lunedì 19 aprile 2010

Al 100% americano e fottutamente geniale.



Ex Machina di Brian K. Vaughan e Tony Harris è una delle serie a fumetti più divertenti in circolazione e, per come la vedo io, sicuramente tra le meglio scritte nel panorama del fumetto seriale americano.

Finora in Italia ne sono usciti 8 volumi pubblicati da Magic Press, tutti belli da leggere dal primo all'ultimo. L'ottavo me lo sono appena finito seduto su una panchina, bello spaparanzo al sole di Aprile.
Un bel fumetto con il ritmo delle migliori serie tv americane, una panchina e il sole di aprile.
Che volere di più?

Per i miei 5 lettori e 1/2, QUI sono tutti ordinabili.

12 commenti:

  1. In una intervista Vaughan nota che, se vuoi scrivere comics, può essere d'aiuto: 1) chiamarti Brian 2) vivere a Cleveland, Ohio 3) essere completamente calvo - tre elementi che lo accomunano a Bendis.
    Irresistibile. Immagino un elseworld in cui nelle catacombe di Clevelandia, monaci con la coccia lustra, praticamente Mastro Lindo in saio, si ritrovino per trasmettere, oralmente, la storia delle Grandi Crisi e delle Guerre Segrete che hanno reso interessanti il tempo prima del tempo. Nella mia ucronia, la parola scritta è pericolosa perchè vincola la memoria, sulla falsariga dell'esperimento -riportato anche nel recente Valzer con Bashir - secondo il quale siamo disposti a ricordare anche quanto mai accaduto, se fuorviati da un foto montaggio.
    Via i karaoke ( sono tollerate solo le cover distorte a la My Way punk ) via le gare di compitazione che tanto piacciono negli USA
    ( perchè deve esserci un solo modo di scrivere un termine ? )
    Via il disegno ricavato o ricalcato da foto - Picasso diceva di dipingere quello che pensava e non quello che vedeva - quindi Harris torna a fare il benzinaio e non si producono nemmeno film come Bashir, con il valzer o senza.
    Datemi la libertà o datemi quell'altra cosa che nei fumetti di Gaiman è una ragazzina sorridente, diceva quel tale.
    Ma anche la libertà, quando è troppa, arriva alla licenza. La natura umana si autoinfligge paletti e guard- rail, portieri di notte che si allontanano a rotta di collo dalla vita da mediano.
    Tra i tanti mistici ipotricotici, si alzano due voci: Bendo, che teme per le pareti del suo cranio contro cui premono ettari di narrazione decompressa e KaY, ribelle e runaway convinto che ogni storia debba avere un inizio ed una fine. Due persone con nulla in comune a parte: 1) la frequentazione di luoghi umidi 2) una discreta tolleranza alla iuta sulla pelle 3) la convinzione che le parole devono essere scritte.
    E' necessario che vada avanti, accennando all'emersione di un movimento che parta da una '' Ora Zero '' e ci racconti, nero su bianco ed in quadricromia, cosa è successo alle 52 Terre ed a tutte le altre ? Qualcuno vuole davvero che perda altro del vs tempo raccontandovi di Tony, un dagherrotipo contro la finestra del suo bugigattolo, intento a ricavare l'ennesima tavola iperrealista ?
    Non mi pare di vedere alzata la zampetta elettronica degli altri 5 lettori, quindi esco per la comune. Lieto fine ? Provate a chiederlo al tizio che suona il clacson da ore davanti alla pomba della verde, aspettando che qualcuno gli dia udienza e carburante!

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  2. Ehm… era per dire che non ti piace come ricalcagna Tony Harris?
    Bhe, su questo sono d'accordo.
    Ma le storie che Vaughan scrive per il suo sindaco newyorkese che parla con le macchine a me divertono un sacco.

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  3. Temo che Crepascolo ancora una volta mi abbia preso la mano - in realtà, sulle tavole di un fumetto la penso come Cary Grant sullo strip tease in operazione sottoveste: non indagare come lo fanno, ma goditi i risultati.
    Detto questo, Harris mi è piaciuto sin dal suo Starman. Noto, però, che diversi matitisti di talento - Maleev è il primo esempio che mi viene in mente - ricorrono al supporto fotografico, probabilmente '''obbligati'' dal trend che vuole o iperrealismo o american manga.
    Vaughan è molto bravo.

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  4. >Bendo, che teme per le pareti del suo cranio contro cui premono ettari di narrazione decompressa<

    Come si fa a non volere bene a uno che ti tira fuori come se nulla fosse la migliore descrizione sintetica di Brian (the Brain) Bendis? :-D

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  5. @Skull - grazie - esco un attimo da Crepascolo, che ha la stessa ampiezza mentale di Polonio, per dire che a me Bendis piace - e per le ragioni discusse in lungo e in largo nei forum - caratterizza i personaggi attraverso i dialoghi ed è abile a sviluppare un concetto in tutte le sue sfumature - l'idea della Scarlet ''malvagia '' era un vecchio concetto di Byrne, in qualche modo debitore di quello di Claremont per Fenice, ma Bendis ne ha fatto un trampolino che ha portato le testate dei Vendicatori tra i best sellers.
    Applausi. Un solo appunto - a volte, ho l'impressione che i suoi fumetti funzionino a prescindere dal disegnatore, molto spesso
    ( Medina, Maleev, Gaydos ) costretto a copia incollare nella stessa pagina campi e controcampi.
    Bendis ha dato, da solo, una buona descrizione del suo talento quando ha spiegato che, nel suo ultimate spider-man, lo zio Ben muore quando è un personaggio che conosciamo ''bene '' , tanto che sua moglie, che evidentemente non ha mai letto le origini del personaggio come sono narrate nel 1962 , arriva a chiedergli se non sarà tanto cattivo da stecchirlo, perchè ci resterebbe male.
    Deploro, ma de gustibus, il suo disamore per la relazione Visione/Scarlet ( '' è la storia di una tizia che va a letto con un aspirapolvere '' ) perchè la sospensione della credulità è la magia dei comics di super eroi - e di tutto il resto, ora che ci penso.

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  6. E Bendis a quella magia non ci crede, lo ben so: tanto che il mio apprezzamento del suo indubbio valore come scrittore ne risente parecchio (non a caso la sua cosa che mi è piaciuta di più è Sam & Twitch: adoro il suo noir).

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  7. >e di tutto il resto, ora che ci penso<

    come al solito, le vere chicche le vedo solo alla seconda lettura: applausoni sinceri. :maxresp:

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  8. Esaspero un po' il concetto, ma a me sembra che Bendis più che sceneggiare fumetti scriva libri illustrati.
    Cioè, il fumetto è un'altra cosa rispetto a una pagina con 20 vignette uguali imballate di baloon.
    E poi sul rapporto Visione /Scarlet si potrebbero scrivere storie bellissime (e casomai il problema, più che l'aspirapolvere, è la strega scarlatta).

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  9. Qualche opzione:
    1) Wanda esce con Viz perchè E' un'aspirapolvere - genere fetish - testi di Enrico Teodorani disegni di Dave Cooper
    2) Viz non esiste - al pari dei due gemelli
    ( l'apoteosi della gravidanza isterica ) che sono stati solo un'emanazione del potere mutante della Strega Scarlatta ( vecchio concetto di Byrne )- l'androide è l'idea che Wanda ha di un uomo perfetto, rosso apoplettico, ma immune all'infarto. Arcibaldo e Petronilla solipsista.
    Testi di Daniele Luttazzi, disegni di Bob Fingermann
    3) Visione e Wanda sono sposati, ricchi ed annoiati detectives, il loro domestico, Bendis, al crepuscolo, legge loro pagine scelte di libri illustrati. Cuore e batticuore didascalico. Testi di Bendis, disegni di Amanda Conner.
    4) Visione e Wanda sono indagatori dell'incubo concorrenti - Viz non crede alla magia ( un po' come il Doctor Thirteen della Dc e Piero Angela della RAI) e Scarlet la pratica ( come Otelma, il cartoon di carne ed ossa clone di Massimo Boldi ) - ogni vicenda in cui i due sono impegnati ha due soluzioni, come nei migliori Dylan Dog. X-Files incontra George e Mildred. Testi di Roberto Giacobbo e disegni di Laura Zuccheri ( la visione della Visione ) e di Gabriel Bá ( la visione di Wanda ).
    Dubito che qualcuna di queste idee sarà mai realizzata - i personaggi sono licenze le cui vite sono regolate rigidamente - ma non si sa mai. Luttazzi ha tradotto in Italia il primo lavoro di Clowes anni fa e Giacobbo collabora con Castelli. Il mondo gira tutto intorno ai comics.

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  10. Dico la mia?
    Io da sempre sogno di produrre una sceneggiatura a fumetti di Daniele Luttazzi.
    Avete presente i suoi due album musicali?
    Quell'uomo, da qualsiasi verso lo si prenda, è inarrivabile (e tra parentesi, mi mancava chi fosse la quarta persona che si ricordava che Luttazzi aveva tradotto Clowes: era Crepascolo).

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  11. Ed ha scritto un dialogo tra il cardinal Martini e Galactus. Condivido in toto il giudizio su Luttazzi. Mi piacerebbe leggere un suo fumetto e non escludo accada. Tutto è possibile. Ricordo Don Backy in tv spiegare che il suo graphic novel aveva avuto recensioni migliori dei suoi songs. Credo che abbia reinvestito le royalties nelle cause con il clan del molleggiato.
    Un abbozzo : Don Lurie è un prete musicista, un mistico, forse un aviatore direbbe qualcuno, in pertetuo incontro ravvicinato del terzo tipo - al crepuscolo guarda il cielo e parla con l'omino verde. Padre Brown incontra Mork. Testi di Luttazzi,disegni di Quino.

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  12. Una storia a fumetti in cui il Cardinal Martini dialoga con Galactus: una vera industria del fumetto un fumetto così lo produrrebbe. Sarebbe una figata.

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