Sergio Bonelli parla delle miniserie pubblicate dalla sua casa editrice.
Rifletto sul concetto di fiducia che Bonelli esprime ma anche su quello di "maturità del pubblico" su cui è difficile essere d'accordo.
Tanno (saldaPress, 2024)
2 giorni fa
Che tristezza! Forse il pubblico non legge meno fumetti in generale, ma schifa i Bonelli?!?
RispondiEliminaMatt
Questo discorso che fa Bonelli, prima che criticato, va analizzato. Dal punto di vista di che cosa dice e del come lo dice. Dentro c'è davvero tutto.
RispondiEliminaA me fa pensare la scarsa considerazione che ha dei suoi autori e dei suoi fumetti… quelle "serie corte" che in questi mesi tanti hanno accolto come la modernità Bonelli…
RispondiEliminaIo rifletterei piuttosto sui tanti che le hanno accolte come modernità solo perché erano corte.
RispondiEliminaAllora per quanto ci possa capire io, credo che Bonelli nel suo principio abbia ragione, e da una parte, abbia non considerato l'epoca in cui si sta vivendo, cioè l'era della velocità, del Kilk. Già basta un Klik del mouse, del telecomando e ci si è scordato del canale precedente. E così sono i lettori oggi, voglio voglio tutto e subito, tutto veloce, tutto triturato dall'ansia di portare a termine qualsiasi cosa. E così il fumetto si aggiorna ai propri tempi e ritmi. Ed ecco le miniserie che si concludono, e devo dire che alla fine le preferisco, perchè il personaggio presentato non viene snaturato dopo anni e anni di avventure che si portano a ripetersi. Io sto con le miniserie, ma ammetto anche che un personaggio nuovo, e che abbia un ruolo importante in una uscita regolare, manca da tempo. Comunque sia vediamo cosa porta il futuro.
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