venerdì 18 dicembre 2009

Früher war alles besser!

Io l'avevo nasato che Inneres Auge di Battiato era una boiata.
L'avevo nasato perché Fleurs 2 era una boiata, perché Il Vuoto era una boiata, perché Dieci stratagemmi (per incularmi soldi) era una boiata, perché Fleurs 3 era una boiata e perché Ferro battuto era una boiata.
E, andando indietro, siamo arrivati al 2001 (che poi io ci metterei dentro anche il 2000, La cura, mezza boiata, ma alle femmine La cura piace tantotantotanto perché le femmine aspettano sempre che arrivi qualcuno che le curi. Forse perché da piccole giocavano al dottore).

Insomma, quasi dieci anni di coglionate per Battiato, almeno limitandoci a guardare la sua produzione pop (sul suo cinema, il dibattito è ancora aperto), roba fatta in fretta e con poca voglia perché del pop (qualunque cosa comprenda oggi questa parola fuori tempo massimo) e del pubblico che può seguirlo a Battiato è da tempo che non gliene frega più niente. Gli frega dell'opera lirica, della filosofia sufi, di mangiarsi la granita con Sgalambro. E dei soldi.
Ma della musica pop si capisce che Battiato ne ha pieni i coglioni. Altrimenti non si spiegherebbe come è finito a scrivere un pezzo per Tiziano Ferro .

Ora, come dice una mia amica, Battiato è il musicista più stupendamente sopravvalutato d’Italia, uno di quelli che, siccome hanno talento e hanno fatto cose oggettivamente belle, possono anche fare le più emerite cazzate e la gente grida al miracolo (“Il Maestro”).
Cioè, per continuare a citare parole altrui, stiamo parlando di uno che è capace di farsi un codino alla Tinkerbell e di cantare dello sperma degli aborigeni australiani.
E con tutta la serietà di questo mondo.

Però Inneres Auge no.
Il tutto sarà anche più della somma delle parti, come recita il sottotitolo di questa opera inutile che ha il solo pregio di durare poco (ma di costare comunque i suoi 20 e passa euro), però qualcuno me lo deve spiegare che senso ha – oltre a fottermi 20 e passa euro – fare un album per metterci dentro 6 canzoni vecchie scelte a caso nel repertorio degli ultimi 20 anni (e nemmeno poi così riarrangiate) e 4 inediti di cui due, più o meno, si posso riassumere in canzoni con testi del tipo "si stava meglio quando si stava peggio. Anche perché rubano tutti. Però va pure detto che piove sempre sul bagnato senza dimenticare che il problema di fondo è che non ci sono più le mezze stagioni".
Certo, lo puoi dire in tedesco, in siciliano, ma il senso resta quello.
E la canzone sul Tibet? "Giù le mani dal Tibet!" Una roba che canterebbe con un certo imbarazzo pure Bonnie Tyler.

Insomma, mi sono preso un'inculata ma non posso lamentarmi. Non ne ho nessun diritto. Il mio occhio interiore me lo aveva confidato in sogno. Mi aveva parlato e mi aveva detto "Ein Unglück kommt selten allein. E gioca l'82 e il 5 sulla ruota di Bologna. Che non c'è. E allora Bari. Su Bari. 82 e 5".
Era chiaro, no?

4 commenti:

  1. Però a me "il vuoto" è piaciuto molto. Questo non l'ho ancora sentito...

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  2. "Il vuoto" era ben descritto dal titolo.

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  3. Ciao Andrea. Ho compiuto un lungo percorso, dallo sfogo sul forum di ComicUs sino ad una tua intervista in rete, per arrivare al tuo blog.
    Ma questo tuo intervento sul Maestro Battiato mi ha ripagato di tutto questo "navigare". ah!ah!ah! Se c'è una cosa che adoro è demistificare qualcosa o qualcuno considerato un mito (o un maestro) inattacabile. Pur piacendomi Battiato (a livello e di musica e di testi) e FERRO BATTUTO che tu liquidi in poche battute, il tuo intervento è stato divertente e nel contempo "utile". Come il tuo sfogo riguardo al quarto numero de LA DOTTRINA. E ora mi ritrovo ad aggiungere il tuo blog tra i miei preferiti. ;-)

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  4. Tutto bene quel che finisce bene, come diceva il saggio.
    Grazie e benvenuto nel club.

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