lunedì 2 maggio 2011

Comicon. 04

Premio Attilio Micheluzzi alla miglior storia breve a "I Ronfi" di Adriano Carnevali (su Pic Nic).

Consegna il premio Filippo Scozzari che, con un crescendo fantozziano, commenta "Non so chi cazzo sono i Ronfi. Non li ho mai letti e credo che non li leggerò mai".

In sala, tra gli applausi, qualcuno dal forte accento toscano da forma alla domanda che tutti in quel momento si stanno ponendo: "Ma perché la consegna dei premi Micheluzzi non la fanno condurre tutta a Scozzari?"

In parallelo, però, quanta pochezza nel fare "buuu" all'autore spagnolo che, alla domanda su quali autori italiani apprezza, risponde "Pratt e Manara".
Come se noi italiani fossimo tutti espertissimi di fumetto spagnolo.

10 commenti:

  1. Grazie per il disegno "vendicativo" con il vermetto "scozzarizzato"! Dunque quel culo di marmo di Adriano Carnevali, che da tanti anni indegnamente racconta le nostre avventure, ha fatto bene a non andare a Napoli, perché una battuta come quella di Scozzari avrebbe potuto ucciderlo, poveretto: lui non ha una tempra da vecchio combattente alternativo abituato alle tempeste del Male e alle temperature surgelanti da Frigidaire, ma già si spaventa se incontra un innocuo lupacchio da fumetto infantile...Un "ronf" amichevole da tutta la comunità dei Ronfi!

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  2. Credo che quella di Scozzari fosse una battuta per il piacere della battuta, qualcosa che doveva dire per restare coerente al personaggio che da anni un po' è e un po' interpreta (e che in qualche modo doveva intervenire sul cicì cocò un po' di circostanza che si era creato sul palco). Come battuta era talmente sopra le righe che proprio per quello ha fatto ridere. E, come dice uno dei personaggi del film Kamikazen, a volte per un comico fare una battuta è più importante che farla bene.

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  3. E quindi, come diceva la voce toscana di cui sopra (e con cui concordo), con uno come Scozzari a presentare sul palco tutta la premiazione, la qualità dello spettacolo ne gioverebbe.

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  4. I Ronfi,proprio me li sono persi (soprattuto per ragioni anagrafiche), mannaggia.
    Non vorrei che i Ronfi (o meglio i suoi autori) se la prendessero a male, ma credo che Scozzari sia stato poco elegante, ma sincero(sia chiaro che ipotizzo perchè non lo conosco).
    Vorrei chiudere osservando che non ci si deve offendere se non tutti amano il nostro lavoro
    Saluti

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  5. Caro Pangio, che ci vuoi fare? I Ronfi, a dispetto dell'inettitudine che li caratterizza, sono bestiacce presuntuose e saccenti, maledettamente permalose e persuase (ahiloro!) di costituire l'ombelico dell'universo, come so ben io che li sopporto da 30 anni, ma per fortuna la loro natura sonnacchiosa impedisce che si scatenino più di tanto (tra l'altro, uno dei proverbi ronfeschi recita: "Non ti curar di lor, ma ronfa e russa"). Oltre tutto, per amor di verità, la battuta di Scozzari, come ho visto da un video della premiazione, non è stata malevola come sembrerebbe dal resoconto di cui sopra (non c'è neanche il "cazzo" incriminato, che pure avrebbe indiscutibilmente ravvivato l'atmosfera). Un saluto affettuoso da Adriano Carnevali (e roditori)!

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  6. Era un racconto a braccio, Adriano. E, "cazzo" o meno, non credo di avere travisato il senso dell'intervento.

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  7. I Ronfi (che in ogni caso ti sono grati per la tua evidente ronfofilia) mi fanno notare che il "cazzo" è importante: se da SCOZZARI togliamo CAZZO, rimane SRI, il che potrebbe aprire troppi collegamenti possibili (Sacro Romano Impero? Sri Lanka? Sri Aurobindo?...). Ma ripeto trattarsi di bestiacce insopportabili, da non prendere troppo sul serio. Ronfi a parte, grazie del resoconto che hai fatto e soprattutto, lo ripeto, del disegno con il verme "scozzarizzato"! Un abbraccio da Adriano

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  8. Adriano Carnevali ha un blog, un sito, o qualcosa di simile?
    Grazie

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  9. Povero Scozzari, però. Se in vita sua avesse venduto tanto come i Ronfi o avesse un mensile tutto suo come Carnevali, almeno avrebbe voce in capitolo. E invece...

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  10. Credo che Scozzari non abbia niente da invidiare a nessuno.

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