mercoledì 18 gennaio 2012

Nirvana (reprise).


Nirvana.... Nirvana...
Dunque sì, anni fa c'è stata una serie che si intitolava Nirvana.

Mi pare che, quando uscì, il primo numero lasciò più o meno tutti perplessi. Da cosa si capì che lascio più o meno tutti perplessi? Ah, beh, soprattutto dal fatto che l'italico fumettomondo – che di solito si scambiava delle gran pacche sulle spalle per qualsiasi boiata – sull'uscita di Nirvana a grandi linee fece finta di niente.

Poi però uscì il secondo numero e la perplessità si tramutò in profondo imbarazzo. Ma imbarazzo serio, eh. Tipo quello che c'ha disegnato in faccia Fini quando Berlusconi dice al parlamentare tedesco "la raccomanderò per il ruolo di kapò".
Giuro, finivi di leggere l'albo e ti sentivi in colpa verso i bambini che in Africa non hanno da mangiare mentre tu butti via così quasi 3 euro.

Il terzo numero fu il punto più basso, roba che ancora in Panini hanno appeso al muro il grafico delle vendite con sopra scritto "quando succede questo, decapitare subito uno del marketing a caso".
Credo che fu lì che chiesero scusa a Fornaroli per Titeuf.

Con il quarto numero gli autori provarono in extremis a giocarsi la carta di una comparsata di Don Zauker ma la cosa non servì a cambiare di molto le cose.
I soliti italiani che, dopo una vita di bestemmie, in punto di morte vogliono accanto il prete...

Si dice che esista un quinto numero di Nirvana, disegnato, pagato e mai pubblicato. Si dice anche che la Bao si fosse offerta di acquistarlo per 1 milione di euro ma come leggenda fumettistica se la gioca con le tavole disegnate da Al Columbia per il Big Numbers di Alan Moore.

Pare anche che Lupoi conservi Ramiro nella grafite come Han Solo ne Il ritorno dello Jedi.
In un trittico, con RigelDavid Murphy.

10 commenti:

  1. ma io le ho viste le tavole di Al Columbia? le ho viste?

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  2. Tu non conti: pure tu sei una leggenda fumettistica.

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  3. Ho messo in bacheca il secondo numero di Nirvana, appena entro in casa è la prima cosa che vedo (la seconda è lo sguardo di disappunto di mia moglie quando mi viene incontro per salutarmi, uno sguardo che mi arriva subito dopo essersi appoggiato sulla bacheca). E' lì per un motivo, non ripetere i miei errori, ricordare che con tre euro posso comprare 2 pacchi di rotoloni regina in offerta all'ipermercato Carrefour. Ho anche scattato una foto alla bacheca, l'ho mandata a vistaprint e ne ho fatto una decina di copie, tutte raggiungibili ogni qual volta estraggo il portafoglio dalla tasca, un monito a non perseverare gli stessi errori. Il numero zero e l'uno invece li ho conservati affianco alle "avventure dei tre fantastici supermen" pubblicate alla fine degli anni '80 dalla Star.
    Comprai il primo numero convinto che fosse qualcosa di simile all'uomo ragno, proprio come ho comprato i primi numeri di Nirvana convinto che si trattasse di qualcosa di simile a Rat-Man. In entrambi i casi mi sbagliavo, l'aggravante è che ho venti anni di più!

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  4. Quindi questo Nirvana non è piaciuto un granché nemmeno a te.

    (io cmq l'ho comprato perché mi ricordavo Nirvanal, splendida parodia porno del coso fantascientifico di Salvatores. Credo che, tra un Breaking Bad e un The Shield, i paguri abbiano citato pure quello)

    http://2.bp.blogspot.com/_sRAg5FfFL90/SONh0YPb_RI/AAAAAAAAAM8/aY4XhrTjxKE/s320/Nirvanal.jpg

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  5. Rigel non me lo ricordo, David Murphy sì, ma forse tu hai dimenticato Fandango.

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  6. Panini Edizioni, stesso formato di Nirvana e Rat-man, stessa grafica, raccoglieva fumetti editi e inediti di Toffolo. Un tentativo di pubblicazione rivolta agli adolescenti romantici. Pubblicati 4 o 5 numeri, poi stop che non vendeva una beneamata.

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  7. Ah.sì.Ma non credo che, in quel caso, i diritti di sfruttamento dei personaggi siano rimasti a Panini.
    Allora, se vogliamo, aggiungiamo Arkhain, prima incursione dei modenesi in terra bonelliana.

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  8. Mi son sbagliato, Fandango è arrivato a 8/9 numeri, quindi non era pessimo come gli altri.
    Rat-man, peraltro, era già un successo prima di passare a Panini. Comunque Lupoi ha sempre ammesso pubblicamente che i fumetti italiani di Panini sono sempre stati un fallimento. Ci provano, con prudenza, ma ostinatamente. Va ascritto ai loro meriti (anche se tu, mi par di aver capito, c'hai un po' il dente avvelenato).

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  9. Questa del dente avvelenato è una cosa che sento dire in giro anch'io. In realtá non ho nessun dente avvelenato. Semplicemente mi diverto a sfancularli un po' (senza mai diee falsitá, beninteso) per il gusto di vederli diventare tutti paonazzi. Tutto lì.

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