martedì 6 aprile 2010

Bei tempi…


Ah, bei tempi quelli in cui Jiro Taniguchi lo pubblicava ancora Coconino e potevi leggertelo allo stesso prezzo con cui lo leggi oggi pubblicato da Rizzoli ma  –piccola differenza– stampato su una carta che non ti faceva vedere cosa c'era nella pagina dietro.

Nausea. Disgusto. Un pizzico di rabbia.

11 commenti:

  1. ....così non perdi tempo a sfogliarlo

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  2. pat pat

    va tutto 'all'arinversa' caro salda

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  3. Sempre attenta lettrice dei miei post, cara 1/2. Brava, persevera e gratifica il mio ego.

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  4. a proposito di carta e fumetti, perché non hanno mai fatto la carta igienica con stampate su le barzellette della Settimana Enigmistica?!
    Una vignetta per ogni trancio.
    Avrebbero 2 funzioni fondamentali: stimolare l'atto e far passare il tempo in quel felice limbo che è la pausacesso.
    Io le comprerei a pacchi.
    Non sto scherzando.

    Poi non so perché mi è venuto in mente questo... forse leggendo di stampe fatte a culo... boh!

    Vabbé per ora mi accontento delle dritte stampate sul packaging degli assorbenti tipo: "lo sapevate che il ciclo è influenzato dall'aurora boreale? Basta un cucchiaio di bicarbonato sulla punta dei piedi per ridurre il flusso"
    Resto sempre perplesso... al cesso... ma ormai so a memoria le composizioni di tutti i bagnischiuma sul mercato (che fanno le bolle bianche cit.)

    Ho divagato.

    Non mi dire niente, sono creativo, penso quello che voglio e come voglio... e oggi non ho voglia di lavorare.

    Vendo Panda del '96, colore verde, 180.000 Km, manca il parabrezza ma il resto è ok.
    Ore pasti.

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  5. mmm. l'ho visto, nuovo ma usato, in un negozio della catena ''il libraccio '' - da quello che mi ha detto un commesso, un giornalista riceve gratis i volumi di tanti graphic novel ed il giorno dopo li rivende al libraccio.
    Scoperto il magheggio, ho comperato, negli anni, le prime cose della Guanda, molta Coconino, qualcosa della Lizard, della BD e di altri editori che non sarebbe elegante citare qui. Ho visto un paio di volte Giancarlo Giannini in negozio - non credevo vivesse a Milano - forse stava girando un film. Non si è mai avvicinato ai comics, ma l'ho sentito dire al telefono a qualcuno che Greeneway è sopravvalutato, o qualcosa del genere, mentre sfogliava un libro, forse una raccolta di schizzi del regista/pittore/scrittore.
    Un libro dalla carta pesante che Giancarlo avrebbe potuto cincischiare in una pellicola anni settanta in cui era un possidente con i favoriti, nella sua biblioteca.
    Io ho tanti albi americani stampati sulla stessa carta che avvolge la porchetta nel marchigiano. Leggerli alla luce di un abat-jour evoca lanterne meagiche e rigattieri in cui potrebbe infilarsi Indiana Jones prima di perdersi in una lamasseria. Il che mi ricorda che a Giannini - famoso in tutto il mondo grazie a Lina Wertmuller - erano stati offerti sia il ruolo dell'archeologo spielberghiano sia il capitano Willard di Apocalypse Now.
    Ho chiamato il mio amico Peter - che sta girando un remake del Ventre dell'architetto come libello contro le speculazioni della Protezione Civile di casa nostra - e gli ho chiesto che ne penserebbe di Giannini nel ruolo di Berto Lacs, proteiforme omaggio a Ferreri, metà statua equestre di se stesso metà furbetto del villagio ( franato ) globale, ma Greenie era tanto preso dalla lettura dell'ultimo Fior coconinico di cui adora la carta ed i colori da rispondermi, rapido come una stilettata, che Hannibal ha fatto bene a liberarsi del Gianca nazionale e che Lacs sarà Luca Telese di giorno e Kevin Smith di notte. Un musical.
    Una serena serata.

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  6. I commenti di Crepascolo sono sempre un viaggio. Solo che è un viaggio il cui biglietto ti arriva cifrato, i bagagli te li prepara qualcun altro e al check in nessuno si sbottona sulla destinazione. I migliori viaggi possibili, direi.

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  7. Non sono d'accordo.
    Nei bei tempi che tu citi la Coconino era una delle piccole case editrici che vendeva i suoi fumetti a caro prezzo ed a un'oligarchia di lettori. Cosa che fa tutt'ora. L'alto prezzo è sicuramente giustificato dall'alta qualità delle loro edizioni (e dalla tiratura) ma io sono sempre stato a favore della "popolarità" del fumetto nel senso di "arrivare al popolo tutto".
    Attualmente le 160 pagine coconine del primo volume di Ai tempi di Bocchan costano 15 euro. Lo zoo d'inverno rizzoliano ne ha quasi cento in più e costa appena 2 euro in più...senza considerare gli eventuali sconti. Eh si perchè la Rizzoli ha una distribuzione più capillare della Coconino e non è difficile poter ottenere sul volume uno sconto anche superiore al 30%. Se ti fai 2 conti...

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  8. Non lo so Federico. Io confronto le ultime cose di Taniguchi pubblicate da Coconino con questa di Rizzoli
    "Un Cielo Radioso" erano 310 pp e "La ragazza scomparsa" 336 pp, entrambi per 18 euro.
    "Uno zoo d'inverno" sono 231 pp su carta peggiore di quella che usava Coconino a 17 euro (e, detto tra noi, per un Taniguchi abbastanza sotto tono. Non quanto "la montagna incantata" che mi ha lasciato abbastanza perplesso, però lo stesso sotto tono).
    Mi cambia poco, d'accordo, ma, per questo e per altro, la cura editoriale di Coconino la rimpiango.

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  9. Non discuto sulla cura editoriale della casa editrice di Igort.
    Ma se cartoncini avoriati non trasparenti e pinzillacchere varie servono a giustificare prezzi così alti (penso ai loro fascicoli A4 di trentadue pagine venduti al modico prezzo di nove euro) preferisco la trasparenza (per altro non fastidiosissima e che non pregiudica la lettura dell'opera) della carta usata dalla Rizzoli. Alla fine quello che interessa è poter accedere ad un opera al prezzo più conveniente possibile (o popolare se vuoi). La Coconino ti vende 216 pagine di OLD BOY a 10 euro (a volumetto)! Secondo te a quale target punta?

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  10. Io i conti/raffronti sulle ultime uscite Coconino/Rizzoli te li ho fatti e, conti alla mano, non mi sembra che ci siano queste gran differenze (=la grande distribuzione non sembra abbia aiutato molto la causa del proletariato).

    I 32pp di cui parli tu, a parte che c'entrano poco con Tanighuchi, credo che, anche se li stampassi in formato Bonelli, non avresti tutto questo gran popolo a sventolare portafogli (e quindi c'è poco da fare: in certi casi l'alternativa è tra non pubblicare e alzare il prezzo di copertina).

    Vedi, per te certe cose come la qualità della carta possono rientrare tra le pinzallacchere (che di solito è termine che va a braccetto con le quisquilie).
    Per me sono essenziali quando si parla di libro.
    You like poteito, I like potato… Lets' call the whole thing off.

    Detto questo, non ho mai detto che l'edizione Rizzoli di Tanigughi sia illeggibile per la carta. Ho detto solo che, visto che alla fine pago lo stesso prezzo (o forse, in rapporto ad altri titoli dello stesso autore, pure qualcosa in più), preferivo quando a pubblicare Taniguchi era Coconino.

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