Chi tra voi, miei 5 lettori e 1/2, mi conosce un po' meglio e da un po' più di tempo, sa bene che ho uno strano senso della giustizia e che, in fondo, credo che certe cose – ovviamente solo quelle che dico io – meritino qualcosa di speciale.
Così, da quando ho iniziato questo mestiere di editore (e parliamo di quasi 10 anni fa), tra tutte le cose fatte e quelle progettate perché avessero sopra il marchio
saldaPress, ce ne sono due che mi sono state sempre particolarmente a cuore: restituire al pubblico italiano quel gioiello della narrativa a fumetti mondiale che è
Re in Incognito (e non vi sto a dire quale sia la sua importanza: se vi va, potete leggerlo
QUI) e… fare lo stesso per
Rocketeer.
Per cui, visto che
Re in Incognito i bravi saldatori (ma soprattutto belli) l'hanno riportato in libreria nel 2006, con l'annuncio di oggi, direi che il cerchio si chiude (e che, quindi, è ora di cominciare a cercare nuove cose da avere a cuore).
Rocketeer è un personaggio creato negli anni '80 dal purtoppo prematuramente scomparso
Dave Stevens (1955-2008), un genio del disegno che, tra le sue collaborazioni ha potuto vantare
Steven Spielberg (per
I Predatori dell'Arca Perduta),
George Lucas (per
Star Wars) e
John Landis (suoi gli
storyboard dello storico
videoclip girato per
Thriller di
Micheal Jackson).
Poi un giorno Stevens mette insieme due o tre delle sue passioni (gli anni '30, i romanzi
pulp d'avventura, le
pinup e gli aeroplani) e si inventa questo fumetto ultra indipendente che, in un attimo, diventa un icona del fumetto USA.
Le vie della fama sono misteriosissime e quella di
Rocketeer è stata vera fama: tanto per dire, al culmine del successo del
comic book, la
Disney acquista i diritti di sfruttamento del personaggio – e, come spesso accade, non si preoccupa che lo sta soffocando – e nel 1991 ne trae un film che anticipa di qualche anno la tendenza di portare al cinema le storie a fumetti.
A chi vi dice che gli anni '80 sono stati anni rozzi, potete rispondere che forse è così, ma basta guardare l'eleganza del lavoro di Dave Stevens per rimettere in discussione l'apparentemente semplice conclusione.
In Italia, oltre alla
Comic Art (che pubblicò le uniche due storie e fumetti di
Rocketeer create da Dave Stevens più il dimenticabilissimo adattamento a fumetti del film a cui però Stevens non mise mano) fu la
Glamour di
Antonio Vianovi ad accorgersi del talento di Stevens e a commissionargli per la rivista
Glamour International un numero impressionante di
pinup, la maggior parte con
Bettie Page come protagonista.
E questo perché se è vero che
Rocketeer è un personaggio che ha sfondato l'immaginario collettivo, buona parte del merito di questo successo è della fidanzata del protagonista, quella Betty le cui forme ricordano nemmeno tanto velatamente quella della famosa Bettie Page e che, fin da subito, hanno decretato il grande successo del fumetto (tanto per dire, quella che tra gli appassionati è conosciuta come
la pagina "Wow!", divenne presto la più famosa pagina della serie).
A livello di pubblico di massa, il recupero di Bettie Page da parte di Dave Stevens tra gli anni '80 e gli anni '90 è una tappa importantissima di quel processo che, oggi, ha trasformato Bettie Page un icona dell'immaginario collettivo (e che, come scrive il sempre attento Mannelli, ha fatto sì che ormai il
burlesque lo trovi anche dal cocomeraio).
E se vedete qualche parentela tra il segno di Dave Stevens e quello di
Frank Cho (casualmente un altro cavallo di razza della scuderia
saldaPress…) non credo che sbagliate di molto (e, quindi, non vi dovrebbe essere così difficile immaginare perché
Rocketeer è stato da sempre un mio personalissimo pallino): questa, signori, è gente che sa disegnare, dei veri e propri Maestri del fumetto con la "m" maiuscola il cui lavoro meriterebbe una collana editoriale a parte (
mmm…).
Detto questo, come sarà l'edizione targata
saldaPress di
Rocketeer?
A parte bella (
ça va sans dire…), partiremo dall'edizione in grande formato che la
IDW, negli
States, ha appena pubblicato e nella quale, accanto alle due storie di
Rocketeer scritte e disegnate da Dave Stevens, è stato proposto al pubblico un numero impressionate di schizzi, studi preliminari, bozzetti e molto altro mai pubblicato prima e proveniente direttamente dagli archivi personali dell'autore.
E sarà anche un'edizione con dei nuovi colori: prima di morire, infatti, Stevens, dopo aver personalmente supervisionato la digitalizzazione di tutte le tavole originali, aveva incaricato la colorista
Laura Martin della rimasterizzazione completa dei colori delle storie che quindi, in questa versione, tornano letteralmente a nuova vita.
L'edizione
saldaPress sarà in due volumi, uno per ognuna delle due storie che compongono la saga di
Rocketeer e ognuno con a corredo un numero impressionante di
extra che rendono omaggio all'arte di Stevens.
Il primo dei due volumi (di 112 pagine ognuno ed entrambi tradotti dal bravo
Stefano Menchetti) uscirà il prossimo giugno (già prenotabile sui cataloghi di questo mese) e il secondo a settembre.
Il formato sarà quello di
Liberty Meadows.
Rocketeer vola ancora (e sia chiaro che quest'anno, se si tratterà di premiare la miglior riedizione di un classico, voi e i giurati lo sapete già per chi dovete votare).
Notizia grandiosa, anche per i particolari finora inediti sul tipo di edizione: di più non si poteva proprio sperare!
RispondiEliminaE quando mai noi saldatori abbiamo dato di meno?
RispondiElimina:O Wow!
RispondiEliminaBene, ora non ti resta che rieditare l'integrale di Marshal Law.
RispondiEliminaOvviamente, tradotto da me.
Marshal Law lo ricomprerei ad occhi chiusi, perfino con Voglino traduttore.
RispondiElimina(Scherzo, Casanova era ottimo :-P )
Quante cose imparo quando pubblichi post sui fumetti... per una non addetta ai lavori e tantomeno addentro al genere (del resto sono un'approssimativa e aspiro a diventare esperta di poco)diventa un viaggio ogni volta: clicchi un link, che poi ti rimanda altrove e poi leggi e finisci altrove, e poi di nuovo, e così via. Oggi ho finito col ricordarmi che... diamine... anche io ho un fratello a Roma e tra poco è il mio compleanno... quasi quasi :)
RispondiEliminap.s. a me piace definirli plasticoni gli anni 80, non rozzi... ma sono una semiottantina, la capacità di intendere e volere l'ho sviluppata solo nella seconda metà, quindi resta una definizione non esaustiva.
Lei mi blandisce, 1/2.
RispondiEliminaContinui pure che l'ego, in questi giorni, ha bisogno di essere un po' nutrito (e ci punti sui fratelli di stanza a Roma).
ma è meraviglioso... evviva!
RispondiEliminaNon blando, mi piace scoprire cose che non so. La verità vera è che ti sto usando, caro il mio saldatore, nel senso più indolore del termine. [non me ne voglia il tuo ego che a pelle mi sta un sacco simpatico] :)
RispondiEliminaSì, mi è già capitato in passato.
RispondiEliminaCredo capiti a tutti, cambiano solo le intenzioni. (sto di nuovo andando fuori tema col post, che disastro che sono)
RispondiEliminaSe concessioni, spariamo direttamente il tuo post su Fumetto d'Autore.
RispondiEliminaIl tuo amichevole Conte di Cagliostro di quartiere.
Certo che concessiono, caro Conte.
RispondiEliminaFumetto d'Autore ringrazia:
RispondiEliminahttp://www.fumettodautore.com/newsmagazine/56-spot-news/857-rocketeer-vola-ancora
Il Conte e tutta la Contea
Siamo noi villici a dover (e voler) ringraziare.
RispondiEliminaMa no, Cicca, tu sei un Signore, Oibò... :)
RispondiEliminaConte di Cagliostro
La signorilità è condizione dell'animo, non di nascita né di ceto.
RispondiEliminaE ora scusa ma devo andare a verificare se la strega pesa più o meno dell'acqua.
La strega? Oibò!
RispondiEliminaSì, la strega che parla pugliese.
RispondiEliminaNo, scusate, tutto questo trip della strega è troppo difficile da decodificare (era quella di Monty Python e il santo Graal) ed è partito dall'associazione mentale con i villici marxisti (sempre dello stesso film).
Spesso mi smarrisco da solo.
Ma quando esce?
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