Paul e Gina, seduti di fronte, parlano. Parlano dei problemi di Paul, li affrontano con l'analisi di Gina. Gina non è mai esterna al dialogo. Non può fare bene il suo lavoro se resta esterna. E non può restare esterna di fronte a Paul che conosce così bene e da così tanto tempo. Di fronte a Paul a cui vuole bene.
Come spettatori della serie tv noi abbiamo il privilegio di essere ammessi a quel dialogo altrimenti segreto. Ma a un patto: che nemmeno noi restiamo esterni ad esso.
E così, anche se tutto nasce da Gabriel Byrne e Dianne Weist che recitano seduti uno di fronte all'altra inquadrati da varie cineprese, la loro recitazione è così ben fatta che gli attori scompaiono e restano solo i personaggi e i loro fili di storia.
I fili li tira l'arte degli attori che sono capaci, nello stesso tempo, di essere presenti ed assenti. Di farsi permeabili al personaggio e alle emozioni del pubblico nei confronti di esso, come a tornare alle origini della messinscena teatrale del racconto.
In treatment si basa tutto su questo equlibrio osmotico che ogni medium narrativo ha il suo modo unico di raggiungere.
Nella nostra televisione, invece, gli attori, anche quelli bravi, non riescono quasi mai ad essere permeabili. Sono continuamente opachi al nostro sguardo sulla narrazione, appiattiti in un contesto narrativo che è fatto solo di particolari giustapposti, mai di dettagli di vita.
E così noi continuiamo a guardare loro senza provare nulla per i personaggi. E così loro continuano ad interpretare personaggi di cui gli sfuggono continuamente i fili.
Tanno (saldaPress, 2024)
1 giorno fa
Ieri mi sono imbattuto su rai1 (per caso, giuro) e sono rimasto paralizzato di fronte alla bravura dei due attori de Il Peccato e la vergogna…
RispondiEliminaMai titolo fu più azzeccato per descrivere quella cosa lì…
Anche io qualche sera fa. Credo che l'Arcuri imbellettata e fotografata in quel modo sia ciò che di più vicino al sublime la tv italiana degli ultimi 10 anni abbia creato (e mi dicono pure che in edicola gli istant DVD stanno andando a ruba).
RispondiEliminaChi oggi, in Italia, gestisce la tv in chiaro ha capito tutto: formare il gusto del pubblico rendendo impermeabile quei pochi canali (6/7) a qualsiasi proposta che solo provi ad avvicinarsi al decente.
Dopo di che... via di fucilate ai pesci nel barile: si guadagna poco (sulla scala globale) ma si guadagna sempre.
Gabe è un mistero e Dianne ha un segreto. Misteri & segreti non sono le stessa cosa. Due case, due fratelli, due mensili. Brava mamma DC.
RispondiEliminaKaren Berger adora In Treatment. Mi ha detto che non si può spiegare l'arte di Byrne ( '' ti ricordi cosa dice Cary Grant dello strip in operation petticoat ? Non indagare come lo fanno, ma goditi i risultati ! '' ).
Ha conosciuto Dianne quando usciva dal successo di Footloose e cominciava a lavorare con Allen ( '' il suo segreto ? è come una tabula rasa: mi ha fatto una testa così con tutti i libri che Woody le ha consigliato e che lei, diligentemente, ha letto '' ).
E'strana la vecchia Kay ( '' ho avuto il lavoro perchè non avevo letto mai un fumetto (...) cercavano qualcuno che avesse un diverso punto di vista sulla dannata faccenda '' ): ancora oggi non esita a saltare su di un volo intercontinentale per acchiappare il nuovo alanmoore, ma a volte sospetto la misura sia colma ( '' hanno sempre la 24 ore pronta per l'ennesimo egotrip (...) nel '89 Morrison voleva il placet per una serie ongoing sul suo gatto. A volte mediare è faticoso (...)Quanto vorrei lavorare, ogni tanto, con autori trasparenti che si lasciassero attraversare dai personaggi ! '').
Le ho spiegato che da noi sono tante le figure come quelle che cerca - avevo in mente il papà di un collega che è stato per tanti anni ''negro'' all'Intrepido - e le ho consigliato di fare un giro per le ns convention.
Karen ha troppi impegni - ha mancato Lucca, Napoli e persino il festival della Vignetta Vernacolare Invereconda di Vizzolo Predabissi - e si è ritrovata, esausta, in una poltroncina del Nazionale a contemplare la registrazione della consegna dei Telegatti.Folgorata ( '' è stato come salire sul taxi di Jamie Delano, ma senza mettere la manina sul residuo di una cingomma '' ) dalla Manuela nazionale è riuscita a farle firmare un contratto in meno tempo di quanto ne occorra per vedere una fiction sulla relazione terapeuta/paziente.
Credo che la Arcuri non abbia afferrato cosa stesse succedendo - probabilmente crede che reciterà nel prossimo Bats di Nolan - ma Karen è convinta che Manuelona scriverà una miniserie Vertigo su di un manichino in cui si cala lo spirito di un non del-tutto-scongelato attore dei telefoni bianchi che aveva scelto la fuga criogenica. Immortale, vive fino al XXXI sec. ed entra nella Legione dei Super-Eroi che sono talmente numerosi da non accorgersi che il tizio non ha potere alcuno.
Se la cosa va in porto, Gar-Ko potrebbe essere un successo come nemmeno Il Peccato e La Vergogna. Sperem.