lunedì 19 ottobre 2009

Imbarazzo perplesso.

Qualche giorno fa Checco Zalone canta questa canzoncina in prima serata su Canale 5:


Una boiata, spero concorderete.
Una roba imbarazzante dal punto di vista di quella che dovrebbe essere la comicità del pezzo, ma resa ancor più imbarazzante dal minuetto con la conduttrice accanto a Zalone.

Ma è così imbarazzante questo pezzo (lo ripeto: QUESTO pezzo, che altri di Zalone mi hanno fatto ridere parecchio) che, il giorno dopo, Pierluigi Battista su Il Corriere della Sera si sente in dovere di sperticarsi in lodi per l'arte di Zalone, mettendosi quindi sulla scia del dibattito su quanta libertà di parola esista oggi in Italia.

Ora non ci vuole un genio per capire che Canale 5 che, nel picco di audience della rete, fa cantare Zalone una canzone che prende in giro il mignotta-gate del Premier è lì per un ben preciso motivo: dimostrare che chi dice che in Italia è a rischio la libertà di parola dice delle cazzate.
E il pezzo di Battista del giorno dopo serve solo a ribadirlo: in Italia si può dire quello che si vuole e Mediaset è talmente libera che in prima serata può addirittura far mettere in imbarazzo il suo padrone da un ritrovato Giovenale.

Ma Zalone non è Giovenale e quella canzone è imbarazzante soltanto per la sua banalità di costruzione ("aridatece Stefano Nosei"). Peggio. Ascoltatelo il testo di quella canzone: non fa che confermare al grande pubblico, con un linguaggio che è in grado di capire, l'immagine che Berlusconi vuole dare di sè.
Altroché satira: quello di Zalone è un panegirico.

Ma allora, se è tutto così chiaro, perché caderci ogni volta? Perché prestargli attenzione e delegargli il compito di denuncia nei confronti della pochezza del Potere?
Sarà mica così difficile rimandare al mittente tutta questa spazzatura? Dirgli "Queste cagate non le vogliamo più. E non le vogliamo più proprio perché è roba vostra, è il vostro modo di raccontare il mondo e quello che stiamo dicendo è che la censura non è sulle cose che si possono dire come cercate di farla passare voi, ma sul modo in cui tutto viene annacquato nella minchionata fino a farlo scomparire, spento nel chiacchiericcio che siete bravissimi ad appiccicare sopra a qualsiasi cosa. Le vostre cazzate, dalla canzoncina di Zalone in su, fateci il piacere e tenetevele per voi."

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