giovedì 30 luglio 2009

Più verdure e meno dolciumi!

Su segnalazione di Flo (che probabilmente voleva anche esprimere in modo delicato una critica al mio regime alimentare) e per tutti gli amanti dell'animazione a passo 1 (tipo… Dave!), Sweet Dreams, il bel filmato con cui la regista Kirsten Lepore si è aggiudicata il Premio Speciale della Giuria al SXSW 2009.

Per me l'Oscar va al rumore che fanno le zollette di zucchero quando il pasticcino assembla la barca (oltre ai lecca-lecca piantati sul davanzale e alla scena di sesso cross-nutrizionale).



ps. guardatelo in modalità HQ (alta qualità) che merita.

Ecco come andrà a finire, part 2.

La prima parte di "Lost in Berlusconi" l'avevamo segnalata qui.

Va ora in onda la seconda parte:

martedì 28 luglio 2009

Anni luce avanti, part 2.


Tempo fa parlammo di David O'Reilly, uno che, quando si tratta di animazione, gioca davvero in un altro campionato.

Il sempre benemerito Dave mi segnala che O'Reilly ha firmato un video per gli U2 ("I'll go crazy if I don't go crazy tonight") che potete vedere cliccando QUI (che Youtube non mi permette di inserirlo nel blog).

Ok, visivamente i video di O'Reilly sono sempre belli, ma stavolta si vede un po' che il nostro ha lavorato perché tutti e 4 gli U2 potessero capire.

Tron Legacy.


Basta amarezza.
Il nerd che è nascosto nemmeno tanto bene in me (e che si rifiuta di trincerarsi dietro la dicitura di geek) esulta per la notizia che, nel 2011, uscirà al cinema il tanto atteso sequel di Tron, visivamente parlando un capolavoro che nel 1982 mi fece perdonare a Moebius –che aveva contribuito al design del film– tutti i peccati che stava commettendo nel mondo del fumetto.

Quindi Tron Legacy (già Tron 2.0 che era un gran bel titolo, secondo me)
Dirige Joseph Kosinsky di cui il poco che so l'ho letto qui.
Ok, le moto ora fanno le curve invece che gli angoli retti, ma chi se ne frega?
C'è ancora Jeff Bridges , forse pure John Hurt e una vocina nella testa continua a dirmi che, se tutto va per il verso giusto, sarà il primo film in cui la proiezione 3D potrebbe avere un senso.
A me è bastato il trailer per risvegliare il ricordo del sistema di controllo del cabinato da sala giochi.


ps. non è vero. Preferivo anch'io che le moto continuassero a fare solo curve di 90°.

venerdì 24 luglio 2009

Coup de théâtre!

E a questo punto, il coup de théâtre.

Ettore Gabrielli de Lo Spazio Bianco (ricordate? Avevo citato il suo sito un paio di post fa parlando di chi si occupa di informazione a fumetti in Italia) ha un momento di ritrovato orgoglio e, sul forum di Comicus, scrive:

"Se qualcuno ha il contatto di Rivi sarei felice di fargli qualche domanda. Non apprezzo i modi di Ciccarelli troppo spesso oltre il filo della provocazione, però è anche vero che questo genere di argomenti DEVONO interessare un sito di informazione. Che poi non ci sia tempo e modo di verificare, lo capisco invece molto bene, ma si tratta di due cose differenti."

Colpo al cerchio e colpo alla botte a parte, è encomiabile che almeno lui abbia mosso il culo, anche se qualcuno gli fa giustamente notare che, visto che sono 10 anni che riceve le news da Panini, non dovrebbe essere così difficile per lui trovarlo quell'indirizzo.

Trascorrono allora un altro paio di pagine di amabile conversare sul "è giusto o no fare queste domande –ma certamente non in quel modo provocatorio lì– e, in fondo, chi siamo noi che compriamo solo i loro albi per sapere gli affaracci della Panini?" che Gabrielli ricompare sulle pagine del forum e posta queste due righe laconiche:

"Sono riuscito a contattare Andrea Rivi. Mi ha detto testualmente di essere tuttora – e peraltro orgogliosamente – un dipendente Panini."

E da lì chi li trattiene più moderatori, ex-moderatori (lasciatemelo dire: i peggiori), lavoranti, wanna-be, affiliati, consociati e via dicendo a dare addosso al cretino (il sottoscritto) che avrebbe fatto su un casino per niente, che si sarebbe inventato tutto solo perché è astioso verso Rivi e la Panini e che, in ultima analisi, è stato un bene che sia stato bannato?
Nessuno!
E infatti nessuno lo fa, lasciando totale libertà alla suburra che, infatti, si sfoga dando il peggio di sè.

E così a pagina 12, dopo un paio di pagine di frizzi e lazzi (ma anche, va detto, dopo oltre 4000 visite al topic nell'arco di due giorni: e per fortuna che non interessava a nessuno), i moderatori chiudono il topic perché, è evidente dalle ultime due pagine di frizzi e lazzi, non c'è più niente da dire e, vista che la verità è stata finalmente svelata dalla telefonata di Gabrielli, in realtà non c'era niente da dire nemmeno prima.

Pausa.

Ettore (parlo con te giusto perché, nel mucchio, mi sei venuto in mente tu): io non so quale domanda tu abbia fatto tu a Rivi, se gliel'abbia fatta al telefono, di persona o via mail ma, benedetto ragazzo, secondo te, se gli hai domandato "ma è vero che non lavori più per Panini?" cosa volevi che ti rispondesse?

Ovvio che, oggi, Rivi sta ancora lavorando per Panini e, altrettanto ovvio, che ti debba dare quella risposta che ti ha dato.
Che mica è come nei film americani che, licenziamento o dimissioni che siano, prendi lo scatolone e ci metti dentro la tazza del caffè e la foto di Faraci & Schiavone che tenevi sulla scrivania e poi te ne vai lasciandoti tutti alle spalle che ti guardando in silenzio mentre cammini lungo il corridoio dell'ufficio.
Se ti licenziano o ti dimetti (è lo stesso), quando lavori per Aziende di questo tipo con quel tipo di incarico, per almeno un paio di mesi te ne stai lì dove sei a finire i compiti e, se ti dicono che nel frattempo devi sorridere e dire che il rospo che stai ingoiando è buono, ne chiedi pure un'altra razione. Perché sei un professionista e, se non fai così, sei fuori da lì e da ogni possibile altro incarico in altre Aziende dello stesso tipo.

E qui ci metto pure il carico: soprattutto lo fai quando la tua ex Azienda, quella che hai venduto per andare a lavorare in Panini, è ormai legata a filo doppio con quello che Panini (il suo distributore esclusivo e forse anche qualcosa in più) deciderà per il suo futuro.
E, in quel caso, anche per controllare quello che potrebbe succedere ai tuoi amici, al tuo posto ci rimani sorridente fino all'ultimo giorno di lavoro utile che non si sa mai che cosa può succedere.

E non credo di dovertele spiegare io tutte queste cose.

Però a questo punto non capisco una cosa.
Forse tutta questa questione di Rivi licenziato/dimissionario era una voce senza fondamento.

Forse lo era.
Ma forse non lo era.

Ma, se non lo era, che senso ha dichiarare "sto ancora lavorando per Panini ed è tutto ok" nel caso in cui, fra 3 mesi, venisse fuori che non ci lavori più (a parte i motivi di cui sopra, ovvio)?
Certo, potresti contare sul fatto che la gente, a livello di memoria storica, sta messa peggio del protagonista di Memento e che quindi, fra 3 mesi, chi si ricorderà più di quello che hai dichiarato?
O forse potresti dire "ora non ci lavoro più ma allora ci lavoravo, quindi avevo ragione io a dire che Ciccarelli è un visionario" ma, davvero, a cosa servirebbe?

Ma, questo, appunto, per citare il poeta, lo scopriremo solo vivendo e quindi facciamo passare un po' di tempo e vediamo se era tutta una chiacchiera oppure no.

La grande lezione, invece, per me, è stato vedere come, in questa storia, questa bella gente del piccolo modo del fumetto italiano si sia mossa tutta compatta (che allora non è vero che sono incapaci di attivarsi per mettere in piedi un qualsiasi progetto), come si siano davvero prodigati in molti perché chi stava creando una situazione imbarazzante per le loro carriere con delle SEMPLICI DOMANDE fosse fuori campo nel momento in cui, chi aveva interessi a farlo, si preparava ad archiviare tutto in quattro mosse (chiedo a Rivi, ho chiesto, ha chiesto quindi è vero, ergo Ciccarelli è un pirla) e, per concludere degnamente, a rovesciarmi sulla testa un bel secchiello di merda sapendo che lì sul forum dove questo stava andando in scena, grazie al ban, non mi sarei potuto difendere.

Cioè, non ce n'è stato nemmeno uno che ha alzato la mano per dire "ma senti Ettore, tu che ci hai parlato –ma ci hai parlato?– , cosa gli hai chiesto esattamente? E lui cosa ti ha risposto esattamente? Insomma, ok queste due righe che hai postato e poi sei sparito, ma ci potresti dire qualcosa di più di quello che vi siete detti in merito a questa cosa?".
Non ce ne è stato uno che si sia fatto venire qualche dubbio (magari, conoscendo Gabrielli, non è così, ma se Gabrielli si fosse inventato lui questa comunicazione con Rivi?), nessuno che abbia espresso qualche perplessità in merito a quello che era successo in questi giorni.
Tutti intenti e concentratissimi a chiudere il topic ed archiviare la pratica nel più comodo dei modi possibili.

Ho una lista tutta mia di imbecilli che ho voglia di incontrare un giorno per dirgli "Buongiorno! Sei un imbecille.". E vi assicuro che in questi giorni, con questa faccenda, quella lista si sta allungando in maniera spropositata e sta includendo persone che, davvero, non mi sarei mai aspettato di metterci dentro.

"Sono un visionario, vedo quello che non c'è. Sogno una macchina che riavvolge il tempo"
(Ivano Fossati)

Update.

Rimaniamo sull'argomento degli ultimi post.
Eravamo rimasti alle mie 10 domande a Rivi e al conseguente ban nei confronti chi si era macchiato dell'onta di porre delle domande (il sottoscritto, no?).

Come si è evoluta la situazione?

Ovviamente con moderatori e redazione di Comicus che, su mia richiesta di chiarimenti, mi inviano mail per spiegare che nessuno vuole censurare nessun altro (figuriamoci!) ma che il sottoscritto è stato bannato semplicemente perché fa casino e non rispetta le regole (nello specifico, quella di non rispondere a un moderatore quando ti riprende. Attenzione, non di non insultare – che mi sono ben guardato di fare anche se sanno solo dio con la minuscola e Tito Faraci se ce n'erano i motivi – ma semplicemente di rispondere. Se avete voglia e siete iscritti al forum di Comicus, qui c'è l'intervento che, a sentir loro, mi sarebbe costato il ban. Giudicate voi.) e che Comicus non parla di Rivi e delle sue dimissioni/licenziamento solo perché è un argomento che non interessa a nessuno e perché sono (secondo le parole del direttore di Comicus Gennaro Costanzo che si è scomodato a mandarmi un paio di mail ieri) "cose tecniche riguardanti le risorse umane di un Azienda e non un sito di fumetti" o, in alternativa, "solo pettegolezzi da trasmissione tv tipo uomini e donne".

Ma nel frattempo il dibattito va avanti sul forum concentrandosi più o meno su questi temi: "forse le domande sono giuste o forse no, però quello che è chiaro è che i modi di Garamond sono provocatori e, in ultima analisi, se Rivi è stato licenziato o si è dimesso sono solo affari suoi e volerli sapere è solo la solita espressione dell'italica caratteristica di farsi gli affari altrui".
Interviene anche l'illuminato e già citato Costanzo per sottolineare che, in fondo, il suo sito è un sito libero e che, quindi, in quanto tale non può (e non vuole) fare quelle domande a Rivi perché non accetta le imposizioni di chi (il sottoscritto) per motivi suoi personali gli dice che cosa fare e che, soprattutto, dichiara di non avere ottimi rapporti con Rivi e la Panini da sempre.
Cioè, tradotto: "non ne parliamo perché l'argomento Rivi non interessa a nessuno e perché, in fondo, tu che mi fai notare che forse sarebbe giusto parlarne sei di parte e forse anche un po' comunista e quindi contrario all'idea di libertà che Comicus promuove".

Ora, la mia poca simpatia per Andrea Rivi e la Panini, come ho già detto, non l'ho mai nascosta e, comunque sia, credo che c'entri poco sulla questione che come lettore e utente di Comicus ho posto: perché Comicus non si occupa di questo argomento? Una semplice domanda senza nessuna imposizione, a me pare.

Se Rivi è stato licenziato o si è dimesso sono cose che riguardano solo lui e i suoi rapporti con l'Azienda e non un sito che si occupa di fare informazioni sul mercato del fumetto e sui suoi protagonisti: certo, se si è dimesso perché non gradisce la nuova mensa aziendale, quelli sono ovviamente affari suoi.
Ma se Rivi si è dimesso perché non in accordo con –che so?- una politica editoriale della Sua Azienda che privilegia nuovi partner (tipo Giochi Preziosi, tanto per citarne uno) rispetto a vecchi partner (BD, tanto per citarne un altro), allora credo che la questione possa essere interessante anche per i lettori.
Come potrebbe essere interessante per i lettori sapere se Rivi è stato licenziato nel caso in cui -che so?- fosse stato licenziato perché ritenuto responsabile di qualcosa che ha danneggiato l'Azienda Panini.
Cioè tradotto, a livello di informazione giornalistica, licenziato o dimissionario interessa poco se, subito dopo, non ci aggiungi il perché.
E ci tengo a sottolinearlo: queste sono solo mie ipotesi, puri e semplici esempi per far capire che chi dice "licenziamento o dimissioni sono affari suoi" non ha capito cosa significhi fare informazione (ma non è vero: gli fa comodo far finta di non capirlo).

E, in ultimo, mancanza di interesse sull'argomento: il numero di visitatori del topic (e le telefonate e le mail che ho ricevuto in questi giorni in merito a tutta la questione) a me fanno pensare l'esatto contrario.

Questo avveniva ieri, più o meno quando il topic in questione era stato visitato sulle 3000 volte e quando, stando fermi a guardare chi passava, si era potuto notare che più o meno tutti gli addetti ai lavori (e qualche affiliato) erano passati per dare un'occhiata a come procedeva la discussione.

(continua con un… coup de théâtre!)

mercoledì 22 luglio 2009

Il sistema dell'informazione, formato bonsai (terza e ultima parte).

E qui di seguito finisce la mia mezz'ora di piccolo emulo di Barbacetto.
E finisce col botto.

Dove eravamo rimasti? Ah sì.

"Come mai Comicus, che è un sito di informazione, su Andrea Rivi e le voci del suo licenziamento/dimissioni non informa?"
BUUUUUU!!!!!

"Come mai Comicus non fa semplicemente le domande che, se poste, porrebbero fine a tutte le voci?"
BUUUUUU!!!!!

"Come mai, qualsiasi cosa io dica su quest'argomento, oggi mi becco su dei BUUUUUU!!!!!?"
BUUUUUU!!!!!
(appunto…)

Ora, chiariamoci, io non sono Giuseppe D'avanzo, Rivi non è Berlusconi e Comicus non è certamente Repubblica (e nemmeno Il Giornale), però una questione del genere si risolve molto semplicemente: ponendo di persona, sul forum di Comicus, le domande che chi si dovrebbe occupare d'informazione in quello spazio non ha voluto fare.

E le domande per risolvere tutta la questione, come va oggi di moda, sono 10 e sono le seguenti:

1. Nell'ultimo mese è circolata la voce tra gli addetti ai lavori che non sia più Lei, Andrea Rivi, a ricoprire il ruolo di Publishing Manager di Panini Comics.
Lei conferma o smentisce questa che, non essendoci state ancora comunicazioni ufficiali in merito da parte di Panini Comics, al momento è ancora solo una voce?

Nel caso in cui confermi:

2. ci può dire se si è trattato di sue dimissioni o di licenziamento da parte dell' editore Panini?

3. Se si è trattato di sue dimissioni, ci può dire quali sono stati i motivi che l'hanno portata a rassegnare le dimissioni? E, in caso di licenziamento, l'hanno informata dei motivi che hanno portato al suo licenziamento da parte dell'editore?

4. ritiene che la fine del suo incarico di Publishing Manager per Panini Comics abbia in qualche modo a che fare con la sua proprietà fino al 2005 della casa editrice BD?

5. conosce già il nome di chi verrà chiamato ora a ricoprire il ruolo di Publishing Manager da Lei occupato dal 2005?

6. In cosa consiste esattamente il ruolo di Publishing Manager di Panini Comics e in che cosa si differenzia da quello di Direttore Editoriale ricoperto da Marco Marcello Lupoi?

7. Quale peso ha il Publishing Manager all'interno di Panini Comics nel decidere che cosa viene pubblicato dalla casa editrice?

8. dopo quanto avvenuto, continuerà a mantenere rapporti di lavoro con Panini Comics oppure inizierà a lavorare per altre strutture editoriali concorrenti alla casa editrice di Modena?

9. Ritiene opportuno che siti di informazione come Comicus si occupino anche di questi aspetti dell'industria edtoriale italiana, ponendo le domande ai diretti interessati come sto facendo in questo momento con Lei?

10. Ritiene che porre le domande ai diretti interessati sia un modo efficace per evitare che false voci si diffondano inutilmente?


Volete sapere come è finita questa storia?
Ho postato sul forum di Comicus le mie dieci domande ad Andrea Rivi, Rivi non ha risposto (ma certamente ha saputo, visto l'alto numero di suoi "collaboratori" che hanno fatto capolino sul forum seguendo l'evolversi del topic. E forse anche letto a dar retta ad alcuni) e i moderatori di Comicus, ovviamente… mi hanno bannato.
Ovvero, come si diceva all'inizio, quando si tratta del peggio, nel piccolo è esattamente come nel grande: le domande, se non sono state fatte, c'è un perché e, se te le vuoi fare, te le puoi fare solo a casa tua senza rompere le balle allo status quo, grande o piccolo che esso sia.
Semplice, chiaro e lineare.

Il sistema dell'informazione, formato bonsai (seconda parte).

Bene, se avete avuto la pazienza di leggere la prima parte del mio pezzo "bonsai", qui di seguito vi aspetta la seconda.
E vi anticipo subito che ce ne sarà una terza.

Insomma, che nessuno parlasse di questa voce riguardante Andrea Rivi (voci che telefonate e mail mi confermavano già abbastanza diffusa da tempo) mi sembrava molto strano.
Tanto che a un certo punto mi viene il dubbio: e se la voce non fosse vera? E se si trattasse di una delle tante bufale del piccolo mondo (antico) del fumetto italiano?

E così che faccio?
Mi collego al forum di Comicus e l'argomento lo introduco io sotto il titolo "Bye bye Rivi?": "ragazzi, c'è questa voce riguardante la poltrona di Andrea Rivi in Panini che a me risulta che giri da un po' di tempo. Come mai nessuno ne parla? È vera? È falsa? Qualcuno ne sa qualcosa in più?"
Semplice, chiaro e lineare.

E qui la prima sorpresa.
Per prima cosa noto che attorno al topic crescono il numero dei visitatori ma resta fermo quello dei post. Cioè, segno che le persone leggono ma quasi nessuno scrive.

Poi, pian piano, cominciano a fare capolino quelli che io chiamo gli annacquatori, cioè quelle persone che, dato un argomento, intervengono rispondendo con una battuta demenziale, con due righe fuori argomento (OT, in gergo), rendendo quindi molto difficile seguire il filo del discorso. Appunto, annacquando.
Perché lo fanno? A volte perché sono persone che amano cazzeggiare, altre perché così ogni eventuale dibattito potenzialmente esplosivo (flame, in gergo) si spegne in questo mare di altro.
Cioè, è una strategia a monte di chi modera un forum per contenere il numero di zuffe quotidiane.

Ma io, purtroppo, sono uno che non molla e così continuo a tenere vivo l'argomento.
"Ok, per ora è solo una voce, ma a nessuno sembra strano che qui, dove tutto si commenta spesso molto prima che accada, questa voce riguardante Rivi e il suo incarico in Panini sia assolutamente assente?"

E qui la seconda mandata.
Prima quelli che dicono: "smettila di rompere! Sei patetico! Che tanto lo sappiamo che di tutta questa storia ne stai parlando solo perché ce l'hai su con la Panini e con Rivi". Che è anche vero. Non solo, ma anche vero.
Poi altri: "fallo per te e per noi che ti siamo amici, smettila che, come ti hanno già detto, ti stai rendendo patetico". (Gli amici…)
Poi i moderatori: "non mi interessa se qualcuno ti ha dato del patetico, state tutti zitti (tu per primo) altrimenti scatta il ban".
E vabbè…

E infine la terza mandata: "Ma non vedi che questo argomento non interessa a nessuno?"

E qui mi viene il dubbio: ma se non interessa a nessuno, come mai il numero di lettori del topic con il passare delle ore continua a crescere?

Allora, evitando di mandare affanculo quello piuttosto che quell'altro (che tanto ormai lo so che poi finisco bannato solo io) faccio una sola e semplice domanda: "premessa che questa di Rivi è al momento ancora solo una voce, un sito di informazione come Comicus che si vanta di essere un ottimo sito d'informazione e che fa da sempre dell'imparzialità la sua bandiera, non farebbe prima a smontare tutta la baracca delle voci che stanno girando, ponendo un paio di semplici domande al diretto interessato e alla sua Azienda? Chi si occupa di informazione come Comicus dice di fare, non dovrebbe fare questo?".
Semplice, chiaro e lineare.

E qui fanno capolino gli impiegati e i wanna-be, quelli che nell'ambiente del fumetto ci lavorano e quelli che ci vorrebbero lavorare, quelli per cui "se dico questo magari chi decide mi nota" e quelli che "se dico questo, allora domani potrò andare da chi decide e dirgli: io sono dalla tua parte contro i felloni e gli infigardi che vogliono solo il tuo male".
Il forum di Comicus ne è pieno. Se dai un calcio a una parete, o esce un grafico e un wanna-be.
E se ti va male male, esce Tito Faraci.

Il succo del discorso di costoro è quasi commovente da quanto è lineare: "forse quello che dici è vero o forse no, ma non importa perché tu lo dici in mala fede e non per amore della verità. E anche se fosse vero, perché lo vieni a dire qui? E anche se fosse vero, cosa vuoi che cambi se quel posto lo ricopre Rivi o Pincopallo, visto che tanto le decisioni –noi addetti ai lavori lo sappiamo– si prendono altrove e tutto è un grande meccanismo più grande e complesso che non è il caso di rendere pubblico alle orecchie dei comuni lettori qui sul forum? E anche se fosse vero, perché non spendi meglio il tuo tempo aggiornando il sito internet di saldaPress o facendo uscire il libro X che io e mio cugino di Ragusa lo stiamo aspettando da un sacco di tempo? E poi sei patetico!".

E chi se ne fotte? Io sto parlando di altro.
Come mai su tutto questo argomento (e solo su questo argomento) IL SITO DI INFORMAZIONE WWW.COMICUS.IT NON FA UNO STRACCIO DI INFORMAZIONE?
Che cazzo di sito d'informazione è un sito di informazione che non informa?
Che cazzo di persone sono quelle che parlano di tutto e di tutti basta che non si tratti delle beghe dei supposti potenti che danno loro lavoro o potrebbero dargliene?
Cazzo, è semplice, chiaro e lineare: si fanno le domande e, in attimo, finiscono tutte le voci.

(fine della seconda parte)

Il sistema dell'informazione, formato bonsai.

Chi segue le mie allegre scorazzate nel mondo dei forum e dei siti dedicati al fumetto, ormai lo sa che la mia espulsione (o ban, in gergo) dal forum di Comicus (uno dei più frequentati siti e, soprattuttto, forum dedicati all'argomento) è più o meno all'ordine se non del giorno, almeno del bimestre.
La più clamorosa lo scorso febbraio: reo di aver fatto notare in un mio post che la qualità del catalogo Mega (Alastor) la metteva allegramente in culo alla concorrente Anteprima (Pan Distribuzione), ero stato prontamente accompagnato dai moderatori alla porta del forum.
Lì, non datomi per vinto, avevo chiesto asilo sul suo blog al buon Andrea Voglino per rendere pubblico il mio ironico dissenso nei confronti del suddetto –e a mio parere ingiustificato– ban (e il buon Voglino che è un signore e ama l'ironia, l'asilo me l'aveva concesso volentieri).
Cioè, la più clamorosa espulsione fino ad oggi.

Che è successo stavolta?
Stavolta la questione è ancora più paradossale o, se volete, tragicomica e, in piccolo (cioè, nel formato bonsai del titolo) ci aiuta a capire che, nel sistema informativo, quando si parla di peggio, grande e piccolo sono esattamente la stessa cosa.

Andiamo con ordine.
Da un mesetto (ma qualcuno dice anche da di più), nel modo del fumetto nostrano gira una voce: il publishing manager di una grande casa editrice che pubblica fumetti (Panini Comics, ovvero, parlando di case editrici, la più grande tra le piccole e la più piccola tra le grandi) avrebbe chiesto le dimissioni del suo Publishing Manager Andrea Rivi.
O forse lo avrebbe licenziato.
O forse lo stesso Rivi se ne sarebbe andato piccato per qualcosa.
Non si sa esattamente perché, appunto, sono voci.

E fino a qui niente di strano: sono cose che succedono nel mondo dell'editoria, un direttore editoriale va e uno viene, le stagioni passano e i fumetti continuano allegramente a uscire nelle edicole, nelle fumetterie e, con molta confusione, anche nelle librerie di varia.

Ora, va premesso che dal punto di vista squisitamente personale, tra me e il concittadino Rivi (anche lui di Reggio Emilia) non è mai corso buon sangue e, per quello che mi riguarda, non mi sono mai preoccupato di nascondere ciò né a lui né al resto del popolo dei cosiddetti "addetti ai lavori" che mi conoscono e sanno bene che, quando parlo di peggio nell'editoria a fumetti, solitamente cito la Panini e, subito dopo, Andrea Rivi.
Il motivo?
Non scendendo nello specifico (il post si profila già abbastanza lungo), a grandi linee potremmo dire che mi è mai piaciuto chi non gioca pulito e Rivi, quando dirigeva Pan Distribuzioni (che, al tempo, distribuiva ancora i libri saldaPress) e nel frattempo faceva anche l'editore con BD (cioè un concorrente diretto per la nostra casa editrice) era l'incarnazione (a fumetti) del solito conflitto d'interessi di matrice italica su cui tutti alzano le spalle (e Rivi per primo visto che, di fronte alle mie osservazioni come editore, continuava a sostenere che questo conflitto d'interessi era solo nella mia testa).
Figurarsi poi quando è diventato publishing manager di Panini Comics…

Vabbè, le cose stavano così e, visto che stavano così, che ci fosse una voce riguardante il fatto che la Panini lo avesse (forse) trombato era qualcosa che mi incuriosiva: "che sarà mai successo di così grave e irreparabile da trasformare gli amiconi modenesi in feroci trombatori del povero Rivi?" mi chiedevo.
E mentre mi chiedevo questo, il tempo passava e, mentre il tempo passava, notavo qualcosa di strano: ovvero che nessuno dei cosiddetti organi di informazione che on-line si occupano dell'industria italiana del fumetto faceva nemmeno un minimo riferimento alla cosa.

Ok, tra questi organi d'informazione on-line proviamo a fare un elenco di quelli che mi vengono in mente tra i più famosi e frequentati (e che più o meno frequento anch'io):
- Comicus (e relativo forum di discussione)
- Mangaforever (e relativo forum di discussione)
- Lo spazio bianco
- Il forum dell'A.F.U.I. (l'Associazione Italiana delle Fumetterie)
- AFNews
- il forum di discussione it.arti.fumetti

(all'elenco andrebbero poi aggiunti un paio di blog di addetti ai lavori solitamente un passo sempre avanti a tutti su tali argomenti, ma, ai fini del discorso, limitiamoci ai siti e ai forum)

Bene, in nessuno di questi "posti" nemmeno una parola sull'argomento Rivi.
Eppure, se ne prendiamo uno a caso di quelli sopra (il forum di Comicus), si può tranquillamente dire che, tra addetti ai lavori e non che quel forum lo frequentano assiduamente da anni (me compreso), è praticamente all'ordine del giorno creare discussioni attorno a voci (rumors, sempre nel gergo) e commentare fino al parossisimo anche il numero di peli presenti sul sedere di qualcuno che va ad occupare una qualsiasi potrona (in Italia e oltreoceano).
Di più: alle voci spesso seguono articoli e interviste ai diretti interessati i quali, solitamente, confermano tali voci oppure le ridimensionano (smentiscono, raramente).
Ancora di più: la nuova tendenza è dare voce su alcuni di questi siti ai diretti interessati che, dai loro spazi dedicati (column, ancora nel gergo), anticipano le linee guida delle loro personali linee editoriali.

Insomma, tradotto: di tutto quello che nel mondo del fumetto accade o sta per accadere nei forum dedicati se ne parla eccome.
Di tutto tranne che delle dimissioni/licenziamento di Rivi evidentemente.

(fine prima parte)

lunedì 20 luglio 2009

Picinic! memories.


(Stesso discorso del post precedente…)

Siccome questo è un blog personale dove parlo degli affari miei, cosa di meglio che ricordare a ruota libera quello che mi è rimasto in mente del Picnic! festival 2009?

E allora ecco la Bibliocar degli Spavaldi dove, tra gli altri, sono saliti Massimo Bonfatti a raccontare come una sceneggiatura non girata di Mario Monicelli sia diventato il suo fumetto Capelli Lunghi (per me, il fumetto più bello letto quest'anno), Andrea Plazzi a spiegare al pubblico perché Stefano Raffaele per fortuna non è normale (e a presentare quindi Fragile), Luigi Bernardi che, sotto promessa di gnocco fritto (alias crescentina per i felsinei), ha letto in anteprima per il pubblico del Picnic! la sua introduzione al sesto volume di The Walking Dead.

(e, per tutti coloro che sono saliti a parlare sull'ameno veicolo spavaldiano, quest'anno, a differenza dell'anno scorso, abbiamo registrato tutti gli interventi e, quindi, sappiate che anche il resto del mondo ne potrà godere. A breve su www.picnicfestival.com)

Oppure l'arrivo alle 7 di mattina accolti dalla tragicomica notizia che non sono stati consegnati i gazebo da montare: e allora via a quello che, in omaggio a una scena memorabile del film di Kevin Reynolds del 1985, è stato subito battezzato Piano Fandango, con, tra gli altri, Claudio Sacchi di ComixComunity a dare manforte.

O anche lo striscione Picnic! montato con lo scotch e tanta voglia di stare insieme, che, dopo tutto lo sbattimento per stamparlo, se scopro chi è l'autore del gesto diciamo naif, con lo striscione ce lo incarto e lo butto nel Crostolo che così lo divorano le ponghe mannare.

E poi Marianna e Corrado che, come una squadra perfetta, hanno gestito alla grande le file per i disegni (ragazzi, fatevi assumere da un festival di fumetto qualunque che ne avete di cose da insegnargli su come si organizzano le dediche e i disegni degli autori), Massimo che non si è fermato un attimo per sbrigare tutta la burocrazia e molto di più (commento di uno degli ospiti: "mai avuto un rimborso spese così rapidamente") e Cristiana che cercava disperatamente di raggiungere quella sporca ultima meta dei 15 metri senza essere placcata.

E ancora la mamma di Marianna che arriva in soccorso con una caraffa di caffè, Stefano Raffaele in crisi d'astinenza da caffeina che cerca di intercettarla e viene invece coinvolto in una gag degli Spavaldi (scusa Stefano scusa scusa. Lo so che sei timidissimo ma… è stato troppo divertente. Anche se si vedeva che a Elena un po' le veniva da ridere e un po' pensava "oddio, non sanno che cosa stanno scatenando". Però scusa lo stesso).

E poi le spille fatte a mano da Fiorenza (ops, FluffyFlo) con una pazienza e una cura che indica chiaramente quanto lei abbia cuore questo festival e tutto quello che gli ruota attorno (spille bellissime e, infatti, andate letteralmente a ruba).

E poi Pia!, una vera star del fumetto: l'anno scorso era tra gli ospiti e non è venuto. Quest'anno non c'era ed è venuto. Però finalmente ci siamo conosciuti dopo lungo scambio e-pistolare (e ho scoperto che è anche amico del buon Enrico Fornaroli).

E poi Giuliano che disegna (e disegna da dio, che la gente lo guarda e dice: "è un autore?" No, è un ex-marò convertito al fumetto e al trasporto delle acque minerali. Cazzi vostri ora capire dove finisce uno e inizia l'altro). Solo che dio (o chi per lui) è fetente, e allora ti da i muscoli e poi te li impacchetta nella timidezza. Tè, divertiti.

E poi Andrea Voglino e signora, finalmente insieme per qualcosa che ha sì a che fare con il fumetto ma che grazie al cielo, si svolge all'aria aperta.

E poi Elia Cini che scopre quanto è divertente chiamarmi "Ciccarelli!" (che c'ha ragione lui, visto che di Andrea ormai ce n'è un'inflazione) e Simone che mi allunga sotto banco un ciauscolo fatto per l'occasione dal papà (dono graditissimo!)

Insomma, questi sono i miei parzialissimi ricordi della giornata.
Che volete? Sono i miei.
Anche perché poi, se uno che non è venuto vuole farsi un'idea meno parziale del festival, da un'occhiata alle foto che ci sono già in giro per la rete, no?

We love 9 indeed.

(Questo post era pronto già dai primi giorni di luglio ma poi, come magari racconterò qui nei prossimi giorni, la vita è ciò che accade mentre siamo occupati a progettare altro. E così lo pubblico solo ora).

Come si diceva tra le righe del lungo post prima di questo, Marcello Conta dell'art-lab spagnolo SPR/MSH (lui, la sua compagna Claudia e un vorticare di mille idee) è passato per Reggio Emilia per presentare un progetto che ha incuriosito e divertito il pubblico del Picnic! Festival.

We love 9 (questo il nome del progetto, già presentato a Madrid e che, dopo Reggio Emilia, farà tappa ad ottobre a Bilbao) era semplice: una poltrona rossa immersa nella natura, dei cuscini tutti intorno, appoggiati e appesi ai rami.
Le persone passano e si siedono il tempo di una foto che Marcello scatta loro.

Siamo precisi: la poltrona rossa era il modello Vanity Fair della collezione di Poltrona Frau (e infatti il Centro Frau di Reggio Emilia ha collaborato alla realizzazione dell'allestimento mettendo la poltrona a disposizione di Marcello) e i cuscini erano sì cuscini (nove, sempre per la precisione), però con sopra, ricamate a punto croce (ok, mezzo punto, che se no poi l'Associazione italiana Punto Croce nella persona della Presidentessa mi redarguisce) le icone del glorioso system 9 Macintosh (nostalgia geek a profusione, gente). Un modo come un altro (non è vero: un modo originale) per festeggiare i 9 anni di attività di SPR/MSH (altro che festa fighetta in discoteca come fanno tutti gli studi di comunicazione cool) .

Ora, io l'ho già detto ma lo ripeto volentieri: Marcello è sempre un passo avanti e ha un senso dell'ironia e del surreale che gli invidio molto. Per cui non è difficile capire che essere riuscito a coinvolgerlo con We love 9 nel progetto del Picnic! di quest'anno (e in quello del lancio di Fuorifoglio) è stata una cosa che mi inorgoglisce non poco (insieme al fatto che mi ha fatto un sacco piacere rivedere lui e Claudia).

Cliccate QUI per vedere le foto scattate da Marcello.
Mentre QUI potete leggere l'articolo che il web-magazine di_mad ha dedicato al progetto (e vedere altre foto: Ren rulla!).

PS: arrivati in aereo da Madrid a Milano, da lì Marcello e Claudia hanno preso il treno per arrivare a Reggio Emilia, non capacitandosi di quanto in Italia i treni oggi costino carissimi a fronte di un servizio da… carro bestiame. Non se ne capacitavano talmente tanto che hanno scattato un paio di foto e, come Zappadu, le hanno consegnate a Repubblica che ne ha pubblicata una.