sabato 28 gennaio 2012

All-Winners Squad: Band of Heroes.

Qualche mesetto fa mi suona il telefono e, com'è come non è, mi si dice: "Sì, vabbè, però te con la Panini c'hai il dente avvelenato. Manco che Lupoi t'avesse stirato il gatto col SUV. E poi, tra colleghi non ci sfancula via web che quando inizi anche tu a pubblicare i giornaletti, anche se ancora li leggi, poi non puoi più dire che quello è bruttarello, quell'altro fa ridere come un gavettone a dicembre e quell'altro ancora è Nirvana. Non lo puoi più fare, soprattutto se usi il megafono del tuo personale blog dove, da sempre, sei severo ma giusto. Non lo puoi più dire perché tra gentlemen publishers – come io ora con benedizione dall'alto calata ti battezzo – ci si chiama al telefono in vivavoce mentre si sfreccia verso il weekend, magari ci si da un appuntamento per il brunch e poi lì, tra un croissant e un sorso di caffè lungo, ci si scambiano i consigli, così tutto l'ambiente cresce e prospera come dici tu che vorresti che esistesse un vaccino per i lettori pecoroni."

E questa era una premessa.

Ma ora parliamo di Band of Heroes, di Paul Jenkins e di quel talentaccio di Carmine Di Giandomenico che, essendo amico mio, si becca il "talentaccio" (Jenkins pure è bravo ma, non conoscendolo, non mi azzardo).

Band of Heroes è una miniserie di 8 numeri (appuntatevela da qualche parte 'sta cosa perché, ai fini del lungo discorso che sto per propinarvi, è importante) ambientata durante la seconda Guerra Mondiale, una delle tante iniziative messe in piedi l'anno scorso da Marvel Comics per fare da contorno al debutto cinematografico di Capitan America.
La storia non parla del signore con la grossa "A" stampata sulla fronte (o, almeno, per fortuna, lo fa solo marginalmente) ma di una squadra segreta di supereroi mandati al fronte a combattere in trincea  giappi e crucchi e che il Primo Vendicatore di cui sopra si limita più o meno a coordinare. Ognuno di questi eroi ha un suo superpotere e ognuno di quei superpoteri – qui l'invenzione narrativa di Jenkins – è stato al centro di un fumetto pubblicato durante le guerra dalla casa editrice Timely Comics (ovvero quella che sarebbe poi diventata la Marvel Comics), fumetti che la gente a casa leggeva e attraverso i quali l'esercito faceva azione di propaganda per gli arruolamenti.
Uso il tempo passato perché la storia inizia ai giorni nostri, quando uno di questi supereroi, Giovane Vendicatore, ormai anziano vendicatore, decide di svelare alla nipote la sua identità segreta del tempo di guerra. Le racconta anche la storia di uno di questi supereroi che la Storia (quella con la "S" maiuscola, appunto) ha dimenticato, Capitan Fiamma (sic!), spiegandole la verità dietro a quel primo numero della serie di Capitan Fiamma pubblicato ma mai arrivato nelle edicole che, però, lui è fortunosamente riuscito a salvare dal macero.
Da lì si va di flashback in flashback, a seguire la "Banda degli eroi (super)" attraverso i vari scenari dello scorso conflitto bellico mentre, nel presente, la nipote di Young Avenger (che nel frattempo è passato a miglior vita senza fare in tempo a svelare il mistero di cui sopra) indaga, facendo lo slalom tra il dio nordico Loki che gli appare in salotto, i servizi segreti e l'immancabile Shield di Nick Fury, tutti dietro quello che è conosciuto come il "Firefly project" e che pare il segreto meglio nascosto della Seconda Guerra Mondiale (ma che sono sicuro che nemmeno voi ci metterete molto a indovinare qual è).

Si diceva dell'invenzione narrativa di Jenkins.
Senza tanti giri di parole, Jenkins ci dice che le guerre si vincono tanto con le armi quanto con la propaganda, ovvero declinando a fumetti quella stessa idea che Clint Eastwood ha raccontato in Flags of our fathers.
Ve lo traduco: l'anno scorso è uscito negli USA un fumetto che diceva che i fumetti possono essere delle armi e che, durante la seconda Guerra Mondiale, quella che oggi è la Marvel Comics fabbricava armi, strumenti utili come i fucili e i cannoni a vincere la Guerra.
Che qui se uno si azzarda a scrivere "Fu vera gloria?" è un attimo che tutti lo additano come una brutta persona.

Ora, chi vi scrive, pur essendo stato per decenni lettore di fumetti di supereroi, oggi li trova una delle cose più noiose da leggere. In particolare quelli targati Marvel Comics che, per come la vedo io, hanno deciso di diventare moderni nel modo più gnocco possibile (sì, sto parlando di Civil War e di tutto quello che ne è seguito).
Ma, nonostante ciò, non mi perdo una storia che sia una di quelle che disegna Carmine per la Marvel. Perché Carmine, come già detto, è un talentaccio del narrare una storia attraverso le immagini. E lo resta anche sotto tutti quegli inutili strati di bagliori, sfocature, colori presi dalla tavolozza Carioca con cui il dio del Photoshop che gli americani adorano cerca di seppellirlo.
E in Band of Heroes Carmine è a livelli altissimi, roba che si vede lontano un miglio che, mentre sfornava una dietro l'altra le tavole del fumetto, tornava a quando aveva 8 anni e giocava coi soldatini, perché il piacere che ci comunicano le sue tavole è proprio quello (e, detto tra noi, gli elmetti degli yankee che disegna qui sono molto più belli di quelli dei crucchi che ha disegnato in Magneto Testament).

E, detto questo, ora mi tocca parlare anche di quello che proprio non mi è piaciuto di Band of Heroes.

Prima di tutto, le copertine: senza tanti giri di parole, hanno assegnato a Band of Heroes il copertinista più bolso e statico che girava in quei mesi per gli uffici della Marvel, uno dei tanti con quello stile noisamente realistico per cui un giorno Alex Ross dovrà rendere conto davanti a un tribunale (chiaro, perché chiedere a Carmine di disegnare anche le copertine quando hai sotto mano questo campioncino della mummificazione dell'azione?)
Poi, per aiutare il copertinista nella sua inefficacia, hanno deciso che questa miniserie non meritava un logo. Una bella scritta in Helvetica e via a pedalare. Vi lascio immaginare il risultato gestaltico sullo scaffale (oh, magari così piatta, nel marasma dello scaffale americano la copertina risaltava pure).
E quindi passiamo al colorista. Sai hai a disposizione il segno iperdettagliato di Carmine (che ti fa anche i toni di grigio), tu colorista devi lavorare di sottrazione. Devi fare un passettino indietro e creare dei piani che aiutino la lettura, non cercare di emergere a colpi di Photoshop (specie nelle scene di combattimento).
E soprattutto – ma qui forse le bacchettate sono da distribuire equamente tra colorista ed editor – se il disegnatore ti suggerisce che ci potrebbero essere tre piani grafici (il presente con una colorazione marvel style, un passato con colori desaturati alla Band of Brother – appunto – o alla Salvate il soldato Ryan e le pagine dei fumetti Timely raccontate a forza di retinoni sgranati), tu quel suggerimento lo devi ascoltare e seguire. Perché è la modulazione che crea il piacere di qualsiasi lettura, testone!

Ma quello che non mi è piaciuto proprio per niente è che Marvel Comics, arrivata al 5° numero (di 8, non di 108, sia ben chiaro), abbia detto "ragazzi, 'sto fumetto non vende quanto ci aspettavamo. E quindi licenziamo l'editor e decidiamo di sospenderlo").
Ma si potrà fare una roba del genere?
5 numeri già pubblicati, altri 2 già disegnati (già disegnati!) e la Marvel Comics non è nemmeno in grado di portare a conclusione la miniserie?
Sta messa bene la Casa delle idee...

E qui torniamo alla premessa (so che ve lo aspettavate, cari i miei 5 lettori e mezzo).
Facciamo finta di essere seduti al brunch e che, tra il tintinnio dei bicchieri e il brusio di cento piani editoriali pacatamente ragionati, stiamo chiacchierando amabilmente, cari colleghi editori modenesi.
Vi posso dare un consiglio? Ve lo do.

Prendete il telefono e chiamate gli uffici della Marvel Comics.
Vi fate passare Joe Quesada da Paperoga e, senza stare lì a ciurlare nel manico, gli dite: "Joe, se Band of Heroes voi non lo volete finire, lo finiamo noi italiani".
Poi, ottenuta la benedizione di Joe, fate un'altra telefonata intercontinentale e chiamate Carmine a Teramo. Gli dite: "Carmine, finisci di disegnare l'ultima storia: te la paghiamo noi. Poi prendiamo il tutto, le 5 storie già pubblicate e le 3 inedite, ti rimettiamo a posto la colorazione come doveva essere e ti ci facciamo un bel volumone che se lo pubblicassero i saldatori finirebbe diritto nella collana Maèstro. Una di quelle robe che poi lo voglio vedere Ciccarelli a dire che la Panini è la Morte Nera del fumetto italiano. Un bel volumazzo che celebri uno dei più bravi disegnatori che abbiamo oggi in Italia - sì, tu Carmine! – un disegnatore davanti al quale noi ora, con questo Band of Heroes ci cospargiamo il capino di cenere perché fino ad oggi non ci siamo nemmeno degnati di tenere disponibili per chi li voleva ordinare i 3 o 4 volumi della Marvel su cui hai lavorato".

Ecco, secondo me, questo è un bel progetto a cui una casa editrice con buone disponibilità economiche e che dice di amare il fumetto (e i suoi autori, soprattutto quelli italiani) si potrebbe dedicare senza particolari difficoltà (e notate che ho scritto "potrebbe" e non "dovrebbe").

Ma sono sicuro che voi, colleghi modenesi, ci avete già pensato e che la telefonata a Quesada è partita nell'esatto momento in cui la Marvel ha comunicato che stoppava la miniserie di Jenkins e Carmine al quinto numero.

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Piccola nota a margine per i miei cinque lettori e mezzo: se vi piace il lavoro di Carmine e vi va di fare due chiacchiere con lui sul suo lavoro, progetti passati e futuri, il prossimo 6 febbraio, fate un salto sulla sua pagina Facebook dalle 20 alle 22. Lo troverete lì pronto a rispondere alle vostre domande.


22 commenti:

  1. Bravo Andrea! mi è piaciuto il pezzo, al di là del fatto che Carmine è un gran bravo autore.
    Spero di vederlo pure io il volume Band of Heroes, se la Panini lo farà.
    mario b.

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  2. Ci avevo pensato in ottobre e lo avrei voluto chiedere alla conferenza Panini di Lucca :-) XD

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  3. Credo che si possano mandare delle mail a Lupoi per sollecitarlo. Credo anche che un progetto del genere, cioè pubblicato e non licenziato da Panini, potrebbe essere promosso più volentieri dagli autori che, mi pare, sulle cose Marvel pubblicate su licenza, non prendono royalties dalla Marvel.

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  4. Carmine è bravissimo e non penso che ci siano dubbi possibili a riguardo, e il recupero tutto italiano di storie già in massima parte sceneggiate e disegnate credo che sia in generale un'ottima idea, però mi sorge spontanea una domanda non da poco: siamo sicuri che i TESTI dell'opera meritino lo sforzo di recuperarla o dobbiamo proprio essere come ci vogliono la Marvel e tante altre case editrici, ovvero degli acquirenti di ottimi disegni?

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  5. Non ti piace Jenkins? Secondo me è bravino.
    Detto questo, è una storia della Marvel di oggi: se cerco ottime storie, mi rivolgo altrove.

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  6. Secondo me è molto sopravvalutato, ma in generale mi riferivo al fatto che se non ha venduto il problema può risiedere solo nei testi (vista la qualità dei disegni).

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  7. Poi a proposito di ottime storie un giorno parleremo di Re in Incognito. è__é

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  8. Non vorrei portare sfiga, ma potrebbe essere che produrre un volume del genere possa costare molto di più di quanto la Panini sia disposta a spendere?
    Per esempio Jenkins vorrà essere pagato per quelle 3 storie, e DiGiandomenico pure poverino.
    I diritti magari non costano granché, ma ricolorare tutto sì. Se lo fai bene.

    Poi probabile che tutto lo scherzo costi meno di Nirvana, ma costerà sicuramente più del 100% di Devil o di quello su Magneto disegnati da Carmine.

    I miei tre cents. :)

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  9. Band of Heroes: come ho scritto, l'idea di base non è male anche se quell'elemento fumetti = armi viene introdotto ma non sviluppato più di tanto (però, magari, nei 3 numeri non pubblicati il tema aveva una sua chiusura). In generale la storia, disegni a parte, mi è sembrata buona ma, ripeto, con solo una parte del racconto pubblicata è difficile dare un giudizio complessivo. Cmq, in generale, non mi è sembrata una storia fatta per piacere al lettore americano medio (= una storia confermativa) e quindi non mi stupisco che negli usa non abbia avuto successo (ma forse, più in generale, tutto quello che l'anno scorso è ruotato intorno al film di capitan America non ha fatto i numeri che la marvel/disney sperava).
    Comunque sia, chiudere la miniserie a metà (ripeto, una miniserie qualitativamente ben oltre la sufficienza) mi sembra una brutta caduta di stile da parte della Marvel.

    Su "Re in Incognito": ho letto il tuo post su Comicus e che dire? "Re in Incognito" è un'ottima storia anche se, come dici tu, è una storia senza speranza. Lo è proprio perché descrive il punto di vista di un personaggio che, per quello che viene raccontato nel libro, ha perso una sguardo innocente sul mondo (e non so se anche la speranza. Forse sì e forse no. La speranza di solito si perde e poi si riacquista e poi la si perde e via dicendo). Anche qui, posso capire perché non sia il tipo di storia che piace a te ma resta lo stesso una storia ottimamente scritta e disegnata

    ps: bestia!

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  10. x Skalda: sicuramente pubblicare su licenza costa meno che produrre, ma credo anche che Jenkins sia già stato pagato dalla Marvel per tutti e 8 i numeri e credo (sottolineo: credo) anche Carmine per i 7 che ha disegnato.
    Non voglio fare i conti in tasca a nessuno, ma credo anche che alla base di una casa editrice ci debbano essere sempre delle scelte editoriali: se vuoi fare delle cose, fai quelle cose.
    Poi, se consideri che, come casa editrice, non pubblichi solo in Italia ma in vari paesi (che quindi ti abbassano il costo di qualsiasi progetto rispetto a pubblicarlo solo in Italia), allora forse i margini per fare quello di cui sopra magari si creano. Ripeto, volendolo fare.

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  11. ps: io non ricolorerei tutto ma solo le parti della seconda guerra mondiale. Che poi, magari, nemmeno quelle sono da ricolorare ma solo da lavorare in modo tale che il risultato siano quelle tinte desaturate stile "Salvate il soldato Ryan" di cui si diceva nel post.

    Poi, ovvio, se si fa un progetto il gioco deve sempre valere la candela. Ma decidi tu quali sono le candele che il gioco deve valere (e quindi poi come giocarti il tuo investimento perché renda e non vada perso e dimenticato nel fiume di altri progetti che pubblichi).

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  12. Sul discorso "compenso agli autori" consiglio di leggere questa interessante intervista a Carmine pubblicata sul blog di Francesco Settembre (cfr. penultima domanda):

    http://prontiallerese.blogspot.com/2012/01/intervista-carmine-di-giandomenico.html

    Ecco, nel caso di una (semi)-produzione come quella immaginata per Band of Heroes anche i rapporti con gli autori potrebbero essere ripensati, proprio per renderli più coinvolti nella promozione del libro.

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  13. Vado OT ma è una cosa che mi ha fatto ghignare or ora: il tuo post più letto in assoluto è ancora "Indovina la topa", del 2009; io all'epoca ti avevo bonariamente mezzo cazziato, ma allo stato dei fatti forse avresti dovuto perseverare.
    Se avessi fatto un pò di alternanza come il RRobe tra post polemici e post di topa probabilmente avresti un nugolo di seguaci affezionati e saresti andato ad Angouleme gratis anche tu, tornando carico di BD e cognac (butta via).

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  14. Dato che sei l'editore con maggiore liquidità del momento, chiedi la licenza a Panini e fallo tu. Vuoi mettere? (Tanto non te lo daranno mai, e se c'era una possibilità che lo facessero loro, il tuo post l'ha cancellata)

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  15. La mia liquidità (su un titolo, pubblicato in un paese solo) non gioca nemmeno nello stesso campionato della liquidità di Panini (tanti titoli pubblicati in tanti paesi e, allargandoci a un discorso editoriale più ampio e quindi non limitato ai fumetti, una marea di cazzate prodotte/licenziate/distribuite in giro per il mondo che noi umani nemmeno immaginiamo). Anzi, credo che non giochi proprio lo stesso sport.
    Detto questo, che ha il mio post di così sconveniente?

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  16. Per l'OT di Skull: sì, è una cosa su cui anche io resto senza parole e, per consolarmi (o per non ammettere definitivamente che l'universo non ha senso), mi dico sempre che deve essere saltato qualcosa nel programmino che stila questa classifica.

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  17. di sconveniente? nulla, però mi sa che quelli di Panini non amano i suggerimenti esterni. tutto qui.
    scherzavo sulla liquidità. ma fino a un certo punto. lo sai meglio di me che fatturato e liquidità non sono direttamente proporzionali, anzi spesso è proprio il contrario.

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  18. Eh Luigi, se lavori a stretto contatto con le banche, fatturato e liquidità si assomigliano parecchio.
    Per il resto, non è che i nostri colleghi modenesi non amano i suggerimenti esterni (se non li amassero, perché sarebbero dei così attenti lettori delle minchiate che scrivo qui e altrove? Non avendomi ancora querelato, devo credere che siano interessati ai miei suggerimenti) ma solo che, come dire?, mi sembra che siano stati abituati un po' troppo al piacere di vincere facile.

    ps: che poi la verità è che io a Lupoi ci voglio bene. Fosse solo perché Ian McEwan me l'ha fatto scoprire lui.

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  19. "per cui un giorno Alex Ross dovrà rendere conto davanti a un tribunale "
    ogni tanto sono d'accordo con te.
    Fa piacere leggere qualcuno che mette il dito nella piaga: la colorazione digitale. Ne ha parlato anche Davide Castellazii sul suo blog.
    Ce ne sarebbero da dire a pacchi. A Lucca ho sfogliato un libro della Tunè che è reso illeggibile (nel senso di distinguere i disegni all'interno delle singole vognette) dalla colorazione.

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  20. ma scusa, ricordo solo io che la Disney ha vietato l'uso dei suoi personaggi fuori dagli USA?

    Questo che proponi non mi pare diverso alle storielle dell'Uomo Ragno per ragazzini che produceva la Panini o Marvel UK

    Gramin

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  21. (scrivendo a braccio) Non esattamente la stessa cosa perché non andresti a produrre una storia nuova come nel caso delle storielle UK dell'Uomo ragno. In questo caso sarebbe una roba ibrida perché i 5/8 li licenzieresti alla maniera tradizionale dalla Marvel mentre gli altri 3/8 li licenzieresti sempre da Marvel ma con la possibilità di modificarli (ovvio, previa loro approvazione). La variante potrebbe nascere con il numero 8 che, non essendo stato ancora disegnato, non ha avuto ancora l'approvazione ufficiale da parte di Marvel. Ma forse (dico forse), avendo la volontà questi sono tutti problemi che si superano.

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