lunedì 28 settembre 2009

District 9.


Ieri ho invitato a cena due amici e ho cucinato per loro.
Ho sminuzzato la cipolla e l'ho fatta appassire lentamente nell'olio caldo.
Poi ho preso il vitello e, insieme alla cipolla, l'ho messo a cuocere in abbondante vino bianco, rosmarino, un pizzico di timo, pochi grani di pepe nero e sale.
Il risultato l'ho fatto raffreddare e poi l'ho affettato.
Il fondo di cottura rimasto nel tegame l'ho passato e messo da parte. Non tutto: un po' l'ho lasciato nel tegame e, aggiungendoci due cucchiai di farina e correggendo con acqua (che il vino c'era già), l'ho fatto cuocere per un paio di minuti per ottenere la demi-glace (poi filtrata per eliminare i grumi).
Ho affettato a rondelle due zucchine e le ho passate in padella con un pizzico di sale e, anche qui, con poco timo.
Poi ho preso del formaggio gorgonzola e, aggiungendoci un po' di latte, l'ho fatto sciogliere in un pentolino a fiamma bassa.
A questo punto, ho impiattato: stesa una leggera base di demi-glache al centro del piatto (grande, che a me piace così), ci ho adagiato sopra le fette di vitello. Sul vitello ho appoggiato le rondelle di zucchine e sopra, a coprire (e a decorare), il gorgonzola fuso.

Non avevo una ricetta da seguire ma solo un punto di partenza (la voglia di cucinare) e uno di arrivo (la cena con gli amici) e, tra i due, una serie di ingredienti da lavorare in modo che i sapori si amalgamassero senza confondersi o annullarsi.

Il cibo e i modi in cui si prepara hanno a che fare con il linguaggio. Ogni linguaggio ha molteplici punti di svolta che ci permettono di dire (e far vedere) una cosa piuttosto che un'altra.
Scelte, percorsi che possiamo seguire ma che diventano interessanti soprattutto per il modo in cui ognuno di noi li percorre. È il percorso che crea il senso narrativo.
Dati gli stessi ingredienti, una volta cotti, potevo frullare il tutto e servire in tavola quello.
Ma sarebbe stato lo stesso?

Mi è venuta in mente questa considerazione ripensando all'atteso District 9 e a tutti i registri linguistico-narrativi che il regista Neill Blomkamp ha voluto ficcarci dentro. Questo che ci mostra sarà anche il futuro del cinema, ma questo cinema che di scelta alla fine ne fa una sola (ossia, non scegliere tra le infinite possibilità del linguaggio visivo ma proporle tutte a chi guarda simultaneamente) non è cinema che fa per me.

3 commenti:

  1. Si ok, ma a volte uno vuole anche farsi una scorpacciata di patatine fritte nella nutella e con sopra tanta maionese.
    Io il film non l'ho ancora visto e magari sarò poi della stessa opinione, ma sai com'è io mi piglio bene per quasi tutto eheheh

    RispondiElimina
  2. Se non avessi paura di offenderti, direi che anche tu mi sembri più incline ad un'estetica paratattica: infatti tu le patate le vuoi prima friggere nella nutella e poi, sopra, metterci la maionese.

    RispondiElimina
  3. Patatine fritte, maionese, nutella... magari sulla pizza...(come direbbe Abraracourcix: "Dovrei parlarne con Beniamina...").
    E mo' vediamo se il browser da pc mi passa il commento...

    RispondiElimina