venerdì 5 giugno 2009

Attesa e inaspettata, arriva la seconda vita.


La settimana scorsa è uscito il nuovo album di Niccolò Fabi.
Quello della copertina qui sopra. L'ho acquistato lo stesso giorno in cui è uscito.

Allora, proviamo a ricostruire come ho conosciuto la musica di Niccolò Fabi.
Andiamo indietro negli anni. Il mio amico Marcello, un giorno all'ISIA mi dice che la sera prima in TV, credo a Sanremo, ha sentito la canzone di questo nuovo cantante che ha fatto una canzone sui suoi capelli.
"Butterei comodamente tutto il resto che ho sentito durante la serata, ma lui è uno bravo".
Marcello è sempre stato il mio faro nel nasare quello che vale, e non solo per ciò che riguarda la musica. Ha un senso dell'ironia e del surreale (inteso come movimento artistico) che gli invidio molto.
Marcello è sempre un passo avanti a tutti (e infatti da dieci anni vive in Spagna).
Venitelo a conoscere il prossimo 28 giugno al Picnic! Festival.

Poi, qualche anno dopo, la canzone dove lui (Fabi, non Marcello) e Max Gazzè vanno al mare in tandem (sì, la stessa del video sfanculato dai Flaminio Maphia).
Quella canzone descrive esattamente i miei pomeriggi d'estate quando ancora vivevo a Fano. Ha qualche parentela con "Azzurro" di Paolo Conte sul piano del vorrei ma non faccio. Ha lo stesso senso di tesa immobilità che, senza che te ne accorgi, finisce per diventare arretramento dentro te stesso.

Da lì non mi è più capitato di sentire sue canzoni per diversi anni.

Poi un giorno arriva in studio Marco ed esclama: "Ho appena sentito in radio la canzone più brutta del mondo".
Io e la Protu lo guardiamo mentre ci descrive questa canzone bruttissima che ha appena sentito in radio ma che non si ricorda come si intitola, che però, oh, era davvero brutta e quel che peggio - ci dice- è che io ero lì che guidavo e che pensavo "che brutta canzone" e il dj invece si sperticava in lodi dicendo che era bellissima, stupenda, meravigliosa mentre invece era una merda e mi pare fosse di Niccolò Fabi.
Come si fa a non essere incuriositi da una cosa così?
Come si fa a lasciarsi scappare l'occasione di ascoltare quella che ti viene descritta come la canzone più brutta di tutti i tempi, almeno da quando è stato istituito il pentagramma?
Grazie alla rete, questo tipo di curiosità si fa presto a soddisfarla.

La canzone era "Costruire" dell'album "Novo Mesto" del 2006 e, da quel momento non si è più spostata (insieme a tutto l'album) dalle 25 canzoni più ascoltate del mio ipod (anche se il maledetto mi scasina l'ordine dei brani).
Io "Novo Mesto" me lo sono tenuto stretto in cuffia le notti che stavo in un letto e non ce la facevo a dormire. L'ho regalato dentro un pacco assurdo alla mia prima ballerina per il suo compleanno. Ne ho un ricordo bellissimo legato a una giornata di pioggia di ritorno dalla Toscana con me e Fiorenza in macchina che lo ascoltiamo e lo cantiamo insieme.
È uno dei pochi album di cui ho imparato i testi a memoria (gli altri sono "Love over gold" e "Il grande sogno". E anche "Graceland" anche se in qualche passaggio mi invento le parole).

Niccolò Fabi fa parte di quella nuova ondata di cantautori che, oltre a lui, comprende il già citato Max Gazzè, Daniele Silvestri e la coppia Zampaglione + Sinigallia quando ancora erano Tiromancino (ma poi si è capito che quello bravo era Sinigallia).
A me piacciono tutti mentre Marco li brucerebbe, a parte Silvestri che invece ascolta volentieri.
Credo che il motivo perché a me piacciono è che, più o meno tutti, scrivono canzoni che hanno a che fare con la malinconia e io e la malinconia da sempre andiamo a braccetto (insieme a un altro paio di patologie di cui magari parleremo un'altra volta).
A Marco invece le canzoni malinconiche snervano e, appunto, credo che salvi solo Silvestri perché alla malinconia ci affianca un approccio ironico alla vita (anche Max Gazzè ha un approccio ironico nello scrivere canzoni ma, con 'sto fatto che i testi spesso glieli scrive il fratello poeta, sono di più le volte in cui non si capisce di che cazzo sta parlando).
Marco i cantanti malinconici (e melanconici) li sterminerebbe, soprattutto quelli che hanno pure la voce malinconica (ormai celebre qui in studio la sua definizione della musica dei Radiohead: la colonna sonora delle emorroidi. Ma poi un giorno ha specificato che a lui la musica dei Radiohead piace anche, ma è la voce di Thom York che proprio gli da fastidio a livello fisico).

Ma com'è che siamo finiti a parlare dei gusti musicali di Marco? Io volevo parlare di "Solo un uomo".

"Solo un uomo" ha dentro dieci canzoni composte più o meno nell'arco di 9 mesi e che, una dietro l'altra, fanno scoprire una nuova tappa del percorso musicale che Fabi aveva inaugurato con "Novo Mesto".
I suoni e gli arrangiamenti restano minimi ma molto densi mai scontati, affidati in larga parte alla chitarra, capaci di evocare spazi raccolti.
Qui però, rispetto a "Novo mesto" (che era un disco suonato da pochi musicisti seduti in circolo, come raccontava Fabi), è come se il panorama si allargasse.
Ma di poco.

Sembra di guardare una città, affacciati alla finestra, con le prime luci in movimento e i colori di quando ancora non è arrivata la sera.
Lo sguardo è verso fuori ma nell'orecchio ci sono i rumori della casa, momenti brevi di vita vissuta fatta di gioie ma anche di difficoltà, di cambiamenti che ora, in prospettiva, si è in grado di cogliere.
Le canzoni raccontano il momento di passaggio che più o meno si affronta intorno ai 40 anni, la sensazione a volte di non farcela, l'arrivo di un figlio, il senso di una relazione stabile, la seconda vita che impone delle scelte e, con un passaggio nell'ultimo brano dell'album da una dimensione privata a una pubblica, il malessere verso una classe politica che ha sgretolato il suo senso di esistere.

E sì, con buona pace di Marco, "Solo un uomo" è un album malinconico.
Molto bello e malinconico.
(Anzi, melanconico, che compare wiki mi dice che c'è una gran bella differenza tra le due cose).



…e poi mi colpisce un sacco che più passa il tempo e più Niccolò Fabi assomiglia al comico di Zelig Paolo Migone (quello con il camice bianco e l'occhio nero, per intenderci).

1 commento:

  1. Non sono proprio un estimatore di Fabi ma di sicuro sono un estimatore della musica "trishte"... anzi direi meglio se depressiva e a tal proposito segnalo a te e al Marma Terre (con una moderata dose di provocazione per il Marma) i "Manos de Topo" che hanno un modo di fare musica davvero... come dire... non so... ok ora mi sono intristito e non riesco più a parlare :(

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