"Ho trentotto anni. Sono un poco grasso e ho i capelli un po’ bianchi perché mia madre dice che pure mio padre ce li aveva. Di mestiere faccio il culo alla gente."
A me Pietro Taricone stava istintivamente simpatico.
Non me ne è mai fregato un tubo del Grande Fratello ma lui, Taricone, se lo incrociavo in qualche intervista tv, mi fermavo ad ascoltarlo.
Mi piaceva come riusciva a descrivere il suo modo di guardare le cose, una specie di ragionamento in progress più fatto di domande e dubbi che di risposte.
Per cui me ne frega poco dei sospetti di buonismo: quando oggi, alla radio, ho sentito che Pietro Taricone era morto, la prima cosa che ho pensato è stata "mi dispiace".
Oltre a quello per la morte di una persona che quando vedevo in tv mi stava simpatica, resta il dispiacere che, alla fine, il progetto di adattare in un film diretto da Francesco Patierno il romanzo Pericle il Nero di Giuseppe Ferrandino non sia andato in porto (progetto che pare sia stato da poco preso in mano da Abel Ferrara).
Nella versione di Patierno il personaggio di Pericle lo avrebbe dovuto interpretare lui, Taricone, che – dicono – per un anno si fosse fisicamente sfasciato proprio per assomigliare maggiormente al personaggio immaginato da Ferrandino, quell'uomo-cane specializzato nel sodomizzare i nemici del boss camorrista – ma anche quelli che più semplicemente sgarrano – che, per qualunque attore, sarebbe una sfida non così facile da accettare.
Tanto per la cronaca, Abel Ferrara ha comunque già dichiarato che il suo Pericle sarà Riccardo Scamarcio.
Semplicemente, mi dispiace.
Tanno (saldaPress, 2024)
3 giorni fa
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