Qual è la forma di un Picnic?
Che poi è la stessa domanda che può essere declinata in mille modi differenti (tra cui i più gettonati restano
"Ma com'è fatto un Picnic! Festival?" e
"Che cosa succede esattamente al Picnic! Festival?").
Dare un risposta non è facile ma è entusiasmante.
E l'entusiasmo è la prima chiave di volta per capire qual è la forma di un Picnic.
Da tutta Italia (e prestissimo da tutta Europa, con l'obiettivo nemmeno tanto nascosto di poter in futuro dire
"da tutto il mondo") arrivano in città disegnatori e narratori che hanno aderito con entusiasmo all'invito di disegnare per il pubblico.
Si individua un posto e, in quel posto, si allestisce uno spazio con prato, tovaglie, piatti e stoviglie.
A quel punto, dopo aver aggiunto fogli, matite e pennarelli, si fanno sedere al tavolo i disegnatori e, automaticamente, arriva tanta gente che freme per conoscere il disegnatore del fumetto che ha tanto amato, che è curiosa di vedere come è fatto l'illustratore del libro preferito dai figli (
"eh, ma c'ha gli occhiali davvero grossi!"), che vuole chiedere all'artista di fare per loro il disegno di un sole, di un lupo, di un ramarro o di un gatto che salta e afferra al volo con i denti un fagiano (e ovviamente non è possibile sostituire il fagiano con un uccello generico).
E poi bambini, un sacco di bambini che si mischiano al pubblico, che un po' fanno la fila anche loro e un po' passano dietro ai disegnatori a vedere che succede dietro alla magia da sempre legata al disegno, un po' rincorsi dai genitori apprensivi (le terribili muffe sono sempre in agguato!) e un po' liberi di mischiarsi agli adulti che chiacchierano sfogliando i libri in attesa del loro turno per un disegno o per una dedica.
E poi, alla sera, una cena tutti insieme, tra gnocco, tigelle, chiacchiere e risate, a raccontarsi gli infiniti punti di vista su quello che si è vissuto durante la giornata o a fumare seduti davanti al locale come se, invece che a Reggio Emilia, fossimo davanti al mare di Riccione pronti per una sessione di liscio.
Ecco, l'anteprima di sabato scorso nell'ambito di
Reggio Narra, nella splendida cornice della Biblioteca Panizzi (sotto lo sguardo benevolo dei
"vortici & mulinelli" affrescati nel 2004 da
Sol LeWitt) aveva più o meno questa forma, ovvero in dimensione più ridotta (di tempo e di spazio) la stessa che avrà il prossimo
28 giugno durante il Festival vero e proprio.
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