavola rotonda lucchese sullo stato del fumetto italiano, tutti tacciono?

Un sacco di aggiornamenti su ognuna delle conferenze stampa di editori e associazioni culturali, ma sul tanto atteso (e pre-criticato) evento niente.

Niente su ComicUS , né sito né forum (e vabbè…)

Niente su Mangaforever.

Ma nemmeno niente su Fumetto d'Autore che, in questi ultimi mesi, ha passato sotto il microscopio anche il minimo spostamento di paglia sull'argomento pressoché in tempo reale.

Che c'è? Tutti al bagno occupati a sfogliare gli arretrati Planeta acquistati in Fiera?

Quando si dice la velocità di informazione e la capacità di stare sul pezzo dell'informazione fumettistica...

TWD in tv.

Grande serata ieri, con la prima puntata di The Walking Dead in onda su Sky.

A mezzogiorno, a Lucca, me l'ero già vista in sala in lingua originale ma, alla sera, me la sono rivista più che volentieri in italiano seduto sul divano insieme a Linda

Tante riflessioni su questo inizio di serie che conto di scrivere qui nei prossimi giorni (datemi il tempo di togliere il cellophane da sopra la tastiera del Mac).

Nel frattempo, se a casa non avete Sky e non appartenete nemmeno al popolo del download, Fox da vero pusher dell'etere vi mette a disposizione GRATIS la prima puntata QUI.