Oggi prima uscita in edicola per Il fatto quotidiano.
C'era molta attesa per questo quotidiano che ha dentro firme prestigiose come quella di Padellaro, Colombo, Travaglio, Beha (soprattutto da parte dei lettori di centrosinistra, credo, che più o meno si sono abbonati in 30 mila nei mesi scorsi e che, stamattina, hanno fatto sparire quasi subito le copie distribuite), però, se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, la vedo un po' buia per tutta l'operazione.
La grafica generale è bruttina, ma questo è il meno (però è bruttina lo stesso).
Il problema è tutto l'impianto del giornale che, alla fine, sembra una versione con redazione ridotta de L'Unità. La sensazione che si ha leggendo è proprio quella che manchi una visione d'insieme che, per come la vedo io, è quella che da una redazione permette di creare un quotidiano e che, alla fine, l'unico collante sia il fatto che si deve fare qualcosa concretamente per arginare il dilagare di Berlusconi e della sua Weltanschauung.
Tipo fondare un quotidiano indipendente.
In realtà, nel suo editoriale, Oliviero Beha ci tiene a dire che sbaglia chi pensa che il fatto quotidiano sarà IL giornale anti-berlusconi ma, basandosi solo sulla lettura del primo numero, salta all'occhio che il numero delle volte in cui nello spazio delle 16 pagine del giornale viene nominato Superbanana è imbarazzante.
Chiariamoci: sono convinto anche io che il problema nasca soprattutto dall'invadenza creata dalla figura di Berlusconi (il che porta a nominarlo spesso), ma è anche vero che, di questo passo, si rischia la saturazione anche nei lettori che, come me, sono già d'accordo (e che, diciamocelo, in buona parte andranno a coincidere con gli acquirenti del giornale).
Tradotto: 7,20 euro a settimana per leggermi centinaia di volte che il problema è Berlusconi, non è proprio il mio ideale di buon investimento.
Altro passo falso (dal mio modesto punto di vista): inaugurare un quotidiano con la notizia che la Rai non vuole Travaglio ad Anno Zero (e che in realtà, a sentire quello che dichiara il direttore di Rai 2, farebbe proprio a meno di Anno Zero tout court).
Capisco il problema (e lo condivido), ma diciamo che come prima notizia di una prima uscita di un quotidiano mi sembra un po' mal collocata.
Ci sarebbero anche altre osservazioni da fare (tipo sulla pagina della cultura e quella degli spettacoli) però, visto che ho concesso a Il Fatto Quotidiano la fiducia di una settimana di acquisto e lettura (sono un uomo d'altri tempi), magari vale la pena tornarci su in seguito.
ps: la foto in alto l'ho pescata dalla rete: io infatti dopo Animals, questo mese ho deciso che non me ne frega niente nemmeno di Wired e quindi il nuovo numero l'ho comodamente lasciato all'edicolante che mi ha detto già che farà una fatica boia a venderlo.
Ho acquistato ad ora tutti i numeri de Il Fatto Quotidiano e ho notato anche io questi che tu definisci difetti.
RispondiEliminaQuello meno importante, per me che voglio leggere un quotidiano, quindi probabilmente per le notizie, è il fattore grafica. Non mi importa una cippa, ma è facile che per venire incontro anche ad un'altra fascia di lettori, questa possa essere migliorata senza troppi sforzi.
Quello dell'eccessiva presenza di Berlusconi credo sia un fattore che nel tempo verrà meno. Già nel giornale di ieri si leggevano + notizie su altri ambigui personaggi, alcuni tra le file della sinistra. Credo che lo abbiano utilizzato come focalizzatore: insomma, obiettivamente, ad oggi, c'è molto da dire su di lui.
Sto continuando a prenderlo e a leggerlo cmq con piacere, questi giornalisti sono davvero bravi. Non dico che lo prenderò x sempre perchè non ho la costanza di recarmi sempre in edicola (^^) ma finchè ci saranno cose da dire (e finalmente dette) cercherò di venirne a conoscenza :)
Nonostante i buoni propositi, io ci ho mollato venerdì. Le stesse cose che scrivono lì Travaglio & co. (e che mi trovano d'accordo) per me è più comodo trovarle altrove (rete, libri, etc.)
RispondiEliminaCIC!