Per tanti motivi (e anche qualcuno di più) in questi ultimi mesi sono nel bel mezzo di una riflessione che più o meno suona come "Che diavolo ci faccio qui?"
E il qui è Reggio Emilia.
Io a Reggio Emilia mi ci sono trasferito più o meno una decina di anni fa (forse 11, forse 12. La memoria non mi assiste) quando con Marco e Andrea (e, al tempo anche Giancarlo) mettemmo su l'idea di Gruppo Saldatori (che poi, senza Giancarlo, divenne una Snc con tutti i crismi nel 1999).
Il punto è che io e Reggio Emilia non ci siamo mai fatti guerra ma nemmeno mai amati. Ci frequentiamo, a volte ci sopportiamo, e io continuo a rimproverarle che non ha il mare (cazzo quanto mi manca quel quarto lato davanti al quale sono nato) e lei a farmi notare che io all'idea di sinistra ci sono arrivato mooolto in ritardo (e qui io rilancio: "io ci sarò arrivato in ritardo, ma tu cara ne smarrisci un pezzetto ogni giorno che passa").
Lei è più grande di Fano, ma Fano, di domenica, ha i bar aperti.
Alcuni miei amici pensano che prima o poi io da Reggio Emilia me ne andrò. E probabilmente hanno ragione loro (però poi dove andrò e tutto un altro paio di maniche).
Insomma, siamo messi così.
Comunque sia, ci sono delle cose di Reggio Emilia che mi hanno fatto sempre ridere.
Tre in particolare.
La prima: i reggiani usano ancora l'espressione "perbacco". La prima volta che l'ho sentita, lo confesso, pensavo che mi prendessero per il culo.
Ero al bar.
- "Posso prendere il giornale?"
- "Perbacco."
Cioè, per me "perbacco" è automaticamente primi del '900, bastone da passeggio e baffoni con le punte all'insù. Qui invece è una parola comune, praticamente la versione g-local di "assolutamente sì".
La seconda: i reggiani non dicono "mica". Dicono (e scrivono) "micca". E sono convinti che quella con due "C" sia la versione dell'italiano corretto.
Un volta che ho fatto notare che le cose non stavano esattamente così sono stato bellamente sfanculato.
Ma la terza, per quello che mi riguarda, è in assoluto la più bella, talmente bella che ancora oggi, quando voglio mettermi alla prova, tento anche io di utilizzarla (ma 9 volte su 10 l'imbarazzo mi impedisce di farlo: segno che 10 anni e più di vita vissuta a Reggio Emilia non fanno di me un Reggiano).
Facciamo un esempio. Sei a Reggio Emilia e sei al supermercato, al bancone dei salumi ad esempio.
– Vorrei un etto di questo.
(e la commessa te lo prepara)
- Altro?
- Sì, vorrei anche due etti di quello.
(e la commessa te lo prepara)
- Altro?
- Altro.
Cioè, per i reggiani la parola che indica "Grazie, sono a posto così" quando qualcuno ti chiede "altro?" è… "altro".
Un po' come l' "how do you do?" per gli inglesi. Si risponde "how do you do?"
Altro? Altro.
Metti mai che un giorno decidessi di scrivere un libro su questi anni passati a Reggio Emilia, credo che lo intitolerei proprio così.
Ma sai che non è male come idea?
RispondiEliminaIo da Reggio me ne son andato qualche mese fa, come sai. Forse, se avessi avuto una famiglia e un bimbo piccolo non lo avrei fatto, vista la tranquillità (eccessiva, ma sempre tranquillità) del posto, ma probabilmente, a 15-16 anni il mio fantomatico figlio mi avrebbe sputato in faccia, e forse sarebbe finito nelle grinfie dello spacciatore di turno... Oggi penso che a volte Roma mi va larga, ma dopo un mio fugace ritorno di 2 giorni a Reggio, continuo a pensare che REggio sia davvero troppo stretta, ma tutti i reggiani, pur di non ammetterlo, continueranno a dirti che invece è semplicemente un modello di taglio aderente...
RispondiEliminaPerò quel @#%§ di ponte sospeso fa proprio orore co' du' ere.
RispondiEliminaFaccio un pò la gola profonda, un pò come quando trovi il mistico che ti svela i trick dell'esoterismo.
RispondiEliminaAltro è la contrazione di "nient'altro?" almeno questa è la spiegazione che ho avuto lavorando per 7 anni in un supermercato reggiano.
A quindi dici (15) che è un po' una sorta di slang yango? Pensa te…
RispondiEliminaCiao, ho alcune cose piuttosto interessanti da girarti. Non è che riesci a darmi una mail o a scrivermi su ma.andreoletti@gmail.com? Grazie mille!
RispondiEliminaI discorsi su "Perbacco" e "Altro" valgono anche per Modena! :-)))
RispondiEliminaAltro? Altro! vale anche per Firenze e Pisa di sicuro :P
RispondiEliminaanche qui a Prato l ho sentito!! "Altro? Altro." ahahaha
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