martedì 26 gennaio 2010

Ode sperticata a Matteo Bittanti.

Non sono sicuro di non averlo già scritto su questo blog, ma credo che la rivista Duellanti abbia fatto un salto di qualità esponenziale da quando ha arruolato tra le sue fila Matteo Bittanti (mi pare il primo a destra nella foto qui sopra: gli altri la mia ignoranza abissale mi impedisce di identificarli).
Cioè, Bittanti è da un po' che scrive (anche) su Duellanti (dico "anche" perché ero un avido lettore delle sue analisi sul game design pubblicate su Game Pro/Videogiochi: ma perché quella stupenda rivista ha chiuso? Perché non vendeva un cazzo, ciccio. Ah ok, grazie per la risposta), però fino a qualche mese fa i suoi pezzi (comunque sempre interessantissimi) erano quasi esclusivamente, appunto, su videogiochi e nuove tecnologie.

Ma adesso Bittanti scrive anche di cinema e, tanto per dire, io a tutti quelli che mi dicono "però l'ultimo dei Coen mica l'ho capito. E l'ho trovato pure un po' noioso" consegno seduta stante fotocopia dell'articolo "Eppoi?" (Duellanti #58 pp. 10-11) in cui il già menzionato Bittanti, in due pagine scritte fittefitte, ci conduce in un'analisi del significato del film attraverso l'interpretazione della sua colonna sonora (che poi lui dice che la sua è una lettura semiseria di A serious man, ma che ci volete fare? Bravo e pure modesto).

Poi prosegui a sfogliare la rivista e, dopo averlo incrociato che ti recensisce Tra le nuvole (e personalmente mi convince ad andare a vedere il film) e ti fa leggere con occhi nuovi La lunga marcia di Stephen King -tac!- te lo ritrovi verso la fine che ti parla delle ditte hi-tech della Silicon Valley (però dal punto di vista dei Promotional Landscapes di Mauro Ceolin) e della struttura dei loro parcheggi.

E a un certo punto ti butta lì una cosa tipo "hai presente quando in A serious man, il giovane rabbino dice a Larry: dai un occhiata al parcheggio. Non c'è molto da vedere ma se fossi un turista, qualcuno che avesse scarsa familiarità con queste auto, qualcuno che avesse ancora la capacità di sorprendersi, qualcuno dotato di una prospettiva inedita… Tu guardi il mondo attraverso occhi stanchi… le cose non vanno poi così male. Guarda il parcheggio, Larry".

Collegamento geniale (e nuova chiave interpretativa per il film dei Coen).

Insomma, nonostante il tono cazzonesco di questo mio post, Matteo Bittanti è il mio eroe (da cui l'etichetta del post "Heroes") e ogni volta che leggo un suo pezzo mi cade il giornale perché inevitabilmente ad un certo punto mi metto ad applaudire.

E basta leggere le mie fotocopie: comprate Duellanti, bestie!

(poi se volete che Bittanti oltre che il mio eroe diventi anche il vostro, fatevi un giro sul suo blog che, essendo lui il mio eroe, linko subito al mio nella colonna qui a lato).

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