mercoledì 26 agosto 2009

Io se fossi emmemmelle.


Mentre giro per la rete, mi cade l'occhio sul blog di Marco Marcello Lupoi in cui l'autore racconta che ha appena finito di leggere Colui che gli dei vogliono distruggere (Guanda), l'ultimo romanzo di Gianluca Morozzi. E sottolinea che il libro gli è piaciuto.

MML è il direttore editoriale del gruppo Panini e, oltre a questo, è una persona che si muove da oltre 20 anni nel mondo dell'editoria a fumetti italiana con un talento e una competenza che molti (me compreso) gli invidiano. Perché, a parte tutto, Lupoi nel suo lavoro ci sa fare e quello che è oggi Panini, in larga parte lo è per merito suo.
Se un giorno MML decidesse di dichiarare chiusa la sua collaborazione con Panini e di dedicarsi ad altri nuovi progetti editoriali, quello sarebbe un grande giorno per l'editoria a fumetti del nostro paese.

Morozzi invece, oltre ad essere un'implacabile macchina sforna romanzi (oltre che racconti, sceneggiature, saggi, articoli e –sospetto– anche bugiardini per medicinali), è quello che svetta sulla copertina di Wired di questo mese mentre è alle prese con la sperimentazione domestica del Ritalin. Insomma, non proprio uno sconosciuto.

Ok, ricordate quel post di qualche tempo fa sull'italico costume di sprecare?
Bene, unitelo alla mia caratteristica di non farmi mai i cazzi miei e otterrete il succo di questo post che, in sostanza è qui per dire a MML questo: se sei tu quello che decide che cosa viene pubblicato in una delle più importanti casi editrici italiane di fumetto supererositico (Panini è comodamente sinonimo di Marvel Comics, cioè supereroi), perché non appena hai finito di leggere un bel romanzo che ti è piaciuto (perché prima di tutto Morozzi è bravo a scrivere) e che ha a che fare con quello che pubblica la tua casa editrice (la storia di Colui che gli dei… è una storia di supereroi con un'intuizione geniale: nell'universo in cui è ambientata la storia i villain sono le rockstar che tutti conosciamo, ovvero gente come David Bowie e Lou Reed) non alzi il telefono e non chiami Guanda per produrne un adattamento a fumetti da far pubblicare alla tua casa editrice?

Di più: perché non tiri dentro lo stesso Morozzi per sceneggiarlo visto che, con Il vangelo del Coyote e Factory, ha già ampliamente dimostrato di avercela nelle corde la sceneggiatura a fumetti?

Panini è fatta in modo tale che, se vuoi, hai la possibilità di pubblicare la stessa cosa in Italia, in Francia e in Germania (più in qualche altra parte del mondo), il che, tradotto, significa poter fare quello che in pochissimi, tra chi oggi produce fumetti in Italia, può fare: minimizzare i costi di produzione.
E quando parlo di produzione non intendo certo quella di un singolo adattamento (un one-shot fa poca cassa) ma, piuttosto, quella di una serie tratta dal romanzo di Morozzi che, alla fine, quello del libro è un universo in cui ci puoi ambientare tutte le storie che vuoi e, se gli dai il la, devi sparargli a Morozzi per farlo smettere di scriverle.

Che il succo del discorso è proprio questo: in Italia sembra proprio che abbiamo perso la capacità di massimizzare quello che produciamo, sembra che siamo in mano a imprenditori (e loro amministratori) che non hanno più nessuna spinta a produrre qualcosa partendo dai vari talenti che, quotidianamente, gli transitano sotto gli occhi.
Di più: sembra che ci sia costantemente uno scollamento tra ciò che piace (e si ritiene di valore) e ciò che, invece, si decide di mettere al centro del proprio business.
Tutti vogliono la hit di vendita pronta e incartata e, lungi dallo sbattersi per provare a crearla (magari per tirarci fuori anche qualche soldo dal venderla poi all'estero), sono pronti solo ad acquistarla da qualcuno che, dall'altro capo del mondo, ha fatto tutto il lavoro che qui nessuno sembra più capace di fare.

Avete presente uno di quelli che oggi negli USA tiene su la baracca Marvel Comics?
Sì, J. Michael Straczynski.
Bene, se alla Marvel qualcuno non avesse deciso di dargli fiducia (ok, dopo che gliela aveva già data la Top Cow), probabilmente oggi sarebbe ancora a sceneggiare per la tv e nelle casse della compagnia di Joe Quesada oggi ci sarebbero molti dollari in meno.

Insomma, cosa serve essere nella posizione di poter decidere se poi non si è in grado di prendere decisioni di questo tipo?

(ovviamente sperando di sbagliarmi e che la stessa idea sia già venuta in mente anche a MML e che l'abbia già messa in pratica).

2 commenti:

  1. E perché Morozzi non lo chiami tu?

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  2. Perché non lo potrei pagare.

    Come si scriveva, "Panini è fatta in modo tale che, se vuoi, hai la possibilità di pubblicare la stessa cosa in Italia, in Francia e in Germania (più in qualche altra parte del mondo), il che, tradotto, significa poter fare quello che in pochissimi, tra chi oggi produce fumetti in Italia, può fare: minimizzare i costi di produzione."

    Cioè, non esattamente quello che è in grado di fare saldaPress.

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