domenica 30 gennaio 2011

Telltale Games, je t'adore!

Prima Sam e Max, poi Monkey Island, presto  – pare, si dice, si mormora – The Walking Dead (prima ancora Bone, ma nessuno ama particolarmente ricordarlo) e ora....



Ragazzi, c'è bisogno di dire quali sono i prossimi passi che i fan si aspettano da voi?





Coraggio, lo sappiamo che solo voi potete farcela.

Italia, la proposta Minetti.

Io come simbolo per il nuovo partito di Silvio ce lo vedo eccome.
Brava Nicole!

(ma perché l'opposizione non si mette tutta insieme e, invece di buttare soldi ed energia nell'ennesima raccolta di firme che non si sa a che cosa dovrebbe servire, non investe per creare una roba come quel Una storia italiana che, a suo tempo, Berlusconi spedì a nostre spese a ogni famiglia italiana? Praticamente potrebbero fare la stessa cosa, solo che racconti le belle cose di cui il Prez e i suoi sono stati protagonisti assoluti negli ultimi 15 anni. Esatto, combattere il nemico con le sue stesse armi e sul stesso terreno. E credo che una cosa del genere qualche voto lo sposterebbe.)

Inno italiota.

L'altro giorno 1/2 mi fa notare che per Italia, la nuova entità politica che dovrebbe andare a sostituire il Pdl/Forza Italia dopo il fallimento dell'asse con Fini e i finiani, sembra che non sia stato ancora scelto il jingle tormentone (e sembra anche che il nome l'abbiano preferito alla prima idea che l'inconscio gli aveva fatto venire in mente: Viva l'Italia. Peccato, l'acrostico VILI sarebbe stato perfetto.)

Di più: secondo 1/2 è incredibile che nessuno, nonostante quello che si sta leggendo nelle ultime settimane a proposito delle abitudini serali del Prez, abbia ancora segnalato per l'inno questo intramontabile classico. Ci starebbe come il proverbiale cacio sui maccheroni:



ps: accidenti, sembra solo ieri che si scherzava a raccogliere ortiche e si parlava tutti fittifitti delle sedute dell'uomo della Provvidenza Guido Bertolaso con la procace Francesca del Salaria Sport Village (gentilmente messa a disposizione dal grato Diego Anemone). È proprio vero che l'obiettivo di questa gente è cancellarci la memoria storica... combinandone ogni giorno una nuova.

sabato 29 gennaio 2011

V for Verissimo.

Ditemi, sono solo io o tutto questo sta cominciando ad assomigliare in maniera impressionante a V for Vendetta?

Cioè, questa idea strampalata dell'esclusiva a Bruno "la Voce" Vespa sulla whorecloud di Arcore (e da lì in poi, se passasse la geniale idea, su ogni argomento trattato durante la settimana da Porta a Porta) come la dovremmo prendere?
Male immagino, ma già solo perché questo Alessio Butti (PDL, ovviamente) ha avuto l'idea di metterla nero su bianco e proporla alla Commissione dei deputati e senatori che vigila sulla televisione di Stato.
Ma, anche ammettendo che una cosa del genere abbia senso (non ne ha), in base a che cosa –visto che è di questo che Silvio e i suoi impiegati si lamentano – Bruno Vespa e Porta a Porta andrebbero ritenuti super partes? Non si sa (ma, chiaro, si immagina comodamente).

Qui siamo davvero al delirio organizzato per parare il culo a quello che resta della libido (e, ben più importante, degli interessi economici) del pompato settantenne.

Tipo che se domani mi dicessero che un vigilante con indosso la maschera di Franco Franchi ha fatto fuori Alfonso Signorini (la Vocetta) e, rinvenendo il povero cadaverino con accanto una rosa Violet Carson, la polizia avesse trovato in casa del suddetto Signorini anche una collezione di bambole, beh, io non ci farei nemmeno una piega.
A questo punto la salma di Mike Bongiorno non sarebbe stata trafugata ma...

(senza ma: è stata trafugata ed è ad Arcore. Lui possiede il segreto per farlo ritornare.)

Detto questo e cambiando discorso, dove sono tutti quelli che abitualmente mi mandano a cagare (qui e altrove) quando c'è davvero bisogno di loro?
Bah...

venerdì 28 gennaio 2011

Minetti, minettis.

Stavo pensando a quei poveri liceali che, nel lontano futuro, si troveranno a tradurre le versioni basate sul racconto della politica dei nostri giorni (di cui con ogni probabilità si sarà smarrita ogni memoria).

– Dai, scrivi: "Poi, davanti ai magistrati, fu chiamata a deporre Nicole Minetti, la quale essendo ex soubrette e igienista dentale del Presidente del Consiglio...".
– Eh, igienista dentale.... Ti pare? Vorrà dire anche qualcos'altro. E poi i gerundi vanno sciolti.
– E invece soubrette. La versione parla di politica e processi. Soubrette è tipo per dire "che muove il culo sul palco". Mi sa che siamo fuori tema.
– Anche Nicole. Ma che cazzo di nome è?
– Minetti... nella versione di ieri Minetti non era cieca?
– Boh? Aspetta che controllo quella cosa dell'igienista... blablabla... che fa le pulizie dei denti. No, è la traduzione giusta. E dentale concorda.
– Sei un incapace. Passami l'I-Rocci, va.

Poveri liceali... (e poveri archeologi).

lunedì 24 gennaio 2011

I survived...


…e ho detto tutto.

E, per inaugurare il l'etichetta "Cose che ho scoperto solo a 40 anni", non lo sapevo mica che uno degli effetti collaterali della morfina fosse... il prurito.

E quindi lo stereotipo del tossico che, mentre ti sbiascica la richiesta di "2 euro", non smette di grattarsi ha un fondo di realtà.

mercoledì 19 gennaio 2011

Fumetti 3D.

Carmine, guarda questo.



...e poi sentiamoci per "Oudeis".

(lo so: mi rendo conto benissimo di che cosa sto scatenando ma appena l'ho visto ho detto "Wow!" e quindi ho dovuto scrivere questo post. Anche se poi, lo ammetto, il secondo pensiero è stato "Ma perché non si muove?". E quindi "Ma perché fare un fumetto invece di un normale cartone animato?". Però "Wow!" lo stesso.).

lunedì 17 gennaio 2011

Dott. Lightman, mi analizzi questo...

Secondo lei mente o no?
Immagino che abbia già notato la scrollata di spalle asimmetrica del soggetto quando parla dei festini o tutto questo scandire quello che dice con movimenti secchi delle mani, vero?
A me hanno colpito in modo particolare i momenti in cui il soggetto prende una posizione obliqua, quasi a cercare una posizione più comoda sulla sedia.
Ma non voglio condizionarla con le mie parole. Proceda pure con la sua analisi.



Che poi mentre ero lì che cercavo la versione integrale del video qui sopra (quello che si trova online tratto dal tg de La7 stringe l'inquadratura e taglia le mani, zona importantissima per capire quando e quanto uno mente) mi sono imbattuto in quest'altro che mostra tutta la stima che Obama da sempre ha per il nostro Silvio. Per inciso, il discorso che fa Berlusconi in un inglese stentato, non assomiglia in maniera impressionante a quello con cui il personaggio di Steve Buscemi entra in scena in "Boardwalk Empire"?

domenica 16 gennaio 2011

Blake & Mortimer forever.

Approfitto della segnalazione che è finalmente uscito il nuovo volume de "Le avventure di Blake e Mortimer", pubblicato in Italia da Alessandro Editore come sempre senza nemmeno una riga di credits (e quindi non sapremo mai chi è il traduttore. Che sia Alessandro in persona?) per inaugurare l'etichetta guilty pleasures del blog e quindi confessare che, sì, i fumetti di Blake & Mortimer sono tra i miei preferiti (ma non è nemmeno una gran rivelazione, visto che ne avevo già accennato QUI)

Leggo le storie di Blake & Mortimer da anni, da quando alle medie il Tosco mi girò i primi volumi firmati da Edgar P. Jacobs (quelli pubblicati da Gandus) e l'innamoramento per questa serie arrivò con Il Marchio Giallo – pietra miliare della letteratura a fumetti – e con il modo sublime in cui Tiziano Sclavi ficcò l'episodio dentro il suo "Tre".
Poi, ad un certo punto, Jacobs passò prematuramente a miglior vita, lasciando a metà una storia (intervenne Bob de Moor a completarla e, da lì in poi, due team di sceneggiatore/scrittore dello studio di Jacobs hanno raccolto il testimone per proseguire le avventure dei due eroi orfani del loro creatore).
Da allora, ogni nuovo volume è stato mio e, grazie alle ristampe, sto recuperando anche i vecchi volumi che, a suo tempo mi prestò il Tosco.

Hergè mi piaceva ma non mi entusiasmava (tranne l'avventura sulla Luna, ma solo perché avevo visto il cartone animato in tv), forse perché la parte avventurosa di Tintin me la rovinavano gli inserti umoristici di Haddock e dei Dupont e la sospensione d'incredulità richieste da cose come l'eta anagrafica del protagonista, la sua somiglianza con il mio compagno di banco alle elementari Paolo Filippini e il cane che pensava (e di tanto in tanto parlava pure).

Jacobs invece era avventura adulta, con uomini veri che facevano cose da uomini veri; e infatti, come in tutte le storie virili d'altri tempi, il legame omoerotico sotteso alla relazione tra i due protagonisti, anche se ovviamente mai mostrato, era sempre presente – basti pensare che ogni tanto si chiamano pure "old chap"...– ed era punteggiato da un'altra relazione, quella con il fetentissimo Olrik, una specie di amore e odio che, tanto per dire, il nostro Alfredo Castelli ha dichiarato di aver guardato per creare l'Orloff di Martin Mystére.
Blake & Mortimer vivevano avventure sempre sospese tra il giallo e la fantascienza, in grado di mescolare in modo unico realismo e fantastico grazie al segno raffinatissimo di Jacobs.

All'inizio, con i primi 3 volumi dedicati all'Espadon e con un segno ancora molto classico, Jacobs raccontava ancora un fumetto sostanzialmente di guerra, una terza guerra mondiale dove i cattivi erano cinesi e Jacobs non si faceva nessun problema a chiamarli "gialli".
Ma poi, con "Il mistero della grande Piramide", Jacobs si dimentica i volumi precedenti, abbandona la linea temporale dell'Espadon riportando la narrazione alla contemporaneità e cambia registro, puntando sul giallo e l'avventura esotica/esoterica (e salta all'occhio come Spielberg, più che il Tintin con cui ce la mena da 30 anni, si deve essere letto e riletto questi due volumi prima di girare i suoi Predatori dell'Arca Perduta)

Credo che mi piacessero da morire quelle pagine con difficilmente meno di 12 vignette e le vignette piene piene di testo, scritto con quell'inconfondibile carattere alto-basso che usa solo il fumetto franco-belga e, oggi più che allora, quello spreco elegantemente snob della cartonatura per sole 56 pagine in carta ruvida che raccontano una storia che riesce nello stesso tempo a proiettarsi nel futuro – un futuro immaginato nella seconda metà del secolo scorso – e a restare saldamente ancorata all'ambientazione degli anni '50.

E così, oggi, per me è impagabile la sensazione di finire di leggere un volume di Blake & Mortimer, infilarlo accanto agli altri nella libreria e restare in attesa che Alessandro traduca il prossimo e lo pubblichi in italiano.

ps: per restare in argomento, ho visto che è uscito – ma non ancora letto – anche un interessante saggio su Blake & Mortimer scritto da Guido Vogliotti e pubblicato da Pavesio Editore (questo).

domenica 9 gennaio 2011

Chi fighetto e chi ignorante abbèstia.

Buon anno.
Leggo QUI Giorgio Messina che scrive questo:

"La maschera di “Harry dice” (dietro cui si cela ambiguamente Guglielmo Nigro), rappresenta tutta l’immaturità dell’informazione on line dedicata al fumetto. Abbiamo bisogno di firme autorevoli non di fantasmi che producono vuoto pneumatico pseudointellettuale in salotti virtual-snob. Bruciare la maschera di Harry significa augurarci un 2011 migliore per l’informazione di settore. La tradizione infatti vuole che per accogliere l’anno nuovo sia di buon auspicio bruciare le cose vecchie e cosa c’è di più vecchio di una maschera che racconta il fumetto come qualcosa da elite fighetta? Non stupisce infatti che Harry abbia sempre riscosso “successo” tra i fighetti del Fumettomondo alla Roberto Recchioni. A Gugliemo Nigro l’augurio sincero di levarsi la maschera e di riuscire ad andare oltre Harry e ad essere altrettanto “autorevole” firmandosi nome e cognome. Una sfida complessa nella sua semplicità che però ci permetterà di recuperare una firma “vera” al servizio dell’informazione dedicata al fumetto e non al servizio di un fantoccio che serve solo a lui."

Primo pensiero: sono ignorante abbèstia. Infatti non so chi sia Guglielmo Nigro.
E non è nemmeno la prima volta: non appena Harry dice è comparso sulla scena dei blog fumettistici sono stati diversi tra i cosiddetti "operatori del settore" che, con atteggiamento "mi capisci-mi capisci, gomitino-gomitino", mi hanno confidato sotto voce che Harry era Guglielmo Nigro.
E io – ora lo sapete voi che mi avete rivelato questo segreto – ho sfoggiato un mezzo sorriso che avrà fatto sicuramente intendere ai miei interlocutori che sapessi di chi si stava parlando.
E invece... ignorante abbèstia.

Però – secondo pensiero – anche se non so chi è Guglielmo Nigro, leggo il blog Harry dice e mi piace/interessa quello che c'è scritto. Cosa che non posso dire di tutti i blog che leggo. O almeno non sempre.
Però Harry Dice in generale mi piace e mi interessa.

Il terzo pensiero invece è: Roberto Recchioni fighetto??!!!!
Cavolo, di tutte le cose che uno potrebbe voler scrivere di Roberto, fighetto non mi sarebbe mai venuta in mente.
Roberto Recchioni fighetto??!!!! E fighetto per che cosa?

Ma il punto è un altro (che è poi il quarto pensiero): ok, accettiamo la premessa che Harry Dice è fighetto e che anche Roberto Recchioni è un fighetto e che quindi il loro approccio al fumetto-mondo è da fighetti (ed accettiamo pure quello che da tale premessa ne deriva secondo Giorgio Messina: che sono pseudointellettuali, gente da salotti virtuali snob la cui intelligenza produce solo vuoto pneumatico. Insomma, niente di particolarmente originale: la solita terna di aggettivi che si affibbiano a qualcuno che si vuol dire che se la tira).

Ma anche premesso questo, quale sarebbe il tipo di fumetto (o di cultura) che dal mondo raccontato/descritto/promosso/appoggiato da Guglielmo Nigro e Roberto Recchioni (oppure da Alessandro Di Nocera – altro obiettivo degli strali di Messina – i cui scritti/interventi io apprezzo moltissimo) resta escluso?

E lo chiedo a Giorgio: quali sono questi fumetti di cui non si parla in giro per colpa di tutti questi fighetti che parlano e scrivono solo di fumetti altrettanto fighetti?