sabato 14 novembre 2009

Io se fossi Bonelli.

Quest'oggetto che vedete qui sopra si chiama Kindle ed è il lettore di libri elettronici prodotto e commercializzato da Amazon, cioè la più grande libreria on-line del mondo. Acquistarlo e farselo spedire costa sui 250 dollari (forse qualcosina di più per noi europei).

Probabilmente lo avrete già visto e ne avrete già letto e sentito parlare visto che, negli ultimi mesi, non c'è stato quotidiano, rivista o telegiornale che non si sia dedicato a questo aggegio (alla sua seconda incarnazione di design) che promette di traghettare il libro (ma anche il quotidiano e la rivista) dalla forma cartacea a quella digitale.
Fare ciò è molto difficile e probabilmente non ci riuscirà Kindle ma, se non iniziano a provarci colossi come Amazon, difficilmente lo farà qualcun altro. Perché la forza di Kindle rispetto ad altri dispositivi (a cominciare dai palmari fino ai lettori dedicati) è proprio la libreria elettronica di Amazon che, di giorno in giorno, continua ad espandersi.
E come qualcuno magari avrà notato, dentro la libreria ci sono anche i libri a fumetti.
E questo ci porta all'argomento del presente post.

Ora uno dei limiti strutturali di Kindle (per il momento, credo) è che lo schermo è in bianco e nero, probabilmente per ottimizzare il contrasto dell'immagine (e quindi la lettura). O forse solo per tenere contenuti i costi.

Fatto sta che, se parliamo di fumetto, il bianco e nero esclude buona parte della produzione americana (a meno di non adattarla o di non ricorrere alle strisce) e fa entrare in campo con prepotenza quella giapponese che è già pronta per il bianco e nero e, soprattutto, può garantire una massa di titoli praticamente infinita (oltre a un pubblico molto interessato ad essa).

E questo mi ha portato a un pensiero laterale.

Al momento il punto di forza della Sergio Bonelli Editore è proprio la mole di pagine e di storie, sia quelle classiche sia quelle che vengono prodotte ogni mese.
Sono tantissime e sono tutte in bianco e nero.
Di più. Il modello Bonelliano, ogni anno che passa, entra sempre più in crisi (crisi da leggere soprattutto in funzione del non ricambio del parco lettori) e, miniserie a parte, non sembra aver messo in campo molte soluzioni al problema (un esempio per tutti: non mi sembra che sia stato mai fatto un progetto serio per sbarcare in libreria).
Le storie bonelliane, si sa, di là dell'Oceano, non hanno mai avuto troppa fortuna, probabilmente schiacciate dall'industria del comic book che, praticamente, permette a pochissimi altri generi narrativi di filtrare.

Però ora, con l'avvento del libro elettronico (di cui, chiaramente, siamo solo all'alba) siamo di fronte a un nuovo pubblico e, soprattutto, di fronte a un pubblico che, se ha acquistato un aggegio da 250 dollari, vorrà anche sfruttarlo. Cioè vorra roba da comprare e da leggere. E i fumetti, rispetto ai libri solo testuali, si leggono velocemente.

Per cui io, se fossi Sergio Bonelli, mi farei due conti su quanto costerebbe cominciare a tradurre in inglese blocchi di materiale narrativo e quanto costerebbe letterarlo tutto in elettronico. Dopo di che organizzerei un bell'incontro con i signori di Amazon per siglare un contratto attraverso il quale mettere in vendita blocchi consistenti del Bonelli Universe su Amazon. Facendo quindi concorrenza diretta ai giapponesi ai cui prodotti una consistente fetta dei lettori anglosassoni non è proprio interessata.
Farei due conti su una campagna promozionale fatta decentemente su un paio di media mirati e su due o tre operazioni di marketing spinto (su cui, visto che sul prodotto non è mai stato fatto niente, ci sarebbe solo l'imbarazzo della scelta), a quel punto, metterei in mano ai lettori di tutto il mondo di lingua inglese un patrimonio di storie e personaggi che copre praticamente ogni genere.

Cioè, come diceva tempo fa Cuore, quando il gioco si fa duro (= il mercato del fumetto in Italia, sempre più asfittico e ormai trainato solo collaterali dei quotidiani) consultate l'orario dei treni. E il treno che sta partendo (e che non è da perdere) è quello dell'editoria elettronica su scala globale.

6 commenti:

  1. Quando arriverà Apple, con il suo "kindle" a colori, sparirà tutto il cartaceo popolare, e manca poco. perché sennò la Disney (tradizionale alleata Apple e con Steve Jobs nel CDA) avrebbe comprato la Marvel? I fumetti da edicola faranno la stessa fine dei cd. Anche in Italia ovviamente, anche se a Bonelli non parrà vero...
    LB

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  2. La Bonelli si sta già attrezzando.

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  3. Ehm... qual è la domanda a cui Rrobe risponde rapidamente sì?

    CIC!

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  4. Rrobe non risponde... afferma (un po' come gli oracoli). Ancora non l'hai capito? ;-D E nel tuo caso lo interpreto come un complimento al tuo post...
    Però anche gli altri commenti sono decisamente interessanti (credo che aspetterò il "reader" Apple, se lo lasciano un po' più aperto dell'Ipod e mi consentono di importare la mia e-library... per fortuna non ho una lira, se non mi ero già preso il kindle...)

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  5. Non so se Amazon si farà fregare da Apple in questo. Nel senso che Amazon ha già investito in questo campo e si tiene ben stretto il suo parco editori. Credo che il Kindle a colori sia solo il prossimo passo ma, come sempre, il mercato della tecnologia non fa salti (e procede con la lentezza che serve a svuotare i magazzini).
    Per quello che mi riguarda, il Kindle lo avrei preso (sono un curioso di ebook fin dai tempi di innocent victim) se solo ci fosse già qulacosa in italiano da poterci leggere.

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