venerdì 12 febbraio 2010

Non è stato piaciuto.

Orrore! Il venerabile (e venerato) Bittanti, dalla pagine di Duellanti mi stronca Avatar senza se e senza ma.

Ora, chiaro che, pur venerandolo, non posso condividere il suo punto di vista su un film che sono già andato a vedere due volte (anche se è interessante il discorso che, nell'articolo, Bittanti accenna sul cinema di interfacce). Una critica così forte proveniente da uno dei miei numi tutelari mi impone di accelerare i tempi di scrittura della mia recensione/critica/riflessione (titolo di lavorazione: Addormentatevi su Pandora) sull'epocale pellicola firmata dal prodigioso Jimmy Cameron (pellicola? Ma si può ancora dire pellicola nell'epoca del cinema digitale?).

A parte questo, mi soffermo su due cose che Bittanti indica nella sua recensione: la prima che, in un mondo futuristico hi-tech come quello messo in scena in Avatar, fa ridere l'entrata in scena del libro cartaceo sulla botanica di Pandora scritto dalla dott.ssa interpretata da Sigourney Weaver; la seconda è che, se su Pandora l'aria è irrespirabile per gli umani come viene più volte ribadito nel film, allora non si capisce perché alla fine gli umani che salgono in catene sull'astronave non abbiano le maschere e i respiratori.

Dunque, per quello che riguarda le seconda osservazione a me non pare che sia così ma potrei sbagliarmi e per essere sicuro dovrei riguardare il film (e tre!). In realtà quello che a me ha colpito di quella sequenza è che la voce narrante/Sully definisce gli umani che se ne stanno andando "alieni" e quindi, da una parte gioca sul termine inglese alien che può anche voler dire "straniero" e, dall'altro, professa il suo definitivo distacco dal genere umano che è il vero elemento di forza della storia.

La prima, invece, devo dire che è una cosa che è saltata abbastanza all'occhio anche a me. E non tanto per il discorso digitale/cartaceo che fa Bittanti, ma proprio perché l'oggetto libro è esposto in maniera molto forte, messo in primo piano come a voler sottolineare nei confronti del pubblico qualcosa di ben preciso.

Le spiegazioni posso essere di diverso tipo e vanno dal gesto Manfrediano (da Nino Manfredi) col pacchetto di sigarette in primo piano sottolineato da Nanni Moretti (e quindi dobbiamo aspettarci l'uscita del libro vero e proprio, compendio della bibbia di lavorazione del film spacciato per saggio della Dott. Augustine) fino al meta-testo in stile Diario Segreto di Laura Palmer.

Oppure c'è una terza ipotesi che però andrebbe meditata in funzione di quello che il film racconta.
Noto solo che il famoso libro (di botanica, lo ricordo) si intitola Na'vi. Però Na'vi, nel film, non sono le piante ma gli abitanti del pianeta, quelli alti e blu.
Penso al libro Il riscatto di Ender di Orson Scott Card e alle forme di vita del pianeta Lusitana il cui ciclo di vita è legato a filo doppio con quello degli alberi (e a quello del mortale virus della Descolada) e penso che sia strano che nessuno lo abbia ancora citato parlando di Avatar.

Ma probabilmente c'è anche altro e sono sicuro che il mio guru una risposta ce l'ha (come sono altrettanto sicuro che Bittanti propenda per l'ipotesi "banale marchetta per l'imminente uscita in libreria").

2 commenti:

  1. Comunque su una cosa concordo con Bittanti: un approccio alla descrizione dei Na'Vi più in stile Apocalypto avrebbe certo giovato alla pellicola.

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  2. E vedo che c'è già in giro un dibattito sul famoso libro:

    http://james-camerons-avatar.wikia.com/wiki/Talk:The_Na'vi

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