martedì 9 febbraio 2010

Pensiero sul futuro.

In una scala da 1 a 10, quanto sarà una puttanata "Alice in the wonderland" di Tim Burton?

Devo decidere se mi convincono di meno le riprese tradizionali gonfiate a 3D (perché Avatar non la può mica tenere su tutta da solo questa bella baracca che è ancora tutta da costruire), il Cappellaio Matto spacciato come personaggio principale per esigenze di casting, il gatto del Chesire che il grande genio visionario ha interpretato… come un gatto o il fatto che si nasi da lontano un miglio che a Burton non gliene fregava una benemerita cippa di lavorare sul testo di Lewis Carroll (e che, come ha dichiarato, non ha mai avuto nessun ascendente su di lui. Cosa che, personalmente, mi sento anche di condividere).

Tutto questo mescolato con la nettissima sensazione che, da qualche film a questa parte, Burton abbia esaurito quello che aveva da dire e che ora tutto quello che riesce a tirare fuori sono "cose che il pubblico può riconoscere come fatte alla maniera di Tim Burton (o Burtoniane che dir si voglia)" ma, per forza di cosa, molto più deboli di quelle che in passato lo hanno consacrato come autore di cinema.

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